Emissioni di gas serra in aumento, agricoltura in “stalla”

alimentazione zootecnica
Il report dell'Ispra disegna un quadro poco rassicurante per il presente e soprattutto per il futuro. Zootecnia responsabile di oltre il 70% delle emissioni agricole

Tornano a crescere, nel 2021, le emissioni di gas serra in Italia dopo la battuta d'arresto dovuta essenzialmente al periodo pandemico. In un solo anno (2020-2021) i valori mostrano un deciso aumento (+8.5%), pur registrando una diminuzione del 20% rispetto al 1990, grazie alla crescita negli ultimi anni della produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico ed eolico), dell'efficienza energetica nei settori industriali e al passaggio all'uso di combustibili a minor contenuto di carbonio.

L'agricoltura contribuisce in totale per circa l'8% alla produzione di gas serra contro l'80% di produzione di energia e trasporti, il 7% dell'industria e il 5% del ciclo dei rifiuti. Ma mentre dal 1990 a oggi altri settori hanno fatto registrare un deciso calo delle emissioni climalteranti, il contributo del primario è rimasto sostanzialmente stabile dal 2010 in poi, dopo essere calato nei primi dieci anni del nuovo millennio. Le emissioni sono gradualmente diminuite a causa di una progressiva riduzione del numero di capi allevati e dei fertilizzanti sintetici utilizzati sui suoli agricoli. Non sorprende che oltre il 70% delle emissioni agricole sia dovuto alla zootecnia (fermentazione enterica, gestione delle deiezioni e spandimento dei reflui). Il resto è dovuto alla coltivazione del riso e ai fertilizzanti azotati.

Sono alcuni dei dati che emergono dal rapporto Ispra National Inventory Report 2023 che disegna il quadro globale e di dettaglio della situazione italiana sull'andamento dei gas serra dal 1990 al 2021 e dalla elaborazione effettuata da Ispra per monitorare gli effetti del Piano nazionale energia e clima.

Scarica il report sulle emissioni in agricoltura

L'allarme: bisogna fare di più

L'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale avvere che le emissioni risultano di 11 milioni di tonnellate al di sopra dell'obiettivo stabilito per il 2021. Una situazione che, secondo le stime, sembra destinata a proseguire non solo nel 2022, ma anche negli anni futuri. Poco promettenti, infatti, gli scenari al 2030: attesa una scarsa riduzione delle emissioni nei settori trasporti e riscaldamento e un disallineamento rispetto agli obiettivi stabiliti dall'Effort Sharing che nel 2030 potrebbe superare i 15 milioni di tonnellate. Fondamentale quindi invertire il trend se vogliamo rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni.

Stime per il 2022 e il 2030

Sulla base dei dati disponibili per il 2022, si stima un leggero incremento dei livelli emissivi rispetto al 2021 (+0.1%) a fronte di un aumento previsto del Pil pari all'1,7%. L'andamento stimato è dovuto alla crescita delle emissioni del settore trasporti (+5,5%) e della produzione di energia (+9.6%), mentre per gli altri settori si prevedono marcate riduzioni delle emissioni, in particolare per il riscaldamento (-11.3%) e per l'industria (-5.9%). Per il periodo dal 2013 al 2020, l'Italia ha rispettato gli obiettivi di riduzione assegnati, risultato dovuto sia alle politiche e misure adottate, sia ai diversi cicli di crisi economica, connessi alle dinamiche economiche globali. Ma nello stesso periodo i settori trasporti e civile non mostrano riduzioni emissive significative. Sebbene in questi settori negli anni a venire sono attese alcune riduzioni, queste risultano ancora troppo contenute portando l'Italia a rimanere al di sopra degli obiettivi per tutto il decennio 2021-2030: secondo gli obiettivi proposti dalla Commissione europea, al 2030 le emissioni Effort sharing di gas serra dovrebbero ridursi del 43.7% rispetto ai livelli del 2005, mentre i nostri scenari ci indicano una riduzione di meno del 30%.

Emissioni di gas serra in aumento, agricoltura in “stalla” - Ultima modifica: 2023-04-19T17:46:53+02:00 da Redazione Terra e Vita

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