Il ruolo del consulente per ridurre l’impatto ambientale in agricoltura

consulente impatto ambientale
Kick off del meeting del 27 febbraio 2024 presso il Tecnopolo di Reggio Emilia
Il progetto europeo Climate Smart Advisors mira a creare una rete di consulenti per favorire lo scambio di conoscenze e l’adozione da parte delle aziende agricole di pratiche a basso impatto ambientale

La transizione a un’agricoltura meno impattante sull’ambiente passa attraverso l’adozione di buone pratiche agronomiche che spesso non vengono adottate dalle aziende agricole per mancanza di informazioni e/o di formazione. Il ruolo del consulente (advisor) riveste un ruolo chiave per il trasferimento tecnologico e la corretta adozione delle buone pratiche.

Il progetto Climate Smart Advisors, finanziato nell’ambito del programma Horizon dell’Unione europea, si pone l’obiettivo di creare una rete di consulenti europei per favorire l’adozione di pratiche innovative, mettere le aziende nelle condizioni di adattarsi ai nuovi scenari climatici e mitigare l’effetto delle stesse sul clima. Il progetto è ufficialmente partito ad aprile 2023 e terminerà a marzo 2030, coinvolgendo 27 Paesi e 73 partner. Per l’Italia partecipano Crpa (Coordinatore Nazionale), Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali), Apo Conerpo, FederBio servizi e Aia (Associazione Italiana Allevatori).

Favorire lo scambio di conoscenze

Il progetto prevede la creazione di Comunità di Pratica (CoP) dove viene favorito lo scambio di conoscenze fra i consulenti per accelerare la diffusione delle buone pratiche. Ogni CoP ha un coach il cui compito è di coordinare, organizzare gli incontri formativi e di confronto, mantenere attivo il progetto e coinvolgere i consulenti (advisor). L’impostazione del progetto è di tipo peer to peer (P2P) ossia alla pari, per cui non c’è uno scambio di informazioni gerarchico, ma un confronto tra i diversi partecipanti dove ognuno può e deve dare il proprio contributo, così come anche i temi degli incontri sono decisi all’interno della CoP tra coach e advisor.

Per diventare coach del progetto è necessario partecipare a una sessione formativa, dove vengono fornite le nozioni su come condurre la CoP. A livello temporale il progetto prevede quattro ondate (fig. 1), per un totale di 260 CoP in tutta Europa; l’Italia dovrà organizzare almeno 22 CoPs durante tutto l’arco del progetto. Ogni CoP dura due anni e comprende 8 incontri formativi.

Consulente impatto ambientale
Fig. 1 - Sequenza delle “ondate” di formazione e sviluppo delle Comunità di Pratica (CoP) lungo tutto il periodo del progetto (2023-2030)

Partita la prima "ondata" di comunità di pratica

La prima “ondata” di CoP è cominciata ad aprile 2024 e in Italia ne sono state organizzate due, rispettivamente coordinate dal Crpa e da Apo Conerpo. L’intento delle CoP è quello di mettere in contatto i consulenti provenienti dalle diverse regioni italiane, al fine di avere uno scambio di visioni e di conoscenze implementando le pratiche di adattamento ai cambiamenti climatici e di mitigazione dell’emissione di gas climalteranti (fig. 2). I consulenti sono liberi professionisti, tecnici e ricercatori che provengono dai partner del progetto. In particolare, in questa prima “ondata” hanno contribuito Crpa, FederBio Servizi, Conaf e Apo Conerpo.

consulente impatto ambientale
Fig. 2 -Schema di funzionamento delle due Comunità di Pratica (CoP) nella prima “ondata”

La CoP coordinata da Crpa ha come tema principale la riduzione dell’impatto ambientale degli allevamenti zootecnici in Italia. Nello specifico, a livello nazionale la zootecnia italiana produce il 6% delle emissioni di gas a effetto serra e il 95% di quelle di ammoniaca. Per ridurre l’impatto che l’allevamento ha sull’ambiente e sulla salute è necessario diffondere a livello nazionale le buone pratiche studiate e sviluppate negli ultimi anni. L’obiettivo della CoP sarà quello di favorire l’autoproduzione aziendale delle materie prime destinate agli allevamenti in un‘ottica di economia circolare, ottimizzando anche le risorse aziendali come i reflui zootecnici per ridurre sia le emissioni di gas a effetto serra e ammoniaca che l’utilizzo di fertilizzanti di sintesi (fig. 3).

Fig. 3 - Aree tematiche trattate dalla CoP coordinata dal Crpa

Apo Conerpo con la sua CoP vuole invece approfondire gli aspetti innovativi per l’irrigazione nel settore della frutta e dei vegetali (fig. 4).

Fig. 4 - Aree tematiche trattate dalla CoP di Apo Conerpo

Entrambe le CoP hanno già portato a termine due incontri e sono già stati fissati i temi degli incontri successivi.

Il primo incontro per entrambe le CoP ha diffuso le informazioni riguardanti il progetto e ha indagato la provenienza dei consulenti partecipanti, predisponendo un piano di lavoro che possa soddisfare le diverse esigenze formative. Gli incontri successivi si sono focalizzati su tematiche specifiche, come la valutazione dell’impatto nelle aziende zootecniche o tecniche innovative di irrigazione. Il quarto incontro si svolgerà a fine marzo, in contemporanea al meeting nazionale del progetto e alla quarta sessione di entrambe le CoP.

Il progetto è nel vivo delle sue attività e le due CoP sono molto attive. L’obiettivo è quello di continuare a organizzare incontri su tematiche attuali e pratiche sostenibili, al fine di rendere le aziende agricole sempre più attente al clima e adeguate ai nuovi scenari climatici.

Il ruolo del consulente per ridurre l’impatto ambientale in agricoltura - Ultima modifica: 2025-04-24T10:37:43+02:00 da Francesco Bartolozzi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome