Un vero e proprio ciclone atmosferico che si è abbattuto sulla Sicilia orientale, ha colpito in particolare i comuni di Palagonia, Ramacca, Scordia, Paternò, Randazzo in provincia di Catania e Francofonte e Lentini in provincia di Siracusa. Un’emergenza che, mentre scriviamo, non è ancora finita. L’allerta meteo lanciata dalla Protezione civile, riferita in particolare alla zona ionica dell’Isola, sarà ancora attiva, infatti, fino a domani, 27 ottobre.
Domenica scorsa, solo sulla piana di Catania in due ore sono caduti oltre 300 millimetri di acqua, che hanno trasformato le strade in autentiche fiumare. Le strade del centro storico del capoluogo etneo si sono trasformate in autentici fiumi in piena. E continua il disagio nelle campagne della Sicilia Sud-orientale, che fanno ancora una volta i conti con i danni provocati dalle piogge torrenziali che hanno ingrossato fiumi e torrenti facendoli straripare sui terreni prospicienti.
Agrumeti spazzati via
L’acqua ha devastato tutto. Sui social girano foto molto eloquenti di agrumi letteralmente sradicati, muri crollati, recinzioni divelte. A questo si aggiungono i gravissimi disagi alle vie di collegamento interne che, invase dall’acqua e franate, sono ormai impercorribili, tanto da isolare numerose aziende agricole.
Lo spettacolo che si presenta nella Sicilia orientale è, insomma, quello di un territorio devastato e dove i danni, allo stato attuale, sono ancora incalcolabili. Coldiretti riferisce di come ci siano aziende agricole letteralmente sommerse dalla pioggia che ha distrutto soprattutto le colture di ortaggi. Ma non solo. Bloccata la raccolta delle olive, c'è preoccupazione per le prossime semine del grano duro e dei cereali visto che i terreni, soprattutto nella Sicilia orientale, sono stati trasformati in autentici acquitrini.
La situazione viene monitorata con particolare attenzione ed un quadro più preciso dei danni, evidenziano i tecnici di Confagricoltura, potrà essere fatto solo non appena l’emergenza sarà cessata. «Le prime segnalazioni degli associati - riferisce il presidente regionale Ettore Pottino - parlano di alcuni crolli verificatesi nei terrazzamenti agrumicoli del versante jonico e di diverse frane ed allagamenti di carciofeti ed agrumeti dove l’acqua stenta a defluire».
“Si tratta dell'ennesima prova di quanto i cambiamenti climatici impongano nuove infrastrutture e l'ammodernamento di tutto il sistema”, sottolinea in una propria nota Coldiretti Sicilia.
Un sistema fragile
«Il punto dolente – aggiunge Pottino – è sempre lo stesso, ovvero la fragilità dei collegamenti delle aree interne con il conseguente isolamento di interi territori ad alta vocazione agricola. Il mutamento climatico è divenuto ormai una realtà che ci deve far seriamente riflettere sulla necessità di introdurre nuove disposizioni normative a tutela delle produzioni agricole, magari utilizzando uno strumento più celere come la Protezione Civile che, nel caso dei recenti incendi che hanno devastato gli allevamenti dell’Isola, è riuscita a dare in tempi relativamente brevi le risorse per riprendere immediatamente le attività». «Un territorio fragile come quello siciliano – conclude il presidente di Confagricoltura Sicilia – ci espone ad un rischio continuo che non può gravare solo ed esclusivamente sulle spalle degli agricoltori che ai sensi della nuova Pac in via di definizione dovrebbero rivestire un ruolo di custodia ben più accentuato e con meno risorse disponibili”.
Chiesto lo stato di calamità
Il presidente della Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro, ha inviato ieri una lettera al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, agli assessori Marco Falcone (Infrastrutture) e Toni Scilla (Agricoltura), al dirigente generale della Protezione civile regionale, Salvatore Cocina. “Chiediamo che venga proclamato lo stato di calamità - si legge nella nota - e che si costituisca una cabina di regia istituzionale, da convocare con estrema urgenza al comune di Scordia, per un’immediata ricognizione dei danni strutturali ed infrastrutturali e affinché vengano emanate misure straordinarie per il riassetto e ripristino delle strade principali e secondarie, si monitorino i danni e si concertino le misure future per la regimentazione delle acque. Al tavolo si riuniscano Genio Civile, Protezione Civile, gli assessorati all’Agricoltura e alle Infrastrutture, le organizzazioni professionali agricole, i sindaci dei comuni colpiti”.
A causa del maltempo, infine, è stata rinviata l’assemblea del Distretto Agrumi di Sicilia convocata per il rinnovo delle cariche e durante la quale i soci avrebbero dovuto decidere chi avrebbe sostituito Federica Argentati nel ruolo di presidente dopo la sua più volte dichiarata indisponibilità a una ennesima riconferma.