Sulle regioni settentrionali del Paese dopo una lunga attesa è finalmente arrivata la pioggia. Si è trattato fino ad ore di fenomeni che hanno portato sollievo alla campagna senza creare criticità idrogeologiche. Si sono comunque allertati i Consorzi di bonifica e Protezione Civile a sostegno del territorio la cui fragilità idraulica è stata sicuramente incrementata da mesi di scarse precipitazioni.
I fenomeni meteorologici si sono evidenziati con una diversa intensità testimoniata da apporti idrici localizzati.
Fino a questo momento hanno beneficiato delle piogge soprattutto i grandi laghi. In soli 4 giorni, il livello del lago Maggiore è cresciuto di quasi 44 cm; il lago di Como, che era indirizzato al minimo storico, segna + 22,6 cm, il lago d’Iseo + 13 centimetri. Il lago di Garda è addirittura 26 cm sopra la media del periodo. Bene, in Emilia Romagna, anche gli invasi di Mignano e Molato, riempiti per circa la metà della capacità e superiori a quanto contenuto lo scorso anno.
Attenzione al cuneo salino
Diversa e “a macchia di leopardo” è la situazione dei fiumi: il Po non ha ancora ricevuto l’atteso beneficio dalle piogge (che però arriverà a breve) e a Pontelagoscuro è sceso sotto la fatidica soglia dei 600 mc/sec (un terzo della media del periodo e la metà della portata del 5 aprile di un anno fa), che fa scattare l’allarme “risalita del cuneo salino”, che contamina terreni e falde, rendendo inservibili le prese irrigue.
A monte il Po resta largamente sotto il livello dello scorso anno come altri fiumi piemontesi con l’eccezione della Dora Baltea. Diversificata è la situazione per i fiumi dell’Emilia Romagna; se l’Enza è tornato ai livelli dello scorso anno, largamente sopra la media è il Secchia, mentre il Reno resta abbondantemente al di sotto della porta di un anno fa. In sofferenza anche il Lago di Bracciano nel Lazio che misura -147,5 cm rispetto allo zero idrometrico fissato a 163 cm.
Problemi strutturali da risolvere
«Si tratta di una situazione in evoluzione – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (Anbi) –. La pioggia sta dissetando i territori, ma non è certo risolutiva di problemi, che restano strutturali di fronte ad evidenti cambiamenti climatici. In montagna, ad esempio, sta anche nevicando, ma l’apporto idrico di tale fenomeno è assai diverso da quello delle nevi invernali che, “impaccandosi” al suolo, creano una riserva idrica che progressivamente si scioglie con il crescere della temperatura. Le nevi odierne, invece, tenderanno a sciogliersi repentinamente, aumentando un seppur contenuto rischio idrogeologico».
«La grande novità è che la pioggia di queste ore – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi - è accolta con sollievo non solo dagli agricoltori, ma dall’opinione pubblica in generale. Pur essendoci un grande bisogno di accrescere la cultura dell’acqua, la percezione sulla necessità di preservare e ottimizzare la gestione di tale risorsa è ormai largamente diffusa. È tempo, finalmente, per scelte condivise».
Monitoraggio Coldiretti
Le intense precipitazioni hanno fatto innalzare il fiume Po di oltre 1,5 m in un solo giorno, per raggiungere un livello idrometrico di -1,61 (da -3,23) a Boretto, in provincia di Reggio Emilia dopo un lungo periodo di magra in cui era sceso sui livelli di piena estate.
È quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Emilia Romagna sui positivi effetti delle precipitazioni che hanno portato anche molta neve sulle montagne e gonfiato i laghi a secco con il Maggiore che ha raggiunto un grado di riempimento del 52% e quello di Como salito al 22%.
Le precipitazioni – sottolinea Coldiretti – sono importanti per ripristinare le scorte di acqua sulle montagne, negli invasi, nei laghi, nei fiumi e nei terreni, per lo sviluppo primaverile delle coltivazioni. L’acqua arriva infatti dopo un lungo periodo di caldo e siccità e aiuta le semine di granoturco, barbabietole, riso e pomodoro ma anche ortaggi e piante da frutto che si trovano in piena fioritura.
La situazione resta grave
Se da un lato infatti il “bel tempo” ha permesso agli agricoltori di fare le lavorazioni per preparare il terreno alla semina in modo ottimale, non si può dire la stessa cosa per la germinazione dei semi, che – spiega Coldiretti – può avvenire solo se in presenza di buona umidità.
La pioggia caduta resta comunque insufficiente per colmare il pesante deficit idrico poiché le precipitazioni dovrebbero durare almeno una decina di giorni per tornare ad una situazione di normalità. La pioggia però deve cadere - continua Coldiretti Emilia Romagna – in modo costante e durare nel tempo, mentre i forti temporali, soprattutto se si manifestano con grandine sono l’evento più temuto dagli agricoltori per i danni irreversibili che provocano alle coltivazioni in campo.
Allo stato attuale nel nord Italia – conclude la Coldiretti – la situazione è grave come quella del 2017, uno degli anni peggiori del secolo, che ha creato difficoltà anche per gli usi civili nei centri urbani ed è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura.