Simona Caselli: «Investire sull’innovazione è una scelta politica forte»

L’Emilia-Romagna ha il record indiscusso nell’attivazione dei Goi, i gruppi operativi per l’innovazione. In un'intervista esclusiva l’assessore all’agricoltura Simona Caselli spiega: «i risultati dei Goi ci consentono di individuare le azioni da sostenere per fare fronte ai cambiamenti climatici e alla presumibile maggiore condizionalità che sarà introdotta nella nuova programmazione della Pac post 2021»

Happy milk, sistema di supporto decisionale per migliorare l’efficienza degli allevamenti del Parmigiano-Reggiano. Oppure Quinovation, per lo sviluppo della Quinoa per sfarinati gluten free a basso indice glicemico.

O anche Scarabeo, per la biovalorizzazione energetica degli scarti di canapa. Sono solo alcuni dei nomi (e abbiamo solo scelto tra i più buffi) degli oltre 100 gruppi operativi attivati in Emilia-Romagna dalla misura 16.1 (approvati 93, più altri 25 in arrivo).

Articolo pubblicato sulla rubrica regionale di Terra e Vita

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Metà dei Goi italiani sono qui

I settori d'intervento dei primi 93 goi emiliano romagnoli

Con le risorse attivate in giugno e il bando del prossimo novembre, in pieno clima pre-elettorale, l’Emilia-Romagna rischia di doppiare (se consideriamo anche i progetti attivati con la Misura 16.2, ma caratterizzati in questa Regione da un piano innovazione obbligatorio) l’obiettivo dichiarato in sede di programmazione Psr, ovvero 100 Goi (qui si usa la i finale). Si tratta di un vero record non solo per il nostro Paese (solo 266 in tutto lo stivale), ma per tutta l’Unione europea (che messa insieme non raggiunge ancora le mille unità).

Una diversità di strategie (e di risultati) che ora fa venire qualche rimpianto alle amministrazioni regionali che hanno fatto scelte più conservative, non investendo su una misura basata su meccanismi di condivisione e che all’inizio di questo periodo di programmazione Psr era tutta da testare.

La competizione sia “alta”

Simona Caselli

«Siamo molto orgogliosi di questo record – afferma invece Simona Caselli, Assessore all’agricoltura -. Abbiamo investito su questo capitolo 50 milioni di euro, una cifra che non ha eguali non solo in Italia ma in Europa, sia in termini assoluti che in percentuale sul Psr».

«È il segnale – continua Caselli – di una scelta politica molto forte perché l’innovazione è la strada per il futuro, l’unica che ci può consentire di costruire una competizione “alta”, dove si sta avanti nei processi e non ci si fa superare da altri».

Secondo l’Assessore se i risultati sono straordinari, più che altrove, è perché il sistema ha saputo rispondere bene.

La fiducia nella scienza

«Questa è una regione dove c’è l’abitudine a collaborare tra mondo agricolo e mondo della ricerca e dell’Università. Più che l’entità delle risorse, è grazie a questo spirito se la misura innovazione ha prodotto qualcosa di buono».

«La misura si chiama cooperazione per l’innovazione, abbiamo quindi colto bene lo spirito di un’azione che spinge un gruppo di aziende agricole a mettersi insieme e rivolgersi alla scienza per risolvere specifici problemi, in più nell’ambito dei tre anni del progetto è previsto l’obbligo di fare applicazione pratica in azienda e questa opportunità, se ben colta, non può che procurare vantaggi competitivi».

Siamo solo a metà dell’opera

Uno spirito che l’Emilia-Romagna ha allargato ad altri interventi Psr. «Abbiamo un progetto d’innovazione anche nell’ambito degli investimenti nella filiera e questo ha comportato altri 51 interventi condivisi».

Tutto ciò è costato in tutto 28 milioni di euro e quindi ne abbiamo ancora altri 22 da spendere nei bandi 2019. Uno è già uscito altri due sono in corso. Impressiona il fatto che ci siano sempre domande in eccesso e questo è un segnale di forte maturità del sistema».

Forse altrove non si è capito che attraverso la rete dei Goi è veramente possibile fare politica e affrontare problemi concreti come biodiversità, cambiamenti climatici ecc.

Una misura che consente di fare vera politica

«Si, la misura prevedeva dei vincoli su alcuni temi specifici come il miglioramento della qualità delle acque, la riduzione degli input tecnici in agricoltura, l’aumento della sostanza organica nel suolo. Tutto questo è servito a sviluppare una serie di soluzioni pratiche anche in vista di una prossima Pac che, vista l’attuale possibile maggioranza nel Parlamento Ue, imporrà con ogni probabilità asticelle più alte rispetto ai vincoli agroambientali. Investire su queste soluzioni pratiche consentirà di agevolare gli agricoltori di fronte a possibili forti condizionalità».

In questo aiuterà il fatto che i risultati sono pubblici e che i goi devono prevedere azioni per la diffusione di queste acquisizioni (e la nostra rivista intende dare il suo contributo di informazione).

Risultati vistosi nella mitigazione del climate change

«Ma i risultati non sono solo quelli collegati agli argomenti delle ricerche – sostiene Caselli -. La condivisione dei diversi Goi, e io lo so perché li ho visitati tutti , ha fatto veramente emergere l’entusiasmo di imparare gli uni dagli altri». E questo è positivo di fronte alle sfide che anche la nostra Regione deve essere pronta ad affrontare, come il climate change. Veniamo da due mesi difficili, tra piogge ondate di calore e grandinate eccezionali, che renderebbero necessaria l’attivazione dello stato di emergenza anche nella nostra Regione».

«Riguardo proprio ai cambiamenti climatici la Regione ha attivato il Cnr per lo studio del climate kick, ovvero il contributo dei Goi alla mitigazione degli effetti negatici. È emerso che due terzi dei Goi, anche se l’argomento principale è un altro, introducono comunque soluzioni anti climate change e questo ci darà la possibilità di premiare le aziende che adottano queste buone pratiche agricole nella prossima Pac».


Bruxelles semplifica la misura consentendo la concessione di anticipi

Mario Montanari

Anche grazie all’esempio positivo della Regione Emilia-Romagna, la nuova versione 8.2 del programma di sviluppo rurale, approvata con decisione della Commissione Europea C(2018) 8506 final del 5 dicembre 2018 ha introdotto alcune importanti novità nell’applicazione della misura 16. Mario Montanari, il dirigente che si occupa di questa misura per la Regione Emilia –Romagna, spiega che «le modifiche introdotte hanno principalmente una finalità di semplificazione procedurale e amministrativa, anticipando le novità che l’Unione europea precede di adottare nella prossima programmazione per l’Akis (Agricoltural knoledge innovation systems)».

Tra queste: l’introduzione dei costi standard per il calcolo delle spese del personale dipendente; il riconoscimento di una quota forfait di spese generali (un pratica un anticipo del 15% per i costi del personale dipendente); l’eligibilità dell’Iva se non detraibile, l’equiparazione ai gruppi operativi dei soggetti che già associano le due componenti necessarie (ricerca e produzione), ecc.

Simona Caselli: «Investire sull’innovazione è una scelta politica forte» - Ultima modifica: 2019-07-07T10:41:04+02:00 da Lorenzo Tosi

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