Ricercatori, agronomi e agricoltori uniti per ridurre l’uso di agrofarmaci

ridurre l'uso di agrofarmaci
Incontro in campo del progetto IMP work. Foto del Gruppo di Agroecologia della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa
In Toscana è in corso un progetto che aiuta gli agricoltori a diminuire l'uso di agrofarmaci, guidati dall'esperienza di tecnici e ricercatori. Con un approccio partecipativo, si individuano insieme soluzioni efficaci da applicare su olivo e seminativi

Ridurre l'uso di agrofarmaci nell'Ue entro il 2030 era un obiettivo della Commissione europea fino a pochi giorni fa. Poi, a causa delle grandi proteste degli agricoltori in tutta Europa, oltre che della bocciatura della proposta legislativa da parte dell'Europarlamento, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato di voler fare marcia indietro. Tuttavia, molti esperti sostengono che la transizione dei sistemi agricoli verso modelli più sostenibili sia urgente e irrimandabile.

Ma come riuscire a ridurre l'uso di agrofarmaci mantenendo rese e qualità dei prodotti agricoli, oltre che salvaguardando chi lavora in campo? Una risposta prova a darla IPMworks, un progetto di ricerca finanziato dalla Commissione europea, attivo da settembre 2020 in Italia (Toscana) e in altri 15 Paesi europei.

Gli agricoltori coinvolti hanno accesso a consulenze gratuite di tecnici e ricercatori per affrontare le principali problematiche fitosanitarie che riscontrano nella propria azienda. Inoltre, fanno rete con altri agricoltori locali per scambiarsi informazioni tra pari, guidati dai tecnici.

La rete europea e i gruppi locali

Il progetto IPMworks coinvolge circa 250 agricoltori e 31 partner in 16 Paesi europei. In Italia il progetto è coordinato dal Gruppo di Agroecologia della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Partecipano una trentina di agricoltori situati nelle province di Pisa, Livorno e Lucca. Sono olivicoltori e coltivatori di seminativi (principalmente frumento, colture foraggere, girasole, mais, leguminose da granella, sorgo e colza). Di entrambi i gruppi fanno parte sia aziende biologiche che aziende convenzionali, con estensioni che vanno da poche migliaia di metri quadrati fino a diverse centinaia di ettari.

Il gruppo degli olivicoltori è guidato dall'agronoma Virginia Bagnoni, mentre quello dei coltivatori di seminativi dall'agronomo Giovanni Pecchioni. Il ruolo che ricoprono, oltre alla condivisione delle proprie conoscenze tecniche, consiste nel mettere gli agricoltori in contatto tra loro e con il mondo della ricerca in modo da facilitare la condivisione delle informazioni e il trasferimento tecnologico. Il tutto finalizzato a trovare efficaci alternative ai fitofarmaci. Si punta soprattutto su monitoraggio, prevenzione, incremento della competitività colturale, tolleranza delle colture e gestione agroecologica.

Il trasferimento di conoscenze

Grazie a questo progetto, gli agricoltori entrano in contatto tra loro e individuano le principali sfide riscontrate localmente in azienda nella difesa delle colture. Per risolvere tali problematiche, i tecnici e i ricercatori della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa (come il dottor Stefano Carlesi) suggeriscono alcune possibili soluzioni da mettere in pratica, basate su anni di sperimentazione scientifica.

Vengono poi sviluppati protocolli sperimentali da implementare nelle aziende agricole interessate. Gli agricoltori li mettono in pratica e i tecnici raccolgono i dati, che vengono analizzati dai ricercatori. I risultati ottenuti vengono presentati e commentati dal gruppo di lavoro, evidenziandone punti di forza e aspetti critici. Questa integrazione complementare delle conoscenze (tecniche, scientifiche ed empiriche) arricchisce agronomi, ricercatori e agricoltori, permettendo di affrontare in maniera più efficace le sfide dell'agricoltura contemporanea.

Polveri di roccia per l'olivicoltura di collina

Tra le principali soluzioni testate per ridurre l'uso di agrofarmaci in olivicoltura spicca l'impiego di polveri di roccia, che ha dato buoni risultati nelle aziende del Monte Pisano. Queste polveri, in particolare caolino e zeolite, possono essere un metodo preventivo efficace per ridurre i danni causati dalla mosca dell'olivo (Bactrocera oleae). Inoltre, sono facilmente combinabili con le strategie di gestione integrata dei parassiti nell'oliveto.

Quest’anno negli oliveti toscani verranno testati anche diversi metodi di potatura, finalizzati sia al miglioramento della produttività dei rami che alla gestione di vari patogeni. In più, si sperimenteranno sistemi di cattura massale della mosca dell’olivo, accompagnati dal monitoraggio partecipativo agevolato da strumenti digitali e modelli predittivi.

Seminativi più competitivi con le consociazioni

Per quanto riguarda i seminativi, gli agricoltori coinvolti nel progetto IPMworks hanno testato varie tipologie di consociazioni di leguminose e cereali per il contenimento delle erbe infestanti. La combinazione di lenticchia e grano duro ha dato ottimi risultati, dimostrandosi un'opportunità interessante soprattutto per i produttori di lenticchia biologica visto anche il basso investimento economico richiesto. Se si è dotati di una seminatrice a doppia tramoggia, la semina può essere fatta in un solo passaggio in campo, così come la trebbiatura. La separazione della granella può avvenire successivamente con svecciatrice e separatrici ottiche.

Un'altra consociazione che ha dato buoni risultati nel 2023 è la sulla seminata a spaglio su frumento. Quest'anno le aziende coinvolte testeranno altre consociazioni, in particolare grano con erba medica e grano con trifoglio bianco, precedentemente risultate interessanti nei campi sperimentali.

Restando sul problema del controllo delle infestanti, IMPworks sta lavorando anche sul controllo delle popolazioni di loietto resistenti su frumento. In questo caso si sono ottenuti buoni risultati tramite la combinazione di rotazioni con prati poliennali di erba medica, diserbo meccanico, opportuna selezione varietale del frumento e arature periodiche ogni 2-3 anni con eco-sovesciatori (attrezzature a basso consumo che rivoltano la fetta di terreno a profondità minime).

Prossimi eventi in campo

Nei prossimi mesi si svolgeranno numerosi eventi in campo, pubblici e gratuiti, ai quali tutti sono invitati a partecipare. Durante questi momenti di incontro e scambio ci sarà occasione di vedere in azione alcune macchine agricole testate, visitare i campi varietali, assistere a dimostrazioni di potatura dell'olivo, di utilizzo delle trappole a feromoni, dell'impiego di app sviluppate nel corso del progetto, eccetera. Per avere ulteriori informazioni contattare Giovanni Pecchioni (giovanni.pecchioni@santannapisa.it) o Virginia Bagnoni (virginia.bagnoni@santannapisa.it).

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Agricoltori, agronomi e ricercatori in campo durante un evento del progetto IPMworks

Richiesta una collaborazione istituzionale

Nei prossimi mesi, ricercatori e tecnici coinvolti nel progetto si impegneranno a concludere le sperimentazioni in corso e a diffondere i risultati ottenuti. Il progetto terminerà a settembre 2024.

«Dopo questa data, ambiamo a dare continuità al lavoro svolto attraverso la creazione di living labs a livello europeo e nazionale. Crediamo che questo sia un modello possibile ed efficace per diffondere innovazione tra gli agricoltori. Sarebbe utile applicare una metodologia simile anche ad altri livelli, promuovendo il trasferimento tecnologico su scala regionale. Siamo motivati e disponibili a fare la nostra parte, ma per ottenere grandi risultati serve collaborazione. Per questo desideriamo coltivare un dialogo con i funzionari regionali e nazionali addetti alle politiche agricole», ha spiegato Stefano Carlesi.

«Per ridurre l'uso di agrofarmaci, è necessario e urgente sostenere politicamente e operativamente progetti come questo. Gli agricoltori ne hanno un grande bisogno», ha aggiunto Bagnoni.

«Aziende agricole e ricercatori hanno reciprocamente molto da insegnare. Le aziende possono ottenere risposte e migliorare, mentre i ricercatori possono indirizzare meglio le loro ricerche e affinare la loro conoscenza pratica. Per costruire la fiducia reciproca e ottenere risultati servono tempo, fondi e impegno», ha detto Pecchioni.

Ricercatori, agronomi e agricoltori uniti per ridurre l’uso di agrofarmaci - Ultima modifica: 2024-02-12T12:50:53+01:00 da Paola Cassiano

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