Flagello cinghiali, agricoltori da tutta Italia in piazza Montecitorio

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Chiesti interventi forti e tempestivi per arginare un fenomeno che crea sempre più danni alle attività agricole. Sarebbero due milioni i cinghiali in Italia, il doppio rispetto a dieci anni fa. Le sette proposte di modifica alla legge 157/92 di Cia-Agricoltori italiani

Sono arrivati da tutta Italia per manifestare a piazza Montecitorio davanti al Parlamento tutta la loro rabbia e frustrazione per quella che è ormai diventata una piaga biblica per l'agricoltura italiana: i cinghiali e più in generale la fauna selvatica (lupi, daini, caprioli, nutrie), il cui numero è aumentato in maniera esponenziale negli ultimi anni provocando danni ingenti alle coltivazioni e facendo strage di animali da allevamento, oltre che incidenti stradali nelle strade rurali.

La manifestazione organizzata da Coldiretti ha voluto sensibilizzare le istituzioni sul problema e invitare la politica ad agire per contenere il diffondersi degli animali selvatici. Per l’occasione è stato presentato il primo Dossier Coldiretti/Ixe’ su “Gli italiani assediati dai cinghiali”, sui rischi per la sicurezza e la salute e le proposte concrete per garantire la sopravvivenza delle aziende agricole e la tranquillità dei cittadini, nel rispetto della natura.

Cinghiali, in Appennino uno ogni cinque abitanti

Sarebbero 2 milioni i cinghiali in Italia secondo le stime di Coldiretti, una popolazione più che raddoppiata negli ultimi dieci anni che in Appennino ha raggiunto un'incidenza di un esemplare ogni cinque abitanti. Alcuni agricoltori raccontano di aver visto ungulati salire sulla schiena l'uno dell'altro per arrivare a mangiare l'uva nei vigneti. Oltre al danno economico immediato, c'è il rischio che le zone interne vengano abbandonate, con conseguenze facilmente intuibili per la tutela dal dissesto idrogeologico.

Confagricoltura: se serve scenda in campo anche l'esercito

Confagricoltura si è associata alla protesta organizzata dall'associazione presieduta da Ettore Prandini. "Tanti i titoli di giornali quando ci sono gli incidenti mortali - si legge in una nota - quando gli agricoltori protestano per i danni subiti, quando la biodiversità, la salute, la sicurezza sono in pericolo, poi, nessuna azione concreta. Una cosa è certa: il problema esiste e va affrontato e risolto. Chi dovrebbe agire, oltre ad essere inerte, si nasconde colpevolmente. Siamo di fronte a una vera e propria emergenza - continua Confagricoltura - che richiede la collaborazione di tutti gli attori, agricoltori, cacciatori, selettori e se serve anche delle forze dell'ordine e dell'esercito per dare una risposta immediata".

Bellanova: sbloccato il decreto per riconoscere i danni

«Abbiamo sbloccato il decreto per il riconoscimento dei danni subiti e sentito il parere della Conferenza Stato-Regioni. Dobbiamo dare una soluzione strutturale». Questo il messaggio della ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova alla manifestazione di Roma. «Stiamo lavorando, spero di dire, in maniera unitaria. Dobbiamo farci carico di quello che sta ricadendo su di voi, sul mondo agricolo ha aggiunto - ho sentito il ministro Costa sul decreto 157 del 92 in modo da dare soluzioni. Vi posso garantire - ha concluso Bellanova - un impegno totale. Sono problemi che non si affrontano solo con le Regioni, bisogna andare anche in Europa a chiedere soluzioni».

«Consegneremo il vostro documento alla commissione Agricoltura per fare in modo che sia convocata una vostra audizione» ha promesso il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini dal palco della manifestazione rivolgendosi alle migliaia di agricoltori, allevatori e pastori provenienti da tutta Italia per manifestare contro l'invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città. Bonaccini ha aggiunto che la questione «va affrontata a livello nazionale per prendere provvedimenti, altrimenti diventa una guerra tra poveri».

Cia, ecco le proposte di modifica alla legge 157/92 sulla fauna selvatica

Una riforma radicale della legge sulla fauna selvatica per affrontare concretamente un problema ormai fuori controllo, tra danni milionari ad agricoltura e ambiente, rischio malattie, incidenti stradali sempre più frequenti e minacce alla sicurezza dei cittadini anche nelle aree urbane. La chiede Cia-Agricoltori Italiani, che già lo scorso maggio ha presentato a Camera e Senato una proposta di modifica della legge 157/92 che regola la materia, portandola poi su tutto il territorio italiano con incontri dedicati insieme ai Prefetti. Sette i punti chiave:

  1. Sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione” - Secondo Cia, la finalità di fondo, indicata già nel titolo della legge, deve essere modificata passando dal principio di protezione a quello di gestione della fauna selvatica. Se la legge del 1992 si focalizzava sulla conservazione della fauna, in quegli anni a rischio di estinzione per molte specie caratteristiche dei nostri territori, oggi la situazione si è ribaltata, con alcune specie in sovrannumero o addirittura infestanti. L’esempio più lampante riguarda i cinghiali, responsabili dell’80% dei danni all’agricoltura: si è passati da una popolazione di 50 mila capi in Italia nel 1980, ai 900 mila nel 2010 fino ad arrivare a quasi 2 milioni nel 2019. E’ del tutto evidente, quindi, che bisogna tornare a carichi sostenibili delle specie animali, in equilibrio tra loro e compatibili con le caratteristiche ambientali, ma anche produttive e turistiche, dei diversi territori.
  2. Ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri - L’attuale legge divide le competenze in diversi ministeri; occorre riportare alcune competenze di fondo presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e, di fatto, ricostituire il Comitato tecnico faunistico e venatorio, partecipato dal Mipaaft e dal Ministero dell’Ambiente, dalle Regioni, dalle organizzazioni interessate e da istituzioni scientifiche come l’Ispra.
  3. Distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività venatoria - E’ necessario intervenire nella governance dei territori, garantendo l’effettiva partecipazione del mondo agricolo a tutela delle proprie attività. Le procedure di programmazione faunistica e delle attività venatorie devono essere semplificate e armonizzate con le Direttive europee e, allo stesso tempo, vanno ridisegnati e ridefiniti i compiti degli Ambiti territoriali di gestione faunistica e venatoria (al posto degli Ambiti territoriali di caccia).
  4. Le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all’attività venatoria - Per Cia, piuttosto, deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento.
  5. Deve essere rafforzata l’autotutela degli agricoltori - Sui propri terreni, i produttori devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento.
  6. Risarcimento totale del danno - La crescita dell’incidenza dei danni da fauna selvatica è esponenziale. Ad oggi, i danni diretti al settore agricolo accertati dalle Regioni corrispondono a 50-60 milioni di euro l'anno. Secondo Cia, gli agricoltori hanno diritto al risarcimento integrale della perdita subita a causa di animali di proprietà dello Stato, comprensivo dei danni diretti e indiretti alle attività imprenditoriali. Bisogna superare la logica del “de minimis”; mentre criteri, procedure e tempi devono essere omogeni sul territorio, con la gestione affidata alle Regioni.
  7. Tracciabilità della filiera venatoria - Ai fini della sicurezza e della salute pubblica, occorre assicurare un efficace controllo e un’adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei e autorizzati, in tutte gli areali di caccia.
Flagello cinghiali, agricoltori da tutta Italia in piazza Montecitorio - Ultima modifica: 2019-11-07T15:45:08+01:00 da Simone Martarello