Dopo quelle favorevoli al Caa liberi professionisti e al Caa Canapa è arrivata la terza sentenza del Tar su un ricorso presentato contro la bozza di convenzione proposta da Agea ai centri di assistenza agricola. Anche questa a favore dei ricorrenti: i centri di assistenza agricola della Lombardia Unicaa Srl.
Il pronunciamento del tribunale amministrativo ricalca quello delle altre due sentenze e in sostanza ribadisce che non è con il un inquadramento da dipendente che si garantisce una maggior qualità e trasparenza del lavoro svolto dagli operatori che hanno accesso al portale Sian. Anzi, i liberi professionisti, essendo iscritti a un ordine professionale, hanno l'obbligo della formazione continua, l'assicurazione professionale e sono sottoposti al giudizio di un consiglio di disciplina che decide eventuali ammonizioni o sospensioni in caso di mancato rispetto delle regole.
Epap: «Tutelati gli interessi dei nostri iscritti»
A coadiuvare il ricorso di Unicaa c'era Epap, l'ente di previdenza pluricategoriale dei liberi professionisti, tra cui gli agronomi. La cassa intendeva difendere le ragioni dei professionisti iscritti all’ente previdenziale contro provvedimenti che possono indirettamente ledere i loro diritti professionali e patrimoniali.
«Si tratta di un riconoscimento importantissimo del ruolo degli enti di assistenza e previdenza dei professionisti – ha commentato il presidente di Epap Stefano Poeta –. Infatti, poiché le prestazioni sono erogate impiegando le risorse derivanti dai contributi versati dagli iscritti in ragione del fatturato maturato, si è riconosciuto che l’ente ha interesse a tutelare la capacità reddituale degli iscritti per garantire la continuità e consistenza della contribuzione da impiegare per continuare ad erogare prestazioni a favore loro e dei loro familiari».
«Per questa ragione Epap è intervenuta prontamente e senza indugio nel giudizio promosso da un Centro di assistenza agricola che si opponeva ai provvedimenti di Agea con i quali l’agenzia aveva stabilito che i centri non potevano più avvalersi di liberi professionisti ma solo di collaboratori dipendenti, in tal modo incidendo negativamente sulla capacità reddituale e quindi contributiva a favore dell’ente e quindi degli stessi professionisti – ha aggiunto Poeta –. Si tratta di una grande risultato per la categoria degli agronomi, ma in generale di un nuovo e importante passo verso l’affermazione di un modello di cooperazione tra mondo delle professioni e amministrazione».