Dopo un 2017 nettamente sfavorevole (-3,9% il valore aggiunto in volume), l’agricoltura italiana ha registrato nel 2018 una debole ripresa, con un aumento della produzione dello 0,6% in volume e dello 0,9% del valore aggiunto. Lo rende noto l'Istat nel suo report sull'andamento dell'economia agricola. Decisamente più robusta l’espansione del valore aggiunto dell'industria alimentare, con un incremento del 2,7% in volume e del 2,9% a prezzi correnti. Il complesso del comparto agroalimentare ha così segnato una crescita del valore aggiunto dell'1,8% in volume e dell'1,3% a prezzi correnti. in crescita anche l'occupazione (+0,7%), i redditi da lavoro dipendente (+4,2%) e gli investimenti fissi lordi (+4,1% in valori correnti).
Centinaio: «Siamo sulla strada giusta»
«L'agricoltura regge e cresce – commenta il ministro Gian Marco Centinaio -, aumenta l'occupazione e si può parlare finalmente di ripresa, anche grazie al vino che registra una crescita sorprendente, i dati ci fanno ben sperare».
«Abbiamo attraversato – continua- - un anno particolarmente difficile per molti comparti, nei quali siamo intervenuti tempestivamente e che risolleveremo grazie al Dl emergenze agricoltura». «Ora abbiamo intrapreso la strada giusta – sostiene il ministro - e se riusciremo a imporre anche la nostra voce in Europa, nella futura Pac, l'agricoltura potrà aspirare a diventare uno dei settori trainanti dell'economia nazionale».
Coldiretti: «È il record dell’export che traina la ripresa»
«A trainare l'agroalimentare italiano è il record fatto registrare dalle esportazioni che sono salite a 41,8 miliardi di euro nel 2018 con un aumento del 47,8% nel decennio». Lo mette in evidenza un'analisi della Coldiretti in relazione al rapporto Istat sull'andamento dell'economia agricola, dal quale si evidenzia che «l'Italia è il primo paese europeo per valore aggiunto agricolo».
L’associazione agricola rileva che in un mercato nazionale che fa segnare consumi alimentari stagnanti con un aumento di appena lo 0,3% a spingere la crescita sono le esportazioni tra le quali in testa alla classifica si piazza il vino, con un valore di 6,2 miliardi e una crescita del 56,9%; ma spiccano anche i risultati ottenuti nel decennio da prodotti italiani come gli agrumi (+89,5%), latte e formaggi (+82,3%), carni e salumi (+70,2%).
«L'andamento sui mercati internazionali – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore PrandinI- potrebbe però ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della agropirateria internazionale che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale».
Giansanti (Confagri)«I prezzi dei prodotti agricoli crescono meno di quelli degli input tecnici»
«L'italia si conferma - afferma il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti - il primo paese europeo per valore aggiunto nel settore agricolo e il secondo per valore della produzione; nonostante ciò soffre la redditività delle aziende agricole; il settore primario ha ottime opportunità, ha una vocazione all'export, ha una propensione al rinnovamento ma subisce le conseguenze di cambiamenti climatici, aumenti dei costi, rapporti di filiera, ed anche del peso di burocrazia e gap infrastrutturali e digitali».
«L'aumento del valore aggiunto nel 2018 è modesto (meno dell'1%) e consente solo un parziale recupero rispetto agli scorsi anni, tornando in pratica ai valori di cinque anni fa. L'andamento del 'Pil agricolo' rimane poi caratterizzato da una forte volatilità che certo non garantisce fiducia agli operatori».
Giansanti rileva che nel 2018 i prezzi dei prodotti agricoli venduti sono aumentati solo dell'1,1% mentre quelli degli input (concimi, energia motrice, mangimi) sono aumentati in misura molto più consistente (+3,9%), con un ampio differenziale favorevole ai secondi.
Cresce vino e mele, crolla l’olio di oliva
Il quadro che emerge dall'analisi istat ha infatti luci ed ombre:
- si registrano ottime performance per settore vitivinicolo (+16,2%) e melicoltura (+25,6%),
- ma anche calo produttivo del settore agrumicolo (-4%)
- ed il crollo di quello olivicolo (-34,7%, con xylella e mosca olearia che incidono pesantemente sui raccolti);
- in calo anche allevamenti zootecnici (-0,6% la variazione del volume e -2,2 % dei prezzi 2018/2017),
Dall'analisi di Istat emerge poi la crescita della multifunzionalità delle imprese agricole, per migliorare la competitività (+21% il valore della produzione per attivita' secondarie e di supporto sul totale dell'agricoltura); la produzione di energia rinnovabile (fotovoltaico, biogas, biomasse) rappresenta il 32% del complesso delle attività secondarie, seguita dall'agriturismo (30%).
«È giunto il momento – conclude Confagricoltura- di attivare misure straordinarie per il settore agricolo; serve insomma un piano nazionale per l'agricoltura che favorisca e rafforzi la crescita; oltre tutto, quello agricolo e' un settore che guarda avanti, che vuole innovare e che puo' fornire buone opportunità occupazionali (+4,2% i redditi da lavoro dipendente, +4% le retribuzioni lorde).