Alcol da vino in giacenza. Anche le cantine e le distillerie italiane sono pronte a dare il loro contributo ai servizi sanitari impegnati nella emergenza epidemiologica da coronavirus.
La proposta arriva da Alleanza cooperative agroalimentare e AssoDistil e prevede la possibilità di destinare una parte delle giacenze di vino a una distillazione volontaria. Operazione che consentirà di rifornire da subito le distillerie di alcol destinato alla produzione di igienizzanti e di limitare l’attuale ricorso all'importazione dall’estero, cosa resa ancora più difficile in questi giorni per le difficoltà dei trasporti.
Misura prevista anche dall'Europa
La misura di distillazione è espressamente prevista da normative europee – nello specifico, il Regolamento (UE) N. 1308/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio – e attende ora il via libera da parte del nostro Ministero, che sta esaminando la proposta.
«La volontà del sistema cooperativo è di poter dimostrare tutta la propria solidarietà al settore sanitario e più in generale all’intera collettività», spiega il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri. «Come risulta dagli ultimi dati in possesso del Ministero delle politiche agricole, nelle cantine dei produttori, da nord a sud dell’Italia, vi sono giacenze di vino da tavola e a denominazione. La misura della distillazione di solidarietà può rappresentare a nostro avviso un’importante
opportunità per i produttori e per il Paese: potremmo immettere sul mercato alcol destinato alla produzione di igienizzanti utilizzando le scorte nazionali di vino».
Distillazione temporanea
I dettagli della proposta, che è stata avanzata in questi giorni attraverso una lettera indirizzata alla ministra Teresa Bellanova, sono spiegati da Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil: «si tratta di dare il via libera ad
una distillazione in via temporanea per due mesi, aprile e maggio, di circa 2 milioni di ettolitri, per una produzione di circa 22 milioni di litri di alcol. Come stabilito all’art. 216 del regolamento 1308/2008, i produttori di vino per questa operazione dovrebbero ottenere un contributo da parte dello Stato, nella logica di evitare conseguenti distorsioni nei mercati di riferimento e contenere il prezzo di vendita degli igienizzanti ai consumatori finali».