Superare il digital divide tra città e campagne portando la banda larga nelle aziende e sostenere con nuove soluzioni tecnologiche il grande potenziale di innovazione del settore a beneficio della ripresa economica del Paese, accelerando la transizione digitale dell’agroalimentare Made in Italy. Questo l’obiettivo dell’accordo firmato da Coldiretti, Tim e Bonifiche Ferraresi alla presenza, rispettivamente, del presidente Ettore Prandini, e degli amministratori delegati Luigi Gubitosi e Federico Vecchioni.
Impulso alla diffusione dell'agricoltura digitale
L’intesa dovrebbe favorire il processo di digitalizzazione delle aree interne e rurali al fine di favorire l’adozione di applicazioni innovative che si avvalgono delle potenzialità della fibra e dei servizi connessi a supporto delle imprese agroalimentari che producono, trasformano e commercializzano beni e servizi essenziali anche grazie alla rete dei consorzi agrari. L’Agricoltura 4.0 rappresenta uno strumento strategico per l’economia post covid, con l’obiettivo di coinvolgere entro due anni il 10% della superficie coltivata in Italia.
L’emergenza coronavirus ha fatto emergere la strategicità della digitalizzazione del Paese a sostegno anche della competitività del Made in Italy agroalimentare, dal commercio elettronico all’ottimizzazione dei processi, per ottenere un incremento di produttività accompagnata dalla riduzione dei costi e a favore della sostenibilità ambientale.
L’intesa contribuirà inoltre ad elaborare nuove soluzioni per abbattere il carico burocratico che pesa sulle imprese e a rafforzare il ruolo della blockchain nella tracciabilità dei cibi.
Prandini e Vecchioni: «Ritardo da recuperare»
«Il pesante ritardo accumulato nelle aree rurali va colmato per poter utilizzare al meglio nelle campagne tutto il potenziale delle nuove tecnologie − ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, − dai droni che verificano in volo lo stato delle colture ai sistemi informatizzati di sorveglianza per irrigazioni e fertilizzanti, dall’impiego di trappole tecnologiche contro i parassiti dannosi».
Sulla stessa linea l'amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi Federico Vecchioni: «Crediamo sia un accordo fondamentale per recuperare il gap rispetto ad altri Paesi nostri competitor e sarà importante per compiere un ulteriore passo verso quella digitalizzazione dell’agricoltura italiana che vede il Gruppo Bf Spa con la sua società Ibf Servizi, che oggi gestisce circa 100.000 ettari a livello nazionale per conto di aziende agricole di tutte le dimensioni, impegnati quotidianamente insieme a tutti i suoi partner e centri di ricerca e università italiane e internazionali».
Gubitosi: «Più reddito in agricoltura con le nuove tecnologie»
«L’agricoltura è uno dei molti ambiti in cui l’impiego delle nuove tecnologie applicate genererà un salto significativo di produttività e redditività del settore. Già lo dimostrano quelle imprese che in Italia e nel mondo hanno ottimizzato i loro sistemi di lavorazione grazie all’adozione di processi innovativi − ha detto l'amministratore delegato di Tim Luigi Gubitosi − il nostro Gruppo, come testimoniano le recenti sperimentazioni del 5G su mezzi agricoli a guida autonoma, è da tempo impegnato nell’offerta di servizi a supporto della filiera, con l’obiettivo di portare l’innovazione anche nelle aree rurali. Con questo accordo vogliamo potenziare la digitalizzazione e accelerare la transizione verso un modello agricolo sempre più all’avanguardia».