Dopo momenti difficili sul riso torna il sorriso.
Al di là del gioco di parole, i prezzi del riso sono tornati a essere di un certo interesse e Coldiretti dà il merito di questa crescita all'entrata in vigore dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine del riso.
Secondo un'analisi della Professionale aumentano fino al 75% le quotazioni dei raccolti Made in Italy dopo essere scesi su valori insostenibili per i produttori.
Secondo lo studio della Coldiretti, le quotazioni nell'arco di un anno sono aumentate del 70% per la varietà Arborio che ha raggiunto i 520 euro a tonnellata, mentre per il Selenio l'incremento è stato addirittura del 75% con 490 euro a tonnellata.
Variazioni positive anche per tutti gli altri risi Made in Italy: dal Roma +54% al Sant'Andrea +49%, dal Carnaroli +55% al Vialone Nano +32% fino al Lungo B +20%.
Stop al prodotto asiatico
«Alla valorizzazione della produzione nazionale ha contributo però - sottolinea la Coldiretti - anche lo stop all'invasione di riso asiatico nell'Unione europea che da metà gennaio 2019 ha messo finalmente i dazi sulle importazioni provenienti dalla Cambogia e dalla Birmania (ex Myanmar) che fanno concorrenza sleale ai produttori italiani».
In gioco, rileva la Coldiretti, c'è il primato dell'Italia in Europa dove il nostro Paese è il primo produttore di riso con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 219.300 ettari, che copre circa il 50% dell'intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica.