L'invasione russa e le sue ripercussioni in Ucraina.
La sicurezza alimentare globale pregiudicata dalla crisi geopolitica in atto.
I sistemi alimentari sostenibili.
Il panorama del commercio agricolo.
Le catene di approvvigionamento agroalimentare.
Questi i temi al centro dell’incontro del G7 Agricoltura, che si è svolto a Stoccarda, in Germania, il 13 e 14 maggio e che ha visto la partecipazione dei Ministri dell'Agricoltura del G7, il direttore generale della FAO Qu Dongyu e al segretario generale dell’Osce Mathias Cormann e la presenza eccezionale del Ministro della Politica Agraria e dell'Alimentazione dell'Ucraina, Mykola Solsky.
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L’appello di Qu contro la fame
Qu ha invitato le nazioni del G7 a prevenire il forte rischio di crisi alimentare in Africa e Asia a causa della guerra in Ucraina. «Dobbiamo individuare in fretta - ha detto il direttore generale della Fao, invitato dalla presidenza tedesca del G7 - il modo per colmare le imminenti carenze di cereali e oli alimentari nei mercati globali, lavorando insieme per promuovere, ove possibile, aumenti sostenibili della produttività».
«Già nel 2021 – ha riferito – l’insicurezza alimentare riguardava circa 193 milioni di persone, quasi 40 milioni più del 2020». Una cifra che rischia di aumentare a causa delle ridotte forniture alimentari provenienti dai Paesi coinvolti nel conflitto. I prezzi di grano, mais e semi oleosi, nonchè dei fertilizzanti, già n aumento a seguito della pandemia, ora sono in impennata a causa del conflitto.
Prezzi record
«L'indice Fao dei prezzi alimentari ha raggiunto il livello piu' alto (160 punti) dalla sua creazione nel 1990 e ad aprile è sceso solo leggermente».
«Le previsioni – ha detto Qu - sulle esportazioni di grano sia per la Russia che per l'Ucraina sono state riviste al ribasso dall'inizio della guerra. e nonostante altri attori del mercato come l'India e l'Unione europea abbiano aumentato le loro offerte, l'offerta rimane limitata e i prezzi probabilmente rimarranno elevati nei prossimi mesi».
Patuanelli: «Sostenere gli sforzi degli agricoltori ucraini»
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, è intervenuto dopo il Ministro Ucraino Solsky che ha illustrato come, nonostante la guerra in corso, le attività agricole continuino nel Paese nei limiti del possibile.
«È necessario – ha detto Patuanelli - fare ogni sforzo affinché la produzione agroalimentare ucraina e il grano possano coprire il fabbisogno alimentare interno di un Paese in guerra. Ma anche continuare a coprire, per quanto possibile, la domanda dei mercati tradizionali» .
Potenziato il sistema di informazione sui mercati “Amis”
Il G7 ha deciso quindi di rafforzare ed espandere l'Agricultural market information system (Amis), una piattaforma inter-agenzia progettata per migliorare la trasparenza del mercato alimentare lanciata nel 2011 dai Ministri dell'Agricoltura del G20 in seguito agli aumenti globali dei prezzi alimentari nel 2007/08.
Cinque milioni di euro dal MIpaaf
Per scongiurare il rischio di crisi alimentare il Ministro Patuanelli ha annunciato, in continuità con il lavoro della presidenza italiana del G20, e degli impegni assunti nel corso della Ministeriale Agricoltura di Firenze, il contributo di 5 milioni di euro che il MiPAAF assegnerà alla FAO per la realizzazione di progetti inseriti nella Food Coalition: 3 milioni per finanziare iniziative a supporto dei sistemi agricoli e alimentari colpiti dalla crisi pandemica anche attraverso programmi di gemellaggio e 2 milioni di euro in favore del settore agricolo in Ucraina.
Italia capofila della sostenibilità agricola
È toccato proprio a Patuanelli introdurre poi il tema della sostenibilità ambientale, alla luce dell'esperienza italiana del G7 agricoltura del 2017.
Il Ministro ha sottolineato come sia necessario porre rimedio alla crisi climatica, tutelando l'ambiente, la biodiversità, senza consumare suolo né sprecare le risorse naturali e preservare i sistemi di produzione locali legati al territorio, investendo sulle pratiche agricole benefiche per l'ambiente.
Il Ministro ha poi illustrato ai membri del G7 le azioni messe in atto dall'Italia in materia di gestione del rischio, con l'introduzione della sperimentazione, per l'annualità 2022, del nuovo Fondo Mutualistico Nazionale, a copertura dei danni alle produzioni agricole causati da eventi avversi di natura catastrofale.
Verso un’agricoltura virtuosa nel sequestro del Carbonio
È emersa la necessità di condividere le rispettive esperienze tra Paesi della UE in materia di meccanismi di incentivazione, per remunerare le pratiche agricole e forestali che favoriscono l'assorbimento di carbonio, in una prospettiva competitiva, in cui i consumatori tendono a privilegiare comportamenti sempre più virtuosi da parte delle imprese.
Per quanto riguarda i mercati, il Ministro Patuanelli ha ribadito l'importanza che riveste l'analisi dell'OSCE sull'impatto della guerra nell'agricoltura, al fine di assicurare la trasparenza dei mercati e la circolazione di informazioni corrette e la necessità che questo lavoro continui per poter disporre di elementi e dati per contrastare la diffusione di messaggi fuorvianti che possono generare fenomeni speculativi.
Nel corso del G7 il Ministro Patuanelli ha incontrato in bilaterale le omologhe del Canada Marie Claude Bibeau, dell'Inghilterra, Victoria Prentis e il ministro agricolo della Germania Cem Özdemir.
I Paesi più a rischio
Dall’analisi di Qu Dongyu, segretario generale della Fao è emerso che «I Paesi che dipendono fortemente dalle importazioni di grano dall’Ucraina includono Egitto e Turchia, ma anche alcuni Paesi subsahariani come Congo, Eritrea, Madagascar, Namibia, Somalia e Tanzania».
La forte dipendenza dai fertilizzanti importati dalla Russia riguarda invece pressochè tutti i paesi esportatori di cereali e materie prime di alto valore come Argentina, Bangladesh e Brasile.
Qu ha proposto uno strumento globale di finanziamento delle importazioni alimentari per aiutare I paesi in via di sviluppo a far fronte all'aumento dei prezzi dei generi alimentari. Il meccanismo, rigorosamente basato sui bisogni e limitato ai paesi a basso e medio reddito, importatori netti di prodotti alimentari e beneficiari selezionati dell'associazione internazionale per lo sviluppo, potrebbe beneficiare quasi 1,8 miliardi di persone nei 61 paesi più vulnerabili del mondo.