«Biologico e biotecnologie non sono incompatibili»

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Luigi D'Eramo, sottosegretario al Masaf.
Il sottosegretario al Masaf Luigi D'Eramo, con delega all’agricoltura biologica e “quote latte”, prende posizione sulle Tea e promette sostegno agli allevatori che sono in difficoltà a pagare quanto ancora dovuto

Dall'attuazione del piano d'azione nazionale del biologico alla messa in campo delle Tea a supporto di un incremento produttivo anche per i prodotti bio; dalla proroga sulle contaminazioni accidentali di prodotti fitosanitari alla cabina di regia per l’emergenza siccità; fino alle pendenze sulle multe per le quote latte e i ritardi infrastrutturali. Il sottosegretario al Masaf Luigi D'Eramo fa il punto sui principali dossier di sua competenza e sui temi di attualità come la sempre più grave emergenza siccità e il digital divide nelle campagne.

Dopo la storica approvazione della legge sul biologico a che punto è l’adozione del Piano d’azione nazionale?

La legge entrata in vigore lo scorso aprile impegna il ministero a predisporre molti e complessi atti normativi, alcuni dei quali già completati, altri in via di definizione. A fine luglio è stata avanzata una prima proposta del Piano d’azione nazionale. La versione definitiva, che il Masaf si accinge a predisporre, terrà conto degli elementi trasmessi da Regioni e Province autonome, e anche dei risultati della consultazione pubblica con la quale è stata interpellata la società civile e che ha visto una grande risposta. Tutti i contributi confluiranno nel piano triennale che ha una forte valenza strategica e programmatica per lo sviluppo del settore.

E per quanto riguarda l’attivazione del marchio Made in Italy Bio e tavolo tecnico?

Per il marchio sarà possibile avviare il bando per il concorso di idee non appena saranno predisposti i decreti di ripartizione del Fondo previsto all’articolo 9 della legge. Per quanto riguarda il Tavolo tecnico, l’impegno è arrivare a selezionare quanto prima i componenti, così che diventi uno strumento operativo in grado di dare ulteriore slancio a un settore in cui finora l’Italia ha rappresentato un modello in Europa e non solo.

Il biologico corre a due velocità: crescono le superfici ma calano i consumi. C’è forse un problema relativo a prezzi troppo alti?

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da pandemia, guerra e un’inflazione mai così alta dalla metà degli anni Ottanta, con ripercussioni sulla capacità di spesa delle famiglie, e non solo per il biologico. Certamente il prezzo è la principale barriera, ma a volte c’è anche scarsa fiducia nella reale assenza di residui chimici. Noi puntiamo a un duplice obiettivo: arrivare al target del 25% di superfici fissato dall’Ue prima del 2030 e incentivare i consumi. Ciò sarà possibile puntando sulla comunicazione, spiegando le caratteristiche del biologico e che si tratta di prodotti di reale qualità. Inoltre, stanno crescendo le vendite online e l’offerta, anche nel fresco, presso i Discount, unico canale a veder aumentare le vendite.

Bio vs biotecnologie. Le Nbt possono essere di supporto anche agli agricoltori biologici in termini di incremento produttivo? O sono incompatibili?

Non credo ci sia incompatibilità. Le biotecnologie, e in generale tutta la ricerca, potranno mettere a disposizione della nostra agricoltura utili strumenti per migliorare le rese produttive e affrontare sfide come i cambiamenti climatici e soprattutto contrastare gli agenti patogeni esterni, aiutando così a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità posti da Bruxelles all’Italia e agli altri Stati membri.

Sarebbe utile una legislazione definitiva sull’utilizzo delle Tea anche per ridurre l’impiego dei fitofarmaci in agricoltura? Come giudica il nuovo regolamento europeo sui fitosanitari? E che il Consiglio europeo abbia chiesto di valutarne l’impatto?

Le tecniche di evoluzione assistita possono servire a ridurre l’impiego di fitofarmaci. Su questi ultimi non ci dovrebbe però essere un approccio ideologico. L’idea è condivisibile ma ci si dovrebbe anche interrogare sugli effetti, in mancanza di alternative. Noi siamo un modello virtuoso, ma in base alla proposta di Bruxelles, per l’Italia si prevede una riduzione del 62% dell’uso di fitosanitari chimici. Bene ha fatto il Consiglio europeo a chiedere che sia valutato l’impatto di queste misure. Anche perché alla base della sua richiesta c’è la considerazione che la Commissione non ha fornito finora analisi quantitative adeguate sul potenziale impatto che avrà sul settore agricolo europeo e sulla sicurezza alimentare.

La Commissione ha dato il via libera a quattro regolamenti applicativi che renderanno più rapida l’approvazione dei microrganismi da utilizzare come sostanze attive nei prodotti fitosanitari. Cosa ne pensa?

Ben vengano soluzioni diverse dai tradizionali pesticidi chimici che siano in grado di rispettare il pianeta e la salute. Agevolando l’immissione sul mercato di questi prodotti gli agricoltori, compreso chi produce biologico, avranno a disposizione più alternative per proteggere in modo sicuro e sostenibile le proprie colture. In questo senso è fondamentale investire nella ricerca, che è una priorità anche del Masaf.

In cosa consiste il decreto che sposta al 31 dicembre 2025 la proroga sulle contaminazioni accidentali di prodotti fitosanitari?

Il decreto posticipa l’applicazione di una soglia di decertificazione più alta (0,5 mg/kg per le coltivazioni erbacee e 1 mg/kg per le coltivazioni arboree) in caso di contaminazione accidentale dei prodotti biologici da acido fosfonico. Grazie a questa proroga si avrà anche il tempo di valutare i risultati dello studio “Biofosf cube” affidato dal Masaf al Crea per studiare fenomeni di degradazione dell’acido fosfonico all’interno dei tessuti vegetali e altri aspetti legati alla problematica della contaminazione da fosfiti dei prodotti bio.

Veniamo ora alle pendenze sulle multe per le quote latte. A gennaio si era impegnato a contattare i tecnici del Ministero e Agea per trovare una soluzione più equilibrata possibile. A che punto siamo?

Da anni l’Italia fa i conti con la questione delle quote. L’aver istituito una specifica delega indica la volontà da parte del Masaf di arrivare a una conclusione di questa vicenda. Ministero e Agea stanno lavorando sul dossier, e da parte mia mi sono confrontato anche con i rappresentanti delle organizzazioni. L’obiettivo è da un lato trovare il modo di aiutare gli allevatori che sono in difficoltà a pagare quanto ancora dovuto, dall’altro di individuare una soluzione che possa essere accettata dall’Unione europea.

Emergenza siccità. Come si sta muovendo il Governo? Interventi strutturali non sono più rinviabili.

Quest’anno rischiamo un’emergenza peggiore del 2022 che è stata in Europa l’annata più siccitosa da oltre 500 anni. La risorsa idrica è essenziale per l’agricoltura e per il Made in Italy agroalimentare, ma purtroppo riusciamo a trattenere una percentuale bassissima di acqua piovana e tanta ancora se ne disperde. Per affrontare l’urgenza il Governo ha convocato una cabina di regia, che coinvolge oltre a Palazzo Chigi i ministeri dell’Agricoltura, Infrastrutture e Ambiente, che servirà a individuare le misure per far fronte all’emergenza e alle criticità dei prossimi mesi. E, grazie al tavolo interministeriale, anche a mettere finalmente in campo un piano di interventi strutturali di medio e lungo periodo.

Azioni tempestive sono necessarie anche per colmare il digital divide nelle aree interne. L’abbandono dei territori è il primo campanello di allarme per un settore a cui viene chiesto di aumentare la produttività. Come intendete procedere?

Nell’ultima manovra è stato istituito un fondo per l’innovazione con una dotazione di 225 milioni di euro in tre anni per un’agricoltura più moderna, produttiva e sostenibile. Le nostre aree interne hanno grandi potenzialità, ma dobbiamo vincere la scommessa di tenere insieme tradizione e innovazione. Prodotti tipici, allevamento, artigianato e turismo sono le nostre ricchezze, ma solo investendo nelle infrastrutture immateriali e colmando il digital divide potranno esprimere tutte il loro valore e offrire nuove possibilità anche ai nostri giovani.

 

 

«Biologico e biotecnologie non sono incompatibili» - Ultima modifica: 2023-03-02T16:28:46+01:00 da Laura Saggio

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