«Era doveroso per me essere qui, salutare i manifestanti, incontrare le associazioni, fare il punto della situazione e preparare la riunione di lunedì, alla presenza del presidente Emiliano, per il tavolo tecnico con i sindaci della provincia di Lecce, che ci consentirà di dipanare nel merito tutte quante le questioni burocratiche che molto impattano sulla celerità delle nostre azioni». È quanto ha dichiarato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo di Gioia, intervenendo alla conferenza stampa organizzata a Lecce sulla questione Xylella nella sede dell’assessorato, presidiata da Agrinsieme Puglia e Coldiretti Puglia.
L'impegno della Regione
L’assessore di Gioia ha ribadito l’impegno della Regione, «l’unico ente che sta lavorando su questa materia sul territorio. Voglio ringraziare il ministro Centinaio per il decreto che ha portato in Consiglio dei ministri, sapendo che le risorse stanziate fra Cipe e decreto sono solo una parte iniziale del fabbisogno di un territorio lacerato e distrutto». L’assessore ha poi richiamato il mondo agricolo «alla responsabilità dell’unità di intenti, superando le divisioni e guardando al cuore dei problemi che devono essere il motivo che ci orienta nelle scelte che poi dobbiamo fare».
Agrinsieme Puglia: «Servono ulteriori risposte da Ue, Governo e Regione»
Per Agrinsieme Puglia, il coordinamento che riunisce le federazioni regionali di Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, i danni stimati superano il miliardo di euro e le risorse finora stanziate sono insufficienti, servono perciò ulteriori risposte da Ue, Governo e Regione.
«Ribadiamo la necessità di avere ulteriori risposte dalle istituzioni, con particolare riferimento all’Unione europea, al Governo e alla Regione Puglia, per far fronte all’emergenza Xylella, che ha causato danni stimati in oltre 1 miliardo di euro – ha affermato Tommaso Battista, presidente di Copagri Puglia e Bari, a nome di Agrinsieme Puglia –. Finora, infatti, sono oltre 10 milioni gli olivi infetti, cifra che, moltiplicata per un costo di abbattimento e reimpianto pari a circa 150 euro a olivo, dà un’idea della gravità dei danni causati all’olivicoltura della Regione Puglia e palesa l’insufficienza delle risorse finora stanziate».
Dopo le prime parziali misure contenute nel D.L. Emergenze, Agrinsieme Puglia chiede maggiori risorse che permettano agli agricoltori di coprire i danni causati dall’epidemia, attraverso un piano di durata pluriennale che consenta di affrontare anche la questione degli abbattimenti e dei reimpianti.
«Servono, poi, una vera semplificazione burocratica per avviare gli abbattimenti e i reimpianti, lo stanziamento di nuove risorse del Psr da destinare alla ricerca e ai reimpianti e l’attivazione anche nella zona infetta di tutte le pratiche previste nella zona cuscinetto – ha proseguito Battista –. Chiediamo, inoltre, durante la fase di conversione in legge del D.L. Emergenze, una correzione per chiarire, fra l’altro, come le misure di abbattimento contenute nel provvedimento potranno portare a un effettivo snellimento delle procedure. Ricordiamo che stiamo parlando di un settore di vitale importanza per l’economia regionale e nazionale, che conta oltre 350.000 imprese e rappresenta il 13,59% del totale delle aziende agricole italiane, per un valore della produzione di circa 4 miliardi di euro l’anno. A causa di questa emergenza, la produzione olivicola regionale è quasi azzerata e quella nazionale è ai minimi storici, con sensibili ripercussioni sulla redditività dei produttori».
Coldiretti Puglia: «La burocrazia è peggio dell’epidemia»
«Siamo qua contro la gestione inconcludente dell’emergenza Xylella che ha devastato milioni di olivi in Salento – ha evidenziato il presidente regionale di Coldiretti Puglia Savino Muraglia –. Denunciamo i ritardi inaccettabili della burocrazia regionale e chiediamo interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e decreti senza impegni concreti per la ricostituzione del patrimonio olivicolo distrutto, mentre gli agricoltori non sanno come comportarsi per realizzare nuovi impianti resistenti e tornare a lavorare e produrre. Dopo quasi quattro anni sono ancora bloccati ben 100 milioni di euro del Psr per i bandi per gli espianti e i reimpianti, gli investimenti e i frantoi; le aziende al collasso sono costrette a pagare le cartelle dei Consorzi di bonifica; i vivai ancora non possono movimentare le piante all’interno dell’area infetta. Parleremo direttamente con il presidente della Regione Emiliano. E il D.L. Emergenze va riempito di contenuti e risorse: abbiamo già pronti gli emendamenti».
Unaprol: «100.000 piante di Leccino consegnate agli olivicoltori salentini»
Intanto il consorzio olivicolo Unaprol ha deciso di procedere all’acquisto di 100.000 piante di olivo della varietà Leccino resistente alla Xylella, che verranno consegnate agli olivicoltori salentini associati, ha annunciato il presidente di Unaprol, David Granieri. Secondo Granieri il D.L. Emergenze «non crea le condizioni per andare in deroga ai vincoli paesaggistici, idrogeologici e di ogni altra natura in area infetta. In altre parole gli agricoltori dell’intera provincia di Lecce e di parte delle province di Taranto e Brindisi che non hanno obbligo di espianto si ritrovano a morire di burocrazia».
Psr Puglia, misura per il sostegno alle aziende olivicole nella zona infetta da Xylella
Nel frattempo, con determinazione dell’Autorità di gestione del Psr Puglia 2014-2020 n. 37 dell’8 marzo 2019 (pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 29 del 14 marzo) è stato approvato l’avviso pubblico per la presentazione delle domande di sostegno relative alla Misura 4: “Investimenti in immobilizzazioni materiali”, operazione 4.1 C “Sostegno per gli investimenti per la redditività, la competitività e la sostenibilità delle aziende olivicole della zona infetta relativamente alla Xylella fastidiosa”. Soggetti beneficiari sono olivicoltori in attività che intendono realizzare un progetto nella forma di imprenditori agricoli singoli o associazioni di agricoltori.
Ai fini della loro ammissibilità gli investimenti fissi, compreso l’acquisto di terreno, devono essere realizzati nella zona infetta, mentre per gli investimenti mobili la superficie aziendale che li giustifica deve ricadere in zona infetta in misura superiore al 50%. Sono ammissibili all’aiuto tutte le operazioni di miglioramento fondiario e l’acquisto di macchinari.
La concessione dell’aiuto pubblico è prevista nelle seguenti forme:
- contributo in conto capitale,
- contributo in conto interesse,
- contributo in forma mista (conto capitale + conto interesse).
L’aliquota di sostegno è pari al 50% della spesa ammessa a finanziamento, che può essere aumentata di un ulteriore 20% (arrivando al 70%) nei seguenti casi:
- investimenti realizzati da giovani agricoltori già insediati nei cinque anni precedenti,
- investimenti collettivi compresi quelli collegati a una fusione di organizzazioni di produttori,
- investimenti realizzati in zone soggette a vincoli naturali (zone svantaggiate).
Ma per Dario Stefàno, vice presidente del gruppo Pd al Senato ed ex assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, il bando Psr su Xylella non risolve i problemi degli olivicoltori salentini. «La pubblicazione del bando Psr Puglia 2014-2020 relativo alla Xylella è una buona notizia solo a metà, che lascia insoddisfatti. La misura proposta, infatti, rivela buone intenzioni, ma non centra il vero problema: quello degli espianti e dei reimpianti, l’unico modo per restituire speranza ai produttori a cui la Xyella ha letteralmente tagliato le gambe».