Gli agricoltori da una parte, la distribuzione dall’altra: la filiera agroalimentare si spacca sul fronte della direttiva contro le pratiche commerciali sleali. Lo si è visto anche in occasione del nostro recente convegno sulle filiere made in Italy organizzato per celebrare l’80° Edagricole.
Dove Paolo De Castro ha denunciato pressioni per dirottare l’approdo della direttiva, la cui discussione, nell’ambito del trilogo tra Europarlamento, Commissione e Consiglio, inizia domani con De Castro come principale relatore.
Gdo sotto accusa
Nella stessa occasione Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione, ha messo in evidenza le finalmente buone relazioni tra distribuzione e maggioranza di Governo, con la gdo già “coinvolta” in almeno due occasioni dalla Commissione agricoltura della Camera. Peccato che in entrambe le occasioni si trattasse di rispondere a precise accuse riguardo a pratiche commerciali sleali come le vendite sottocosto e le aste a doppio ribasso.
Misure anti-inflattive lasciate in balia dei rapporti di filiera
Una tensione esasperata da un clima economico non proprio florido e dalla totale latitanza della politica riguardo alla predisposizione di misure anti-inflattive: l’esigenza di calmierare i prezzi dei generi agricoli di prima necessità viene lasciata in balia dei rapporti di filiera, con il rischio di fare pagare doppiamente la crisi ai produttori, penalizzati da gabelle contrattuali e da prezzi non proprio equi e solidali.
Azioni di lobby e proteste singolari
Per l’agricoltura diventa così fondamentale recuperare parte del valore aggiunto perduto in questi anni, ma il confronto è impari: le catene della gdo hanno dimensioni multinazionali e le centrali d’acquisto nate dagli accordi tra diverse catene hanno assunto volumi titanici. La disputa commerciale sta così velocemente degenerando in un nuovo genere di scontro sociale il cui epicentro è in questi giorni proprio l’europarlamento di Strasburgo. Un recente articolo a firma Paolo Viana pubblicato sul quotidiano L’Avvenire ha denunciato la pressione delle lobby, con raccolte di firme tra gli Europarlamentari per bloccare il cammino della Direttiva. E questa mattina le organizzazioni europee degli agricoltori, delle cooperative e dei giovani agricoltori Copa, Cogeca e Ceja, insieme con le organizzazioni francesi Fnsea e ja, hanno organizzato una forma di protesta singolare: un flash mob in vista del voto del Parlamento europeo sulle pratiche sleali nel commercio agroalimentare, e una conferenza stampa a cui partecipano il nostro Paolo De Castro, relatore del provvedimento, assieme ai colleghi Michel Dantin e Mairead McGuinnes. Le organizzazioni auspicano così che la normativa possa essere approvata prima della fine di questa legislatura, ovvero entro maggio 2019.
L’oggetto del contendere
Ogni paese ha predisposto normative per limitare lo strapotere della grande distribuzione. Quella italiana DL 24 gennaio 2012 secondo Paolo De Castro però non funziona perchè prevede l’attivazione delle autorità antitrust. Per prevedere invece tempi certi di reazione nel caso di pratiche sleali, il testo sostenuto dall’Europarlamento prevede la possibilità-di affidare il controllo della lealtà delle pratiche commerciali direttamente alle amministrazioni centrali (nel nostro Paese l’Icqrf). Le altre misure previste da Strasburgo puntano a stigmatizzare: i ritardi nei pagamenti delle merci deperibili, le modifiche unilaterali e retroattive dei contratti di fornitura, la cancellazione degli ordini di merce deperibile con poco preavviso, le gabelle per poter diventare fornitore, i pagamenti imposti per spese promozionali e pubblicitarie. L’europarlamento punta anche a introdurre misure per evitare triangolazioni per evitare che le catene delle gdo spostino le sedi in paesi con normative più accondiscendenti, vuole introdurre il concetto di dipendenza economica, vieta l’abuso di informazioni sensibili del fornitore e le vendite sottocosto.
Il testo sostenuto da Paolo De Castro prevede anche misure specifiche per contrastare l’imposizione di standard qualitativi o sanitari senza base giuridica o scientifica come le etichette a semaforo.