Dop e Igp, il nuovo Regolamento Ue non piace a Italia e Spagna

Dop e Igp
Dito puntato in particolare sulle modifiche al sistema autorizzativo dei nuovi prodotti da tutelare. Patuanelli: «I prodotti Dop e Igp non sono marchi commerciali ma eccellenze da tutelare»

Arrivano le prime reazioni alla bozza del nuovo Regolamento che intende disciplinare il sistema delle Indicazioni geografiche per prodotti agricoli, vini e bevande alcoliche presentato il 31 marzo dalla Commissione europea. A far discutere è soprattutto l'intenzione dell'esecutivo comunitario di delegare parte del processo di autorizzazione delle Dop e Igp all'Ufficio europeo dei brevetti (Euipo).

A marzo 2022 sono 3.458 le denominazioni registrate nell'Unione europea: 1.624 vini, 1.576 prodotti agroalimentari e 258 alcolici.

1. Procedure semplificate, ruolo dei consorzi e tutele sul web

Tra le proposte della Commissione c'è anche una definizione di "evocazione" di denominazione protetta, che limita l'accezione ampia del termine data fino a oggi dalla Corte di Giustizia Ue. Fino a oggi sono stati i tribunali a decidere in merito, caso per caso. Per esempio, la Corte Ue in passato ha giudicato un'evocazione fraudolenta di un nome protetto anche per prodotti diversi, come una catena dei ristoranti e il fatto che essa
potesse confondere il consumatore veniva deciso dai giudici nazionali. La Commissione, invece, propone una definizione una volta per tutte.

Prevista anche l'inclusione di rappresentanti di consumatori e vendita al dettaglio nei consorzi, e maggiore chiarezza sulla tutela di prodotti Dop e Igp utilizzati come ingredienti. La Commissione invita i Consorzi a inserire pratiche sostenibili nei disciplinari di produzione, ma secondo criteri definiti da Bruxelles. Nella proposta di nuovo Regolamento inserite anche norme per la tutela dei prodotti Dop e Igp venduti online.

La proposta estende anche il regime di qualità delle Specialità Tradizionali Garantite (Stg) e l'uso della dicitura "Prodotto di montagna" come termine di qualità facoltativo.

La bozza contiene anche una procedura di registrazione abbreviata e semplificata. Le diverse norme tecniche e procedurali in materia di Ig verranno fuse, in modo che ci sia un'unica procedura di registrazione semplificata per queste figure o nomi di qualità per i richiedenti dell'Ue e di Paesi terzi. Secondo il legislatore questa armonizzazione ridurrà il tempo tra la domanda e la registrazione, oltre ad aumentare l'attrattiva dei regimi per i produttori.

Scarica la bozza del nuovo Regolamento (in inglese)

2. Italia e altri 14 Stati dicono no alla modifica del sistema autorizzativo

L'Italia è il Paese più importante (per numero di prodotti alimentari tutelati, 841) tra i 15 contrari alla modifica del processo di autorizzazione, che oggi passa dallo Stato membro e dalla Direzione generale agricoltura della Commissione. Gli altri sono Spagna, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo e Romania.

"I prodotti Dop e Igp non sono marchi commerciali ma eccellenze del territorio da tutelare. La proposta di riforma del sistema Dop e Igp presentata dalla Commissione europea va in una direzione che continuiamo a non condividere" ha scritto su Facebook il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli. "Ho più volte ribadito che non permetteremo mai il via libera a un sistema che punta a eliminare il fondamentale rapporto con i territori per assumere quello di marchio commerciale, la nostra posizione è di netta contrarietà".

Il nuovo regolamento, per Patuanelli, "dovrà invece sostenere il ruolo dei Consorzi di tutela, valorizzare la vocazione territoriale e sociale delle Indicazioni geografiche e intensificare la lotta alle contraffazioni. Non siamo soli - ha sottolineato infine - in questa battaglia ma compatti con altri 15 Paesi europei che insieme a noi hanno sottoscritto la dichiarazione comune sulla revisione dei regolamenti in materia di indicazioni geografiche nell'ultimo Agrifish. Nessuno può trasformare il nostro Made in Italy in un comune prodotto commerciale" ha concluso il ministro.

3. Confagricoltura, proposta da rivedere ma obiettivi condivisibili

Una proposta di regolamento senz'altro condivisibile negli obiettivi, ma da approfondire
sotto il profilo delle nuove procedure proposte. Il sistema delle indicazioni geografiche richiede la più rigorosa tutela nelle fasi di riconoscimento e di protezione. Questa la presa di posizione di Confagricoltura sulla proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea sulle indicazioni geografiche.

Secondo Confagricoltura va meglio precisato, in particolare, il ruolo che si intende affidare all'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Euipo) nella fase di esame delle candidature e l'attività che potranno svolgere, in ambito nazionale, i gruppi di produttori autorizzati ai fini della tutela e dello sviluppo delle Indicazioni geografiche.

Positive, secondo l'associazione, le proposte della Commissione per la protezione delle Ig nelle vendite online. Nelle discussioni che si svolgeranno al Parlamento europeo e in seno al Consiglio sulla proposta di regolamento della Commissione, prosegue Confagricoltura, si dovrà tener conto della fondamentale esigenza di evitare tutti i rischi di "evocazione" delle denominazioni protette che possono confondere i consumatori. Non dovranno più crearsi casi come quello del Prosek croato, evidenzia Confagricoltura.

Secondo un recente studio sulle Ig svolto per conto della Commissione europea, sottolinea l'associazione, il valore di vendita di un prodotto a denominazione protetta è in media il doppio rispetto a quelli senza certificazione.

4. Coldiretti, in gioco comparto da oltre 16 miliardi

Anche per Coldiretti la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine è molto importante perché riguarda un comparto che per l'Italia ha un valore della produzione di 16,6 miliardi di euro, un export da 9,5 miliardi e dà lavoro a oltre 86mila operatori.

"Tra gli elementi positivi - sottolinea l'associazione - la semplificazione delle procedure di registrazione, l'aumento della tutela delle Ig, in particolare si rafforza il controllo
sulle merci vendute dalle piattaforme online e contro l'uso in malafede, anche attraverso il sistema dei nomi di dominio internet. La proposta presenta al contempo aspetti delicati, che imporranno la massima attenzione in fase di attuazione. Sul piano delle competenze - riferisce Coldiretti - nel documento licenziato dalla Commissione gli Stati membri rimangono responsabili dell'applicazione a livello nazionale mentre alla Commissione spettano i compiti di registrazione, modifica e cancellazione delle Ig, con il supporto tecnico dell'Ufficio Europeo per la Proprietà Intellettuale (Euipo). Poiché la Commissione si riserva di delegare alcuni aspetti della gestione delle Ig all'Euipo, occorre vigilare - conclude - affinché la valutazione e la gestione delle Ig continui ad essere eseguita dai responsabili esperti della Commissione, evitando il passaggio ad Agenzie o Uffici esterni che non possono garantire lo stesso livello di competenza e responsabilità".

«Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso Made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 100 miliardi di euro – ricorda il
presidente della Coldiretti Ettore Prandini – dal contrasto alle imitazioni dipende la crescita di un sistema che oltre all'impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale e ambientale del Paese».

5. Produttori di vino europei: novità che potrebbero nuocere al settore

La proposta della Commissione europea per una riforma del sistema dei prodotti Dop e Igp
"manca di visione, ambizione e chiarezza e potrebbe mettere a repentaglio la vitalità del settore". Questo l'avvertimento dei produttori di vini Dop europei, rappresentati dalla Federazione europea dei vini di origine (Efow).
La semplificazione promessa dalla Commissione, si legge in una nota, "riguarda solo la Commissione europea e non i produttori", ed è carente di dettagli sul funzionamento del nuovo sistema.

Secondo il presidente della Federazione Bernard Farges «le modifiche proposte implicherebbero un sostanziale indebolimento del legame tra le indicazioni geografiche e lo sviluppo rurale. Se approvate così come sono – conclude – queste regole metteranno a rischio un sistema che, dagli anni Settanta, si è rivelato decisivo nel rafforzare le denominazioni dei vini e la vitalità di molte regioni e territori europei».

6. Origin, nessun miglioramento per il sistema

Secondo Origin Eu, l'associazione che riunisce oltre 250 gruppi di Indicazioni geografiche europee "la proposta di regolamento fornisce alcuni elementi apprezzabili in merito a maggiore tutela e controlli più efficaci delle Ig, in particolare per quanto riguarda i nomi di dominio Internet. Tuttavia, la definizione dei concetti di evocazione e della genericità dei nomi potrebbe risultare in una limitazione della protezione delle Ig. Allo stesso modo – si legge in una nota – altre disposizioni non vanno nella giusta direzione indicata di recente dalla riforma dell'organizzazione comune dei mercati e dal regolamento 1151/2012".

"Ci saremmo aspettati proposte più forti a sostegno del ruolo strategico delle Ig e più ambiziose nel riconoscimento delle funzioni e delle prerogative dei Consorzi, che sono il cuore del sistema Ue – prosegue nell'analisi Origin Eu –. Inoltre, la proposta legislativa potrebbe portare a ulteriori ritardi nel processo e alla perdita di centralità della Commissione europea".

«Alla luce di questo, oriGIn Eu intende collaborare con i membri del Parlamento europeo e gli Stati membri, così come con la Commissione europea, per un miglioramento della proposta legislativa, che è cruciale per il futuro del settore – ha dichiarato il presidente di Origin Eu, Charles Deparis –. Abbiamo bisogno di un sistema europeo ambizioso per le Indicazione geografiche affinché i produttori possano continuare ad operare per lo sviluppo sostenibile delle zone rurali in tutta l'Ue».

«Nel suo complesso, pur avendo positività e negatività, la proposta di regolamento così com’è stata presentata è sicuramente insufficiente – commenta il presidente mondiale di Origin e direttore generale del Consorzio Parmigiano Reggiano Riccardo Deserti –. Servirà intervenire con dei profondi miglioramenti ma questa rimane una grande opportunità per apportare un miglioramento sia della semplificazione del sistema sia soprattutto per rafforzare le Indicazioni geografiche. Potremo raggiungere questo ambizioso obiettivo solo muovendoci in maniera compatta, sia in Italia sia in Europa, con tutte quelle che sono le denominazioni, i governi e le filiere interessate».

«Ci aspettavamo qualcosa di molto diverso per la riforma – ha commentato il presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi –. La Commissione non ha colto in pieno la volontà degli operatori del sistema Dop e Igp che in pochi anni hanno contribuito a creare un sistema alimentare di qualità riconosciuto in tutto il mondo che vale oltre 75 miliardi. Dobbiamo lavorare coesi a livello nazionale e europeo per cambiare radicalmente alcuni aspetti legislativi di questa proposta che non va nella direzione giusta – ha sottolineato Baldrighi –. Abbiamo fiducia nei parlamentari europei e in particolare in Paolo De Castro che conosce bene il nostro settore, ma abbiamo bisogno anche di tutto il supporto delle Regioni e del Ministero delle politiche agricole».

7. Alleanza delle coop: non sia solo tutela della proprietà intellettuale

«La revisione del sistema delle Indicazioni geografiche rappresenta una preziosa occasione per rafforzare il primato che l’Italia ha maturato nel corso degli anni nel settore delle produzioni di qualità e costituisce una priorità per il la cooperazione agroalimentare, che detiene leadership importanti in tema di denominazioni in molti comparti, dal vino al latte all’ortofrutta. Pur condividendo gli obiettivi di fondo dichiarati dalla Commissione europea nella sua proposta di modifica, esprimiamo tuttavia alcune perplessità sugli strumenti individuati, a partire dal maggiore coinvolgimento previsto in capo all’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale nella gestione dei dossier. Se non adeguatamente regolamentato e circoscritto, si potrebbe rischiare una deriva verso un mero sistema di tutela della proprietà intellettuale dei marchi piuttosto che della valorizzazione del legame dei prodotti a denominazione con i territori».

Così il presidente di Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri commenta la proposta di Regolamento presentata dalla Commissione europea sulle Ig.

Un altro elemento che per Alleanza Cooperative Agroalimentari appare poco chiaro è quello della sostenibilità. «È condivisibile – spiega Mercuri – l’esigenza di assicurare standard sempre più ambiziosi in termini di sostenibilità economica, ambientale e sociale delle produzioni dell’Ue, ma il sistema delle Ig ha bisogno di flessibilità per potersi adeguare all’evoluzione del contesto produttivo e dei mercati. Ingessare ancora di più i disciplinari con specifici criteri sulla sostenibilità ancora non noti, sembra andare nella direzione opposta. Questo è un aspetto estremamente delicato che necessita un approfondimento, così come la proposta di introdurre una duplice categoria di consorzi in base alla loro rappresentanza, già paventata in Italia».

L’aggiornamento della regolamentazione in materia di prodotti di qualità deve inoltre, più in generale, “ambire a rafforzare il ruolo degli organismi di tutela senza tradirne tuttavia la loro primaria funzione, che è la promozione e valorizzazione dei territori dell’Unione europea”.

Ma secondo l'organismo di rappresentanza delle cooperative agroalimentari la bozza contiene anche aspetti positivi, come la volontà della Commissione di rafforzare la lotta contro le evocazioni, "un'esigenza assoluta come dimostrato dalla vicenda Prosek”. Fiducia, infine, sulla capacità dell'iter legislativo di migliorare il testo.

Dop e Igp, il nuovo Regolamento Ue non piace a Italia e Spagna - Ultima modifica: 2022-04-01T15:42:56+02:00 da Simone Martarello

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