C'è grande spazio (anche) per l'agricoltura nei programmi elettorali dei candidati alle elezioni regionali di domenica 27 ottobre in Umbria. E non potrebbe essere diversamente visto il peso, all'interno del sistema economico regionale, del settore primario - 916 milioni di euro di fatturato e 14 mila occupati - e del connesso comparto agro-alimentare, ricco di filiere e di attività di trasformazione e commercializzazione diretta (il rapporto Ismea-Qualivita 2017 poneva l'Umbria, nonostante le sue modeste dimensioni, al 12esimo posto tra le regioni italiane in termini di fatturato agro-alimentare). E non potrebbe essere diversamente considerato il rilievo, all'interno del bilancio regionale, delle risorse pubbliche destinate al settore attraverso le innumerevoli misure del Piano di sviluppo rurale (Psr), il cui utilizzo è stato in questi anni, ed è tuttora anche in questa campagna elettorale, oggetto di pesanti critiche per le lungaggini burocratiche che ne hanno contraddistinto la gestione e l'erogazione.
Tesei: «Con i Psr si sono perse molte occasioni»
Non a caso è questa la prima critica che viene mossa dalla candidata governatrice del centrodestra, la senatrice Donatella Tesei, nel cui programma si sottolinea come «l’attuale situazione dell’agricoltura umbra sconta la grave colpa che le passate politiche regionali non sono mai riuscite o non hanno mai saputo creare un sistema agricolo regionale, dotandolo di una sua strutturazione ed una sua specificità. Saltando tutto il periodo precedente agli anni 2000, nel quale la politica regionale fece una grande scommessa, sostanzialmente fallita, sulla cooperazione in vari settori - sostengono dall'attuale opposizione - gli ultimi due settenni di programmazione comunitaria, 2000/2006, 2007/2013 e l’ultimo ancora in corso 2014/2020, pochissimo o nulla hanno lasciato e lasceranno nel sistema agricolo umbro nonostante una disponibilità di risorse veramente ingente di quasi 2,5 miliardi di euro».
La carta delle filiere locali
Per la Tesei va raccolta la sfida del nuovo Psr cambiando approccio strategico, ovvero «facendo scelte puntuali, riportando le imprese agricole al centro del concetto di ruralità, prevedendo interventi che coniughino competitività con presidio del territorio». Da qui la proposta di costituire dei tavoli di filiera, in grado di ripartire una corretta remunerazione lungo la catena del valore, e di un tavolo permanente di confronto con tutti gli attori del comparto con il fine ultimo di creare una filiera umbra.
«Il made in Umbria - si legge nel programma della Tesei - deve essere valorizzato creando una filiera delle eccellenze e su questo la Regione deve essere garante assumendo un ruolo centrale nel dibattito nazionale, non fanalino di coda al traino delle regioni più forti. La tutela e la valorizzazione va estesa al settore agricolo a tutto tondo con lo scopo di prevenire concorrenze sleali. La proposta della verticalizzazione dei prodotti locali integrando agricoltura e industria alimentare può essere la strada giusta, ma necessita di un ente regionale che possa creare le condizioni giuste per tale sviluppo», concludono dalla coalizione di centrodestra, sottolineando come la politica agricola regionale debba essere «più coraggiosa ed innovativa per favorire lo sviluppo di un’agricoltura più competitiva, più redditizia e più sostenibile», obiettivi da raggiungere incentivando le tecnologie di nuova generazione, la creazione di poli digitali rurali e la nascita di startup agrifood.
Bianconi: «Mettere al centro le aziende che sostengono la crescita sostenibile dei territori»
L'altro candidato presidente, l'imprenditore Vincenzo Bianconi, scelto dall'alleanza Pd-5 Stelle, parte da un'analisi del passato meno critica ma comunque severa. «La programmazione comunitaria in questi anni - si legge nel suo programma - ha aiutato a sviluppare processi innovativi di impresa ma al tempo stesso ha determinato molte insicurezze nei rapporti economici, finanziari e amministrativi, nella realizzazione dei progetti, mettendo in crisi micro, piccole e medie aziende». Non viene nascosto, dunque, che la gestione regionale del settore «debba cambiare in maniera profonda per porre al centro tutte le imprese e i loro metodi di produzione sostenibili, biologici e biodiversi». Il modello proposto è quello di «una fattoria globale 4.0, che guarda al proprio territorio ma con la cultura del futuro e della complessità».
Microfiliere e reti a corto raggio
Il progetto del centrosinistra umbro per l'agricoltura viene declinato in 5 "I": Impresa, Innovazione, Immaterialità, Identità ed Inclusione. All'interno dei cinque capitoli emerge la volontà di sostenere lo sviluppo di un nuovo modello, quello "delle micro-filiere e delle reti corte", privilegiando la promozione di nuove imprese giovani e la scelta dell'agricoltura biologica a biodinamica come prioritaria per l'Umbria, anche attraverso l'inserimento di menu collegati nelle mense pubbliche.
Con riferimento all'innovazione, il programma di Bianconi non si ferma al solo inserimento di "macchinari intelligenti" ma fa rifermento anche all'introduzione della Blockchain al fine di "garantire la tracciabilità della filiera, la rispondenza del marchio e la trasparenza del cibo". Obiettivi questi richiamati anche nella terza "I", quella dell'Immaterialità, intesa come "disponibilità di connettività nei territori" ed "insediamento di start-up di servizi e prodotti che valorizzino le imprese realizzando app, software e nuovi linguaggi".
Per quanto riguarda l'Identità si parla dell'agricoltura come "una fabbrica del Paesaggio, che rappresenta l’economia sostenibile dei prossimi decenni e che attiva processi di valorizzazione turistica del prodotto integrato". Ultima parola d'ordine "Inclusione", con l'agricoltura che lo è per definizione e che in questi anni in Umbria ne ha aumentato il valore, grazie alle imprese che si sono diversificate nel turismo, nel sociale e nella tutela della biodiversità locale.
Gli altri aspiranti Governatori in corsa
La Tesei (sostenuta da 5 liste: Giorgia Meloni per Tesei, Umbria Civica, Lega Umbria, Forza Italia, Tesei Presidente per l’Umbria) e Bianconi (5 liste anche per lui: Pd, Movimento 5 Stelle, Bianconi per l’Umbria, Europa Verde, Sinistra Civica Verde) non sono gli unici candidati governatori. In corsa ve ne sono altri sei: Emiliano Camuzzi, Martina Carletti, Giuseppe Cirillo, Antonio Pappalardo, Claudio Ricci e Rossano Rubicondi. Ma la forte connotazione politica nazionale che ha assunto questa elezione regionale, finirà con ogni probabilità per polarizzare i voti sugli alfieri dei due principali schieramenti.