Ha già nel mirino la prossima Eima International, quella di novembre 2020. La prima dopo lo sgarbo francese e il riposizionamento del Sima di Parigi, proprio in sovrapposizione con l'esposizione felsinea. Alessandro Malavolti, confermato per un altro biennio al vertice dei costruttori di macchine agricole di FederUnacoma («poi torno senz’altro in azienda») non si nasconde e identifica subito una delle mission dei prossimi 24 mesi di presidenza.
«A questo punto, preso atto della scorrettezza delle decisioni francesi guardiamo avanti senza interessarci di cosa faranno i transalpini. Abbiamo le spalle robuste e la fiducia di tutto il mondo della meccanizzazione agricola. Contiamo di preparare l’Eima più bella di sempre, con una visione mondiale e con diverse novità, non ultima la probabile introduzione di alcune macchine in campo, a ridosso del quartiere fieristico».
Fedeli e promotori di Bologna
Un ottimismo, quello di Malavolti, sostenuto dai dati emersi da una recente indagine internazionale di Grs sul mercato mondiale delle fiere e presentate da Enrico Gallorini.
L’Eima batte il Sima di Parigi sul piano della internazionalità, della capacità di generare
business, della qualità di espositori e visitatori, del rapporto costi/benefici e persino della logistica. La ricerca comparativa, che è stata condotta su un campione molto esteso comprendente numerose aziende espositrici nelle in più importanti fiere internazionali, tra cui Eima e Sima, e una consistente platea di operatori e visitatori che frequentano l’una e l’altra rassegna, utilizza modelli specifici per la valutazione delle performance fieristiche.
Valutazione al top
Nella scala di valutazione adottata per la ricerca il livello di internazionalità della rassegna francese viene valutato 6,1, laddove Eima ottiene 7,3, e la qualità degli espositori vede il Sima a quota 6,3 mentre l’Eima si attesta a quota 7,4. Analizzando in particolare il segmento dei “fedeli” che partecipano a Eima, l’indagine Grs propone un’ulteriore suddivisione tra quelli che vengono definiti “ostaggi” e quelli definiti “apostoli o promotori”.
Nel primo caso si tratta di operatori la cui fedeltà è determinata dalla consapevolezza che la partecipazione all’evento è necessaria e che per logiche di mercato bisogna comunque presidiarlo, mentre nel secondo caso si tratta di operatori che vedono la partecipazione come una scelta positiva e sono addirittura promotori della manifestazione presso altri operatori (da qui la definizione di “apostoli”).
«Nel caso dell’Eima la categoria degli “apostoli o promotori” – rimarca Gallorini - annovera addirittura l’86,2% degli operatori, un numero che riflette il notevole capitale di reputazione di questa rassegna e che la colloca ad un livello molto alto nel panorama mondiale di settore».
Capitolo mercato. Sul fronte interno Malavolti evidenzia un leggero miglioramento delle immatricolazioni di trattori nei primi 5 mesi del 2019.
Immatricolazione trattori in leggera crescita
«Siamo a un’unità dalle 8mila macchine, con un incremento del 4,3% rispetto allo stesso periodo del 2018. Ma ciò che conta è che tiene l’export, soprattutto delle macchine operatrici. Se fino a dieci anni fa le trattrici erano il 38% del totale del macchinario venduto - continua Malavolti - nel 2018 la quota delle trattrici è scesa al 31% del totale ed è cresciuta al suo posto la quota relativa alle altre tipologie di macchine. Questo indica come la domanda complessiva si stia orientando verso attrezzature e tipologie di mezzi specifiche per le diverse lavorazioni, a conferma di quanto la qualità e la differenziazione delle produzioni agricole richieda tecnologie sempre più mirate».
La meccanizzazione agricola continua a essere un fiore all'occhiello dell'industria italiana e Malavolti lo rimarca a più riprese: «Come FederUnacoma lavoriamo a sostegno di uno dei settori strategici del nostro paese. Siamo fra i leader mondiali della meccanizzazione e,
come ha ricordato nella sua relazione il capo economista di Confindustria, Andrea Montanino, siamo il Paese che negli ultimi 15 anni ha migliorato più di ogni altro la qualità dei propri prodotti e delle esportazioni. Meglio di Germania, Spagna e Francia».
Non è però tutto rose e fiori.
In Italia l’usato non smette di correre e la cosa preoccupa FederUnacoma: «I dati sono sconcertanti - continua Malavolti -. Nell’ultimo anno sono stati venduti quasi 38mila trattori usati e per ogni macchina nuova ne vengono piazzate 2,05 usate, con un’età media superiore ai 20 anni. E sullo sfondo abbiamo uno scenario da 200 morti in agricoltura. Qualcosa evidentemente va fatto e continuiamo a impegnarci sul fronte sicurezza».
Revisione alle calende
Un impegno che, almeno per quanto riguarda la revisione, non è stato
premiato. Se si partirà non sarà prima del 2021 e continua a esserci il rischio di ripartire da zero con un nuovo provvedimento che interessi sia le macchine agricole che quelle del movimento terra, con un allungamento sine die dei temi. Revisioni morta per sempre? Malavolti rimane convinto di no: «Lavorando con pazienza porteremo a casa il provvedimento. Andremo di nuovo a parlare con il Ministero dei Trasporti e contiamo di far capire la necessità di operare a favore della sicurezza».