Una due giorni durante la quale si è parlato in maniera aperta e pluralista dei temi dell'agricoltura, della politica, della società, della scienza e della tecnologia. Questo, secondo il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, il significato della 21esima edizione del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione, organizzato da Coldiretti a Villa Miani a Roma in collaborazione con The European House – Ambrosetti. «Siamo un'associazione pluralista e non corporativa – ha detto Prandini nel suo discorso conclusivo – aperta al dialogo anche con soggetti che possono sembrarci lontani ma che sono vicinissimi. Non siamo filogovernativi come qualcuno ci accusa di essere – ha voluto precisare Prandini – ma abbiamo cultura di governo, siamo scomodi ma al fianco delle istituzioni».
Durante le tavole rotonde e gli interventi dei vari relatori sono stati affrontati i temi caldi dell'attualità: dalla situazione geopolitica con le guerre in Ucraina e Medioriente ai vantaggi e i rischi dell'intelligenza artificiale passando per la transizione energetica che chiama in causa anche il settore agricolo. E poi l'economia e il lavoro, l'innovazione, le infrastrutture, la sostenibilità ambientale, il ruolo dell'Italia nel Mediterraneo. Non sono mancati gli approfondimenti sui cavalli di battaglia dell'associazione gialloverde, come il "no" alla carne coltivata, la difesa del made in Italy agroalimentare e l'esaltazione di un mercato che Coldiretti vorrebbe al tempo stesso globale e locale.
Terre pubbliche ai giovani e contrasto al caporalato
Nel suo videomessaggio al forum, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha detto che «il Mef sta lavorando con particolare attenzione per la valorizzazione del patrimonio fondiario pubblico, visto il potenziale inespresso non solo dal punto di vista economico ma anche per il comparto agricolo». Un'intenzione accolta molto positivamente da Coldiretti, soprattutto per favorire il ricambio generazionale. Come noto, l'accesso alla terra è un problema soprattutto per gli under 35.
Di contrasto al caporalato ha parlato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, affermando che «non si contrasta solo con la leva penale ma anche con leve economiche e culturali. Il ricorso al caporalato – ha spiegato il ministro – deve essere sempre meno conveniente e in tal senso servono procedimenti più sostenibili tra costi e benefici, in pratica bisogna stimolare le leve economiche e culturali per rendere sempre meno conveniente il lavoro irregolare. Va potenziata l' economia agricola legale e certificata anche con incentivi a chi aderisce alla "Rete del lavoro agricolo di qualità" uno degli strumenti previsti dalla legge di contrasto al caporalato».
De Castro, lavorare sul consenso in Ue, solo così si vince
«Dobbiamo riuscire a convincere tutti che abbiamo ragione, perché alla fine in Ue si vota e questo vale per tutte le nostre battaglie. La strada da percorrere quindi è solo quella di costruire il consenso» ha detto l'europarlamentare Paolo De Castro dal palco del Forum.
«Ad esempio, la battaglia sulle norme degli imballaggi è ancora lunga, il voto dell'altro ieri è stato possibile perché abbiamo lavorato per costruire questa maggioranza anche grazie a tutte le organizzazioni che si sono riunite più volte anche a Bruxelles. C'è il passaggio del 18 dicembre quando il Consiglio dovrà confermare l'impianto del voto in plenaria o quanto meno rinviarlo – ha ricordato De Castro –. Se invece verrà approvata la posizione della
Commissione, che ha traboccato le sue competenze, tutto il lavoro che abbiamo fatto fino ad adesso muore. Dobbiamo metterci in gioco tutti e non possiamo scaricare all'Europa perché l'Europa siamo noi».