Un grazie agli agricoltori italiani «per aver garantito la sicurezza alimentare in un tempo di crisi acuta che ha colpito l'Europa dal punto di vista sanitario ed economico». E poi il riconoscimento al "modello italiano" fatto di piccole e medie imprese con un'estensione media inferiore a quella europea ma con un tasso di produttività molto alto. E ancora la constatazione del «grado di sostenibilità dal punto di vista ambientale già buono come punto di partenza» delle aziende agricole del nostro Paese. Ma anche il monito sugli abusi nell'utilizzo dei fondi Pac e una mano tesa sulla questione "Prosek". Questi i punti chiave sui quali è intervenuto il commissario europeo all'Agricoltura Janusz Wojciechowski al G20 dell'agricoltura di Firenze durante l'incontro con il ministro Stefano Patuanelli e le Regioni.
Un sistema agricolo forte
«Sono qui per congratularmi con la Toscana e con Firenze per ospitare questa riunione del G20 e credo che non ci fosse posto migliore per un incontro come questo. E vorrei ringraziare anche gli agricoltori italiani per aver garantito la sicurezza alimentare in un tempo di crisi acuta, una crisi che ha colpito l'Europa dal punto di vista sanitario, economico – ha detto Wojciechowski – ciononostante durante questo difficile momento tanto gli agricoltori quanto l'industria della trasformazione agroalimentare non si sono fermati così come non si sono fermate le forniture di derrate alimentari per l'Europa».
«Credo che questo dimostri la forza la stabilità dell'apparato agricolo – ha aggiunto – però ci sono anche stati dei segnali che abbiamo voluto cogliere e delle indicazioni per migliorare la resistenza di questo settore, e per migliorare il grado di sostenibilità dell'agricoltura e questo di fatto è uno degli obiettivi principali, se non la base stessa, della politica agricola comune che stiamo varando in questo momento».
«Per me è importante trarre una lezione dalle caratteristiche dell'agricoltura italiana perché è una storia di successo – ha sottolineato il commissario – è un settore che va bene, perché si basa su una struttura di piccole e medie imprese, o imprese a conduzione familiare che di fatto hanno un'estensione inferiore alla media europea, quella italiana è 11 ettari, quella europea è 16 ettari. Ma di fatto l'indice di produttività delle imprese è molto alta».
Scommessa sulla sostenibilità, Italia in pole position
«Va ricordato che nella nostra riforma quello che tendiamo a ottenere è un maggior grado di sostenibilità e su questo l'Italia è molto ben piazzata perché rispetto ad altri Paesi, le emissioni di gas serra, l'utilizzo di fertilizzanti e concimi di vari genere non è così alto – ha affermato il politico polacco –. In Italia dunque il grado di sostenibilità dal punto di vista ambientale è già buono come punto di partenza».
«In Italia dunque il grado di sostenibilità ambientale è già buono come punto di partenza – ha ribadito Wojciechowski – per non parlare poi di caratteristiche della struttura agricola italiana che sono vantaggiose su questo versante come ad esempio la filiera corta, la grande funzionalità dell'organizzazione di filiera, la collaborazione tra produttori e impianti di trasformazione».
Massima trasparenza sui fondi Pac
«I fondi Pac sono una porzione consistente dei fondi europei e noi dobbiamo prestare moltissima attenzione a determinate questioni, come la trasparenza, per evitare fattispecie di conflitti di interessi gravi negli stati membri – ha ammonito il commissario –. Ho recentemente inviato una lettera a tutti i ministri dell'agricoltura per ricordare ridurre al minimo il rischio di conflitto di interesse. Abbiamo incontrato difficoltà con alcuni Stati membri – ha ammesso – ma sappiamo esattamente cosa fare per scongiurare la possibilità che questo si riproponga in futuro».
«Vorrei aggiungere – ha proseguito Wojciechowski – che, di fatto, rispetto
all'opinione comune che gli abusi principali avvengano nell'ambito dell'agricoltura, non è esattamente così. La situazione non è così compromessa. Ovviamente dobbiamo ridurre il rischio di spese non dovute o di abusi, per questo nei piani nazionali ci dovrà essere un capitolo specifico per dimostrare il rispetto delle regole e ridurre i casi di abuso».
Sulla questione "Prosek" non è stata scritta la parola fine
Inevitabile un passaggio del commissario sulla vicenda "Prosek" sollecitato da Patuanelli. «Non abbiamo ancora autorizzato il Prosek – ha detto Wojciechowski –. Aspetteremo vostre osservazioni. Per noi è fondamentale proteggere le indicazioni geografiche. La Commissione europea ha svolto molte analisi giuridiche dalle quali è emerso che non ci sono motivi per rifiutare la richiesta croata – ha argomentato il commissario – perché il Prosecco e il Prosek sono stati riconosciuti come prodotti differenti. Tuttavia oggi ho ascoltato molte considerazioni da parte dell'Italia, del ministro Patuanelli e delle Regioni. La questione del Prosecco è molto specifica e seria. Considererò in modo molto serio le obiezioni dell'Italia, e su questo aspetto non c'è ancora la parola fine».