«Siamo la Patria della biodiversità, unici al mondo per modelli produttivi capaci di unire storia, paesaggi e tradizioni. Ecco perché abbiamo una responsabilità in più e possiamo guidare la discussione, anche internazionale, in tema di ambiente ed economia circolare. Sono necessari strumenti nuovi di condivisione e investimenti concreti nei settori delle energie rinnovabili, contrasto al consumo del suolo, deforestazione. Questo vuol dire anche ridurre l’impiego della plastica come nel caso delle vaschette per alimenti e proseguire la lotta agli sprechi alimentari, dando vita alla catena virtuosa del riciclo. Prendersi cura della Terra passa anche dalla somma di gesti quotidiani e da una svolta collettiva. Su questi temi c’è l’impegno del Ministero che guido. Ma c’è bisogno anche di quello di tutti i cittadini. Lavoriamo insieme. Per cambiare».
Con queste parole il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio è intervenuto sul tema della Giornata mondiale dell’ambiente, quest'anno dedicata all'emergenza inquinamento, che si celebra oggi 5 maggio.
«Se la plastica abbandonata è un'allarmante fonte di inquinamento per gli oceani, pregiudicati annualmente da 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, lo stesso materiale è, in proporzione, una grave fonte di pericolo per la rete idraulica del paese». Il dato è stato reso noto da Francesco Vincenzi, presidente dell'associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), alla vigilia della giornata mondiale dell'ambiente, proclamata dall'Onu.
«L'inciviltà di chi getta rifiuti, in gran parte di plastica, nei fossi o nei canali di scolo è concausa di aumento del rischio idrogeologico, già accentuato dalla violenza degli eventi meteo, conseguenza dei cambiamenti climatici» spiega Vincenzi.
Lo stesso Vincenzi prosegue: «La pulizia delle acque dai materiali in sospensione (ramaglie, ma anche bottiglie di plastica, rifiuti, oggetti domestici…) è una delle principali voci di spesa nei bilanci dei consorzi di bonifica. Meno di due mesi fa, l'esondazione del canale nuovo in provincia di Lucca, è stata causata proprio dal tappo creato da materiale di scarto, soprattutto plastica, incastratosi all'inizio di un tratto tombato del corso d'acqua».
L'Anbi spiega che «numerosi sono anche gli interventi preventivi, operati su indicazione dei comuni o di cittadini ed i cui costi possono essere imputati al privato nel caso di conclamata negligenza».
«Per tutto questo - afferma Massimo Gargano, direttore generale dell'Anbi - i Consorzi di bonifica sono impegnati da tempo in una costante azione di educazione ambientale che, accanto a percorsi scolastici, vede l'organizzazione di decine di giornate ecologiche, mirate alla pulizia di ecosistemi, degradati dalla presenza di rifiuti, perlopiù bottiglie e sacchetti di plastica. Contribuiamo ogni giorno, da più punti di vista, alla salvaguardia e valorizzazione del territorio; abbiamo buon titolo, insomma, per portare il nostro contributo d'esperienza a una battaglia, che deve essere planetaria».