Nel giorno in cui il premier Mario Draghi chiede la fiducia per il suo governo all'aula del Senato, il neo ministro dell'Agricoltura Stefano Patuanelli fa sapere con un post su facebook di essere pronto per la nuova avventura. «Al ministero dello Sviluppo Economico, che ho onorato ogni giorno senza mai dimenticare le parole del giuramento, resteranno tanti progetti già avviati, tante misure che devono accompagnare le imprese verso la grande sfida dell'innovazione e della sostenibilità, un nuovo Piano Nazionale Transizione 4.0, il Superbonus 110%, la riforma del Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi − ha scritto Patuanelli − ora ha inizio un nuovo percorso al ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali che onorerò con altrettanto impegno». E di lavoro sulla sua scrivania ce n'è davvero parecchio da sbrigare.
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Le priorità: Pnrr e legge sul biologico
A cominciare dai tanti provvedimenti in scadenza attesi dal mondo agricolo. Come la legge sul biologico che, dopo l'approvazione all'unanimità in Commissione Senato il mese scorso, è attesa alla Camera per completare l'iter. Stessa cosa per la legge di recepimento della direttiva contro le pratiche sleali nei rapporti tra imprese e filiera agroalimentare sdoganata da Palazzo Madama, ora in attesa del secondo passaggio parlamentare. Di lavoro, a Montecitorio, ne ha tanto il presidente della Commissione agricoltura, Filippo Gallinella pronto a mettere in calendario intanto sei proposte di legge che riguardano la semplificazione agricola, la salvaguardia dei castagneti, le piccole produzioni locali, l'imprenditoria femminile e l'agricoltura contadina. Non prima, però, di avere al più presto in audizione Patuanelli sui temi chiave del momento, Recovery Plan e Piano nazionale di ripresa e resilienza, passo essenziale in vista della nuova Politica agricola comune (Pac).
Intanto sul tavolo del ministro arrivano le sollecitazioni delle organizzazioni del mondo agricolo su come rimettere in modo il settore piegato dalla pandemia. «In un momento difficile per l'economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza in etichetta a difesa del vero made in Italy» fa sapere il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ricordando l'impegno già dimostrato da Patuanelli nel via libera all'etichettatura di origine per i salumi. Un tassello fondamentale, anche perché in Europa si sta chiudendo il pericoloso cerchio sul Nutriscore, meccanismo di etichettatura-semaforo dei prodotti che tanto penalizzerebbe il sistema alimentare italiano e la Dieta Mediterranea in generale.
Agrinsieme: puntare sull'innovazione e sburocratizzazione
Tutto questo per tutelare la prima ricchezza del Paese che supera i 538 miliardi e garantisce dai campi agli scaffali 3,6 milioni di posti di lavoro. Ma tutto ciò, secondo Agrinsieme, deve passare innanzitutto da una sensibile accelerata al piano vaccini in modo da tornare ad una normalità. E quindi sì alle opportunità offerte dal Recovery da trasmettere Bruxelles a fine aprile e a mettere nero su bianco gli indirizzi per la nuova Pac
prevista per il 2023. Un lavoro che non può prescindere, secondo il Coordinamento agricolo che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, dalla semplificazione della macchina burocratica e amministrativa e da una completa digitalizzazione e innovazione dell'agroalimentare.
Dito puntato anche sull'imprenditoria giovanile e su quella femminile, dove le oltre 200mila "capitane agricole" si candidano a essere capofila della transizione ecologica, rivendicando il loro ruolo di promotrici di sicurezza alimentare, custodi di biodiversità e sostenitrici della tutela del territorio. Assobio auspica che il governo Draghi ponga massima attenzione alla strategia "Farm to Fork", definita dalla Commissione Ue come il cuore del Green Deal.