Miniriforma Agea, la Conferenza delle Regioni ha messo in luce numerose criticità ieri nel corso dell’audizione presso la Commissione Agricoltura della Camera.
La fretta del Governo
Il Governo punta ad una veloce applicazione dell’intervento correttivo e integrativo delle disposizioni del D.Lgs. 74/2018 (ne abbiamo parlato qui e qui), che prevede la riorganizzazione dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura – AGEA e il riordino del sistema dei controlli nel settore agroalimentare.
La delegazione è stata guidata il coordinatore della Commissione Politiche agricole della Conferenza delle Regioni, Michele Emiliano (presidente della Regione Puglia) che subito dopo l’audizione ha incontrato Gian Marco Centinaio, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo.
Incontro chiarificatore
«L'incontro è stato molto positivo – informa Emiliano -, tutti i punti sono stati oggetto di analisi e confronto e si è registrata una disponibilità del ministro a rimuovere gli elementi di preoccupazione sollevati dalle Regioni per giungere a un testo dello schema ampiamente condiviso».
Le proposte emendative sono già oggetto di elaborazione da parte dei tecnici e saranno valutate politicamente nel corso della prossima riunione della Conferenza Stato-Regioni convocata nel pomeriggio del 1 agosto. In caso di approvazione la miniriforma di Agea potrebbe andare in porto prima della chiusura estiva delle Camere, in caso contrario ci sarà un allungamento dei tempi.
Occorre sottolineare come la questione sia centrale per il settore agricolo, visto che stiamo parlando dell’ente pagatore di tutti i fondi europei.
I punti critici
Cosa contestano dunque le Regioni?
«Abbiamo evidenziato come nella riforma dell’Agea, - spiega Emiliano – ci siano elementi normativi e applicativi controversi, che comportano anche problemi interpretativi». «Pesa la mancata concertazione preventiva con le Regioni – evidenzia Emiliano - che invece avrebbe permesso di sciogliere alcuni nodi e di condividere così il percorso riformatore. Ora bisogna acquisire ulteriori elementi chiarificatori dell’impatto della riforma sul sistema regionale».
La titolarità dei Big Data del Sian
La questione più critica, manco a dirlo, è quella della titolarità dei Big Data dell’agricoltura italiana del Sian.
«Deve essere garantito – ribadisce Emiliano - che la trasformazione di Sin s.p.a in società in house al Ministero (Mipaaft) e la titolarità esclusiva dei dati Sian allo stesso ministero non implichi per le Regioni la perdita di titolarità, proprietà e gestione dei dati raccolti ed elaborati tramite i propri sistemi informativi. La disponibilità dei dati deve essere resa non solo al Ministero ma anche a Regioni, Agea e agli Organismi pagatori regionali».
Un modello organizzativo che si complica
Altri elementi critici sono quelli che riguardano la governance.
«L’aggiunta -contesta Emiliano - ad un sistema di gestione già abbastanza complicato di 2 ulteriori interlocutori (Mipaaft e SIN S.P.A convertita in società in-house del Ministero) può comportare un impatto immediato sul modello organizzativo sul sistema di convenzioni e sulle relazioni istituzionali tra Agea/Organismi pagatori/Regioni.
«Ciò richiede in capo ai due nuovi soggetti immediate capacità di coordinamento». «Le Regioni sono preoccupate – conclude Emiliano - sull’incertezza dei ruoli e sui possibili ritardi nella contrattualizzazione dei tecnici di supporto».
Le Regioni chiedono dunque che i dati da loro raccolti rimangano anche di loro proprietà e che venga fatta distinzione tra titolarità dei dati e titolarità del loro trattamento.
Obiettivo semplificazione
«Gli agricoltori italiani – chiosa Emiliano - meritano maggiore trasparenza nei processi decisionali. E soprattutto che le riforme parlino una sola lingua, quella della semplificazione senza creare ulteriori complicazioni. Occorre pertanto lavorare in tal senso per facilitare la qualità del sistema, accelerando sui processi amministrativi per le erogazioni degli aiuti comunitari. Le Regioni sono pronte ad offrire il proprio contributo alla riforma Dobbiamo puntare tutti sulla piena efficienza».