Tanto tuonò che piovve. I timori per i dazi imposti da Trump sull'agroalimentare europeo prendono forma numerica. Ovviamente non positiva.
Con i dazi entrati in vigore il 18 ottobre 2019 le esportazioni made in Italy in Usa a dicembre calano infatti del 7,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, in netta controtendenza rispetto all’andamento generale.
Inversione di rotta
È quanto emerge da un'analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio extra Ue sul quale pesano le misure tariffarie già decise dal presidente Usa che ha minacciato peraltro di estenderle per lo scontro sulla web tax.
Dopo una crescita sostenuta delle esportazioni italiane in Usa dell’11,3% nei primi dieci mesi del 2019 si è verificato – sottolinea la Coldiretti - un brusco calo sia a novembre (-10,5%) che a dicembre (-7,7%) successivi ai dazi aggiuntivi del 25% che hanno colpito tra l’altro per un valore di mezzo miliardo di euro prodotti agroalimentari italiani come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.
E non è ancora finita
Una situazione che potrebbe ulteriormente peggiorare se – continua Coldiretti – i dazi dovessero aumentare fino al 100% ed estendersi ad altri prodotti per effetto dei braccio di ferro tra Usa e Ue sulla web tax e sulla disputa nel settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus dopo che il Wto ha autorizzato gli Usa ad applicare un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari delle sanzioni alla Ue.
«Un'eventualità devastante per il made in Italy agroalimentare che mette a rischio il principale mercato di sbocco dei prodotti agroalimentari made in Italy fuori dai confini comunitari e sul terzo a livello generale dopo Germania e Francia» denuncia il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che «l’Unione europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari che è costato al made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato.»