Dopo la crisi energetica, lo spettro della crisi alimentare.
«I provvedimenti presi da altri Paesi europei (clicca per saperne di più) impediscono l'approvvigionamento di materie prime essenziali per la produzione italiana». Una presa di coscienza importante perché espressa dal Presidente del Consiglio Mario Draghi in risposta, fra le molte altre riguardanti la crisi ucraina, a una interrogazione di Forza Italia durante il question time alla Camera.
Il premier ha poi aggiunto: «Non è facile diversificare per gli esistenti vincoli normativi comunitari, il contesto regolatorio va rivisto».
Le conseguenze sottovalutate della guerra
Draghi è consapevole delle ripercussioni della guerra in ucraina sul sistema agroalimentare italiano, tanto da attirare l’attenzione del Parlamento su conseguenze finora sottovalutate. «Finora abbiamo sempre parlato di energia, ma c'è un aspetto altrettanto rilevante: soprattutto i recenti provvedimenti presi da altri Paesi europei impediscono l'approvvigionamento di grano tenero, mais e di altre materie prime essenziali per la produzione italiana agroalimentare».
Draghi si è confrontato su questo aspetto anche con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. «Occorre procedere con una strategia che, per certi aspetti, almeno per le parole che si usano, è simile a quella che si segue nel gas: diversificare rapidamente le fonti di approvvigionamento».
Una Pac troppo condizionata dal Green deal
«Un obiettivo reso complicato dagli esistenti regolamenti comunitari». Un riferimento che chiama chiaramente in causa la Pac in vigore fino alla fine dell’anno e che forse spinge l’Italia a chiedere con maggiore forza degli aggiustamenti sulla prossima programmazione 2023-2017, ancora più condizionata dalla preponderanza schiacciante degli obiettivi del Green deal.
«La politica agricola europea – ha commentato Draghi – non consente di aumentare facilmente la superficie coltivabile e dovrà essere riconsiderata. Viviamo un periodo di emergenza e il contesto regolatorio che ci ha finora accompagnato va rivisto».
Servono risposte rapide all’emergenza
Una considerazione che per il Presidente del Consiglio riguarda sia il patto di stabilità, che gli aiuti di stato, e che va allargata a maggior ragione alla Pac. «Tutto ciò che oggi impedisce una risposta rapida all'emergenza va rapidamente riconsiderato. Il Governo è già al lavoro, per quanto riguarda le competenze nazionali, anche con gli enti territoriali».
Tornando sul tema energia Draghi ha poi concluso: «Non si può ipotizzare un significativo aumento degli investimenti nelle rinnovabili senza cambiamo l'attuale quadro regolamentare. Ne discuteremo in sede europea, dove sarà fondamentale un atteggiamento disponibile per questa emergenza, come è stato anche durante il covid».
Scordamaglia (Filiera Italia): «Si riveda la Farm to Fork e si punti su efficaci contratti di filiera»
«È un cambio di rotta indispensabile». Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commenta positivamente l’intervento alla Camera del Presidente del Consiglio riguardo alla necessità di rivedere il quadro regolatorio europeo per aumentare le fonti di approvvigionamento di grano, mais ed altre materie prime e, contestualmente, anche la superficie coltivabile.
«Dobbiamo smetterla - ribadisce Scordamaglia- di smantellare la nostra produzione con l'unico effetto di aumentare la dipendenza nazionale da altri paesi».
Secondo l’esponente dell’organismo di filiera «tenere terreni improduttivi non tutela l'ambiente, lo fa invece il modello di sostenibilità competitiva del nostro paese».
«Serve una riflessione seria sulla strategia Farm to Fork che se applicata così come è stata pensata avrà un unico effetto: far crollare del 30% alcune produzioni agroalimentari europee fondamentali».
L’auspicio di Scordamaglia è che si predispongano subito risorse integrative per la Pac per sostenere la vera produzione agricola e zootecnica.
«Occorre superare l’ostruzionismo di chi non crede nella capacità dell'Italia di aumentare il suo approvvigionamento in cereali, carne o latte sostenendo che non avremmo abbastanza terra, e chiede solo garanzie sull'import».
«Con contratti di filiera che consentano investimenti adeguati potremmo invece aumentare la nostra produzione in maniera significativa e sostenibile».
andrebbero riconsiderate anche le quote destinate all ocm vino .laumento spropositato dei costi del ferro dei carburanti ha sbilanciato le previsioni di spesa dell impresa vitivinicola ,che in ogni caso deve richiedere il collaudo dei nuovi impianti viticoli entrp il 30giugno.molte aziende sono ricorse agli istituti di credito per ottenere la liquidita’necessaria per anticipare i costi d’impianto.