Sono circa 20mila gli ettari bruciati nell'Oristanese a causa del fuoco. I danni all'agricoltura sono già ingenti con gli incendi che hanno raggiunto pascoli e recinzioni e in alcuni casi si sono persi anche gli animali, capannoni, fienili con le scorte di foraggio e mezzi agricoli. Ma sono stati colpiti anche oliveti e campi coltivati. Un primo bilancio dei danni alle campagne prova a tracciarlo Coldiretti. Oltre ai centri abitati assediati dalle fiamme, a essere devastate sono anche le campagne con gli allevatori impegnati in una corsa contro il tempo per recuperare gli animali e metterli al sicuro.
Colpiti boschi e allevamenti
Un'apocalisse ambientale che necessiterà di decenni per essere superata – continua la Coldiretti – con centinaia di ettari di lecci, roverelle e sughere secolari andati in fumo soprattutto tra il Montiferru e la Planargia, un vero polmone verde, epicentro degli incendi che sono divampati tra i comuni di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Sennariolo, Tresnuraghes, Magomadas, Flussio e Tinnura. Ma è caro il prezzo che si sta pagando anche su Usellus e VillaUrbana, Arzana e Fonni. La Coldiretti è impegnata in una capillare azione di monitoraggio e assistenza ad agricoltori e allevatori ai quali chiede di agire con massima cautela e ringrazia tutte le forze impegnate nelle operazioni di spegnimento coordinati dalla Protezione civile.
Nel Comune di Cuglieri, almeno il 90% della superficie olivetata è andato distrutto. Nel Comune di Sennariolo, il 95% delle superfici sono bruciate. Ci vorranno parecchi decenni per ripristinare la condizione del suolo e la sua fertilità, ristabilire gli equilibri ecosistemici e la complessità della macchia mediterranea.
Data la situazione, la Giunta regionale sarda ha dichiarato lo stato di emergenza. ll Dipartimento della Protezione Civile ha attivato il meccanismo europeo per chiedere agli altri Paesi Ue l'invio in Italia di velivoli che possano contribuire a spegnere gli incendi.