Tanto si è discusso sulla nuova denominazione del ministero che ho l’onore di guidare. Sono contento, perché a fronte di alcune polemiche pretestuose, il tema della Sovranità alimentare è stato portato in prima pagina, con almeno due effetti: chiarirne il valore e la portata storica e raggiungere l’attenzione anche dei non addetti ai lavori.
Sovranità alimentare è il diritto di un popolo di scegliere il proprio modello produttivo, a cui si associa la difesa dei diritti dei lavoratori, la valorizzazione dei prodotti, la sostenibilità ambientale. Al contempo rappresenta anche il diritto a nutrirsi di cibi di qualità, contro la standardizzazione delle produzioni. La nostra Nazione è una superpotenza della qualità. Difficilmente, infatti, possiamo competere sulla quantità. Il compito che stiamo portando avanti è dunque quello di investire sulle eccellenze che sappiamo produrre e continuare a proteggerle.
Stiamo portando avanti iniziative concrete. Uno dei primi provvedimenti che ho firmato, in sinergia con i ministeri del Lavoro, dell’Interno e della Salute, è quello sulla condizionalità, che contiene ulteriori sanzioni nei casi di lavoro nero e irregolare. Su nostra spinta la Commissione Ue ha anche eliminato carne e vino dalla lista degli alimenti ritenuti dannosi per la salute, che non avrebbero beneficiato del finanziamento per la promozione. Come avevamo chiesto, ci saranno anche più risorse economiche per le Indicazioni geografiche: due ulteriori milioni di euro. Intanto la nostra battaglia contro il Nutriscore non si ferma e il rinvio dell’iter al 2024 è un altro risultato importante. Rimaniamo convinti che questo strumento condizioni i cittadini invece di informarli a dovere, obiettivo, quest’ultimo, per noi prioritario.
Editoriale di Terra e Vita 2/2023
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Nella legge di Bilancio appena approvata abbiamo inserito numerose misure per il mondo agricolo e agroalimentare. Mi limito a citare le principali. Ho fortemente voluto un Fondo per la Sovranità alimentare, con 100 milioni di euro per la tutela e il sostegno alle filiere produttive nazionali, oltre a un Fondo per l’innovazione, con 225 milioni di euro per incrementare la produttività in agricoltura con le migliori tecnologie e la ricerca. E ancora, 500 milioni per l’acquisto di beni di prima necessità per chi è in difficoltà.
Abbiamo continuato ad assicurare l’esonero contributivo per le assunzioni, la decontribuzione per i giovani imprenditori agricoli e l’esenzione dei redditi dominicali e agrari dall’Irpef. Grazie a un aumento del personale in forza al Masaf, potenzieremo l’azione di difesa dei prodotti italiani. Sulla fauna selvatica, al netto delle polemiche strumentali, abbiamo messo in campo soluzioni finalmente concrete, tra cui quella della selezione residuale e applicabile nel caso in cui le altre misure non si mostrino risolutive.
Sul Pnrr, al Masaf stiamo rispettando le scadenze, ma abbiamo anche studiato un pacchetto di proposte di modifica per rendere il Piano adeguato alle attuali esigenze del Paese.
È nostra ferma intenzione continuare a promuovere i prodotti frutto ed espressione della varietà, della stagionalità e del legame con il territorio cuore della Dieta Mediterranea, rifiutando la prospettiva che i nostri figli si trovino nel piatto “cibi artificiali”, sintetizzati in laboratorio, omologati e omologanti. Con questa consapevolezza, portando avanti il lavoro di squadra, fuori e dentro le istituzioni, sono convinto che un modello agricolo italiano che coniughi fruttuosamente tradizione e tecnologie, competitività e sostenibilità, sia alla nostra portata.
di Francesco Lollobrigida
ministro dell'Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste
