La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo respinge a chiara maggioranza la proposta della Commissione europea sul cosiddetto “ripristino della natura”.
Un intervento normativo fortemente voluto dal vicepresidente dell’Esecutivo Ue Frans Timmermans che puntava a imporre agli agricoltori di abbandonare il 10 per cento della superficie agricola, col pretesto di favorire la transizione ecologica.
Passa la linea di Dorfmann
«Un’iniziativa fuori luogo - commenta l’europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, responsabile della politica agricola per il Partito Popolare Europeo (Ppe)».
Dorfmann aveva esortato qualche settimana il centrodestra europeo ad opporsi a questa forzatura contro gli agricoltori europei e questa è la linea che è passata alla Comagri.
I gruppi del Ppe, dei conservatori e dei liberali hanno infatti votato per respingere la proposta della Commissione, mentre la sinistra e i verdi si sono ritrovati in minoranza a sostenere l’iniziativa.
La sostenibilità non passa dall’abbandono della produzione agricola
«Il voto di oggi - afferma l’europarlamentare Salvatore De Meo, presidente della Commissione Affari costituzionali e anche lui componente della Commissione Agricoltura - è una vittoria per gli agricoltori europei. Abbiamo bocciato la logica sbagliata della Commissione, secondo cui per lavorare la terra in maniera sostenibile è necessario abbandonarla».
«Forza Italia e Svp – aggiunge- hanno entrambe contribuito a bloccare il progetto della Commissione di ridurre le terre coltivabili, mentre Partito democratico e Movimento cinque stelle hanno cercato senza successo di farlo passare».
Una proposta intempestiva
Dorfmann esprime soddisfazione per il risultato del voto: «La proposta della Commissione è inadeguata a raggiungere gli obiettivi che si pone. Il mantenimento del territorio è chiaramente una nostra priorità. Ma per perseguire questo scopo bisogna agire innanzitutto a livello locale, dove si sa, meglio che a Bruxelles, quali sono gli interventi necessari».
«La pandemia prima – aggiunge De Meo- la guerra e la crisi energetica dopo, hanno messo a dura prova il sistema agricolo europeo. La proposta della Commissione è pertanto totalmente intempestiva, perché, oggi più che mai, non è opportuno né condivisibile creare nuovi ostacoli per i nostri agricoltori».
Il ricatto di Timmermans
Prima del voto Dorfmann aveva messo in evidenza, in una nota inviata agli organi di informazione, la scorrettezza della Commissione che attraverso la voce di Timmermans aveva sottoposto il Parlamento, massimo organo legislativo europeo ad una sorta di ricatto. «Se l’Eurocamera rifiuterà di approvare le proposte dell’esecutivo europeo sugli usi sostenibili dei pesticidi e sul ripristino della natura, la Commissione non presenterà nessuna nuova legislazione sulle Tea, le tecnologie di evoluzione assistita che possono contribuire a rendere l’agricoltura più sostenibile». È questo infatti ciò che ha fatto capire Timmermans nel suo intervento in Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
«L’approccio del responsabile del Green Deal – aveva evidenziato Dorfmann – è inaccettabile e totalmente antidemocratico». «La proposta sulle tecnologie di evoluzione assistita è parte integrante del programma della Commissione europea e, più nel dettaglio, della strategia Farm to Fork, che punta ad accelerare la transizione europea verso un sistema alimentare sostenibile».
«Noi europarlamentari siamo direttamente eletti dai cittadini europei e abbiamo il diritto e il dovere di votare come riteniamo sia giusto. Se bocceremo la proposta sul ripristino della natura perché la consideriamo inutile e quella sui pesticidi perché mal fatta, si tratterà semplicemente di una scelta democratica». «L’opposto della minaccia della Commissione di bloccare il dibattito sulla cisgenetica. Il Parlamento europeo non si piegherà ai ricatti di Timmermans».