Durante il 2023 in Puglia più di 2.200 imprese agricole hanno chiuso l’attività. È questo il dato più rilevante emerso nel corso della conferenza stampa che Cia Puglia ha tenuto a Bari per fare il punto sull’anno appena trascorso e per delineare priorità e prospettive dell’agricoltura pugliese nel 2024. Come ha evidenziato Gennaro Sicolo, presidente di Cia Puglia e vicepresidente nazionale di Cia Agricoltori Italiani, «in Puglia, nel 2023, l’agricoltura è il settore che ha registrato il peggiore saldo nascita-mortalità delle imprese attive: al 30 novembre 2023 risultavano iscritte nelle camere di commercio pugliesi 75.386 imprese attive, contro le 77.619 del 30 novembre 2022. Il saldo annuale è negativo, mancano 2.233 imprese all’appello, con una contrazione del 2,9%. Questo è un dato emblematico delle grandi difficoltà strutturali che il settore primario pugliese, in ciascuna provincia, sta affrontando».
2023, in Puglia addetti in forte crescita nel Foggiano
Al calo del numero di imprese agricole attive corrisponde una diminuzione degli addetti in agricoltura in quattro aree su cinque, compensata però dalla forte crescita in quella di Foggia, sicché il numero totale di addetti è in aumento. Infatti nello studio dell’Osservatorio economico Cia Puglia in collaborazione con Aforisma, reso pubblico in occasione della conferenza stampa, le elaborazioni del data-analyst Davide Stasi hanno messo in evidenza che gli addetti in agricoltura sono diminuiti dovunque, tranne che nel Foggiano: a Bari e nella BAT sono passati da 36.076 a 35.847; nel Tarantino, da 15.215 a 14.903; in provincia di Brindisi da 11.846 a 11.546 unità; nel Leccese, da 11.350 a 11.255; solo in provincia di Foggia sono aumentati da 30.442 a 32.705.
«Complessivamente, in Puglia, gli addetti in agricoltura si attestano attualmente a 106.256 unità – ha rilevato Sicolo –. Un dato che conferma come il comparto primario sia la prima e più importante “industria a cielo aperto” della regione. Il settore, infatti, rappresenta il 22,8% del totale delle aziende pugliesi, con ben 331.034 imprese attive».
Valore del grano e redditività aziende cerealicole in calo
Il valore riconosciuto al grano duro pugliese e la redditività delle aziende cerealicole hanno subito nel 2023 un vero e proprio tracollo, ha stigmatizzato Sicolo.
«Dal 29 giugno 2022, quando il prezzo medio del grano duro era pari a 575,25 euro/tonnellata, si è giunti il 20 dicembre 2023 a 370,75 euro/tonnellata, con un calo pari a circa il 36%. Il prezzo medio del grano duro in Puglia, nel 2023, è stato di circa 381 euro/tonnellata. Ma non solo il grano duro, diversi prodotti agricoli hanno registrato cali di prezzo durante tutto il 2023».
Olio d’oliva: flessione volumi scambiati, aumento valori
Il prezzo dell’olio d’oliva è in costante crescita.
«La campagna olivicola 2023 è stata positiva per la Puglia per quantità e qualità, mentre in quasi tutte le altre regioni italiane la produzione è drasticamente diminuita. Per i produttori olivicoli e per i frantoiani, tuttavia, le difficoltà non mancano. Si registra, infatti, una flessione dei volumi scambiati, a fronte però di un ulteriore aumento dei valori. Il prezzo alla produzione dell’olio Dop Terra di Bari è salito del 46,2% (da 6,23 euro/kg a 9,1), con una media annuale che si attesta a 7,48 euro. Stessi valori per Bisceglie. Nella piazza di Brindisi, la media annua è di 7,46 euro, ma a fine 2023 il prezzo alla produzione dell’olio di qualità è arrivato a 8,65 euro, 8,93 a Foggia, 8,65 euro a Lecce e Taranto».
Ortofrutta, produttori penalizzati da più fattori
La sempre più scarsa disponibilità di acqua, l'aumento dei costi di produzione e la concorrenza talvolta sleale di filiere e colture alternative sono tra i principali elementi che penalizzano i produttori ortofrutticoli pugliesi con effetti anche sui loro investimenti e relativi profitti.
«Negli ultimi due anni c'è stata un'accelerazione della dinamica di aumento dei prezzi in tutte le fasi della filiera e ciò ha determinato un sensibile aumento dei prezzi al dettaglio. Tale dinamica è andata incontro a un rallentamento nella seconda metà del 2023. Nonostante la progressiva contrazione degli acquisti, in conseguenza dell'aumento dei prezzi, l'ammontare della spesa è comunque cresciuta. Il rincaro dei listini ha avuto effetti anche sulla bilancia commerciale: è aumentato il valore delle esportazioni, seppur sia diminuito per quantità. Riguardo alle prospettive, si può affermare che ci sarà una flessione delle vendite che, per il momento, verrà compensata dell'aumento dei prezzi al dettaglio. La forte ondata inflattiva che ha ridotto il potere di acquisto delle famiglie potrebbe favorire la vendita di conserve a scapito dei prodotti freschi».
Vite 2023, in Puglia ha imperversato la peronospora
Dalla punta più a nord a quella più a sud, i vigneti di tutta la Puglia nel 2023 sono stati gravemente danneggiati dalla peronospora, ha concluso Sicolo.
«La produzione di uva da vino è stata drasticamente ridotta, con una campagna vitivinicola irrimediabilmente compromessa. Anche l’anno appena trascorso, dunque, e non solo per le giacenze negli stabilimenti, va ad acuire la crisi che ha investito il settore già dal 2022 e prima ancora».