Il nuovo corso dell’Unione europea è stato inaugurato con l’elezione e la designazione delle figure istituzionali che la guideranno nei prossimi cinque anni. E per quanto riguarda il Parlamento Ue, che ho l’onore di rappresentare per l’Italia anche in questa IX legislatura – in particolare a tutela del mondo agricolo e agroalimentare – il calendario si presenta già denso di appuntamenti e sfide, con alcune incognite ma anche opportunità. A partire dalla riforma della Politica agricola comune - Pac - che dovrà portare alla definizione di un nuovo impianto legislativo di settore per il periodo di programmazione 2021-2027.
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Proroga necessaria
La commissione Agricoltura del Parlamento, che si è riunita la prima volta il 23 luglio a Bruxelles, per prima cosa chiederà all’attuale commissario, Phil Hogan, di accelerare nella stesura di un regolamento transitorio per la Pac che dia certezze agli agricoltori e alle imprese della filiera, prorogando le norme tuttora in vigore di almeno un paio d’anni. Contestualmente, sempre in ComAgri, vorremmo aprire un seminario per fare il punto con tutti i rappresentanti dei 28 Paesi, considerato che oltre il 50% dei colleghi è nuovo e che alcuni relatori dovranno essere rinnovati.
La collega spagnola del Ppe, ad esempio, che si era occupata dei Piani strategici, non è stata rieletta. E nel quadro delle alleanze tra i principali schieramenti politici, che contano oltre il 60% dei deputati – oltre ai popolari, i socialisti e democrati, e i liberali – dovremo individuare le figure più adeguate e competenti.
Il nuovo Commissario agricolo
Poi, naturalmente dovremo sapere chi sarà il nuovo commissario all’Agricoltura e che cosa intenderà fare. Teoricamente, nel caso fosse rieletto, potrebbe essere lo stesso Hogan.
In ogni caso, come ho fatto presente nei giorni scorsi in occasione della mia elezione a coordinatore S&D della commissione Agricoltura, dovremo prima sapere su quante risorse di bilancio potrà contare l’agricoltura, il mondo rurale e la Pac nei prossimi sette anni. L’incognita Brexit non aiuta, perché bisognerà capire con quali modalità sarà sancito il divorzio tra Londra e l’Unione europea. Ma il bilancio andrà in ogni caso definito entro l’anno.
Noi, per quanto ci riguarda, nel frattempo continueremo a lavorare per garantire una produzione europea sempre più sostenibile a livello economico, sociale e ambientale.
Questi i primi step in agenda. Ai quali naturalmente si aggiungeranno altre problematiche.
Con il Mercosur lavori in corso
Penso all’accordo con i Paesi del Mercosur, che negli ultimi giorni ha registrato un’accelerazione, posto che noi non abbiamo ancora visto i testi dell’accordo. Anche per questo credo che un’intesa su questo capitolo in Parlamento non sarà raggiunto prima di un anno, un anno e mezzo.
Etichettatura d'origine
In programma c’è anche il grande tema dell’etichettatura d’origine. Con la classificazione degli alimenti ‘a semaforo’ introdotta dalla Gran Bretagna, e caldeggiata dai francesi, che andrà contrastata in tutti i modi. Perché danneggerebbe le nostre produzioni di qualità, ma anche perché non si basa su criteri scientifici e metterebbe tutti i consumatori nella condizione di non poter scegliere liberamente ciò che mangia.
Questioni fondamentali per il futuro dell’agricoltura e di tutti noi cittadini, alle quali ci dedicheremo con grande impegno. Con il collega Herbert Dorfmann, eletto coordinatore in ComAgri per il Ppe, avremo modo di proseguire una collaborazione ormai collaudata nell’interesse dei circa 10 milioni di agricoltori europei, ma anche per difendere gli interessi e i diritti di quelli italiani.