A sei mesi dall'insediamento l'assessore all'Agricoltura Marco Protopapa traccia le linee del suo mandato, illustra le modifiche al Psr in corso e tratteggia quello che verrà
Accelerazione dei pagamenti del Psr che volge al termine e l'emergenza ungulati da affrontare con l'aiuto delle forze dell'ordine. Poi ci sarà una grande consultazione con le associazioni di categoria per scrivere il Psr 2021-2027, che comunque avrà come linee guida l'innovazione, i giovani e la riduzione della burocrazia. Questo il testamento programmatico di Marco Protopapa, assessore all'Agricoltura, cibo, caccia e pesca della Regione Piemonte dall'estate 2019.
In che condizioni ha trovato l'agricoltura piemontese al suo insediamento?
Al mio arrivo ho riscontrato una serie di criticità oggettive. In primo luogo la mancanza di fondi per finanziare alcune misure del Psr che per un'errata programmazione sono risultate esaurite prima del dovuto. In secondo luogo ho dovuto affrontare alcune emergenze tra le quali la massiccia presenza di ungulati su tutto il territorio regionale, anche in questo caso per un'errata programmazione in materia venatoria.
Cos'ha intenzione di fare per ridurre la proliferazione degli ungulati?
È stato uno dei principali problemi che ho dovuto affrontare appena assunto l'incarico. Ci siamo attivati con le Prefetture di tutta la Regione, tenuto conto che il problema è da ritenere di sicurezza pubblica. Di qui l'immediato intervento dei Prefetti che hanno dato mandato alle forze dell'ordine di eseguire un primo monitoraggio, mentre con le Province e la Città Metropolitana di Torino abbiamo attivato un confronto per giungere in tempi brevi all'adozione di una serie di misure volte al contenimento in particolare dei cinghiali. Inoltre, abbiamo stanziato 800mila euro per il risarcimento dei danni provocati dagli ungulati.
A che punto è l'avanzamento del Psr piemontese?
Ci troviamo nella fase conclusiva del Psr 2014-2020 con il problema del reperimento dei fondi necessari per la chiusura di alcune misure. Per questo motivo, in accordo con le associazioni di categoria abbiamo deciso di ridistribuire i fondi ancora disponibili in base alle esigenze del mondo agricolo piemontese. Inoltre, il presidente della Regione Alberto Cirio si è impegnato ad andare a Bruxelles per sensibilizzare la Commissione Europea per permettere una ricollocazione delle risorse.
Nonostante le difficoltà incontrate, dal nostro arrivo il Psr del Piemonte ha accelerato i tempi dei pagamenti e ora risulta tra i primi a livello nazionale e allineato alla media europea.
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Questo Psr volge al termine ma ci sarà ancora spazio per programmare la spesa. Quali saranno i più importanti bandi che apriranno nel 2020 e perché?
Sicuramente i tempi per la programmazione e per l'erogazione dei relativi fondi sono particolarmente stretti, ma questo non ci impedirà di finanziare alcune misure che necessitano maggiore sostegno. La riprogrammazione finale prevede con l'inizio del nuovo anno per l'operazione 2.1 (servizi di consulenza) uno stanziamento di 10,95 milioni di euro; per l'operazione 3.1 (Partecipazione a regimi di qualità) una dotazione di 1,5 milioni. Per l'operazione 3.2 (Informazione e promozione dei prodotti di qualità) uno stanziamento di 4 milioni. Inoltre, prevediamo di attivare bandi per l'operazione 16.2 (attuazione di progetti pilota - piattaforma congiunta con il Fesr), con una dotazione di 2 milioni e infine per l'operazione 16.7 (attuazione di strategie di sviluppo locale diverse da Leader - Aree interne) uno stanziamento di 10 milioni.
Il suo assessorato scriverà il prossimo Psr. È ancora presto, non si conoscono le cifre (molto probabili tagli). Ha già qualche idea dei settori nei quali concentrare più risorse?
Nei prossimi mesi apriremo una fase di consultazione anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria. Poi inizierà il lavoro vero e proprio di progettazione che terrà conto dei dati aggiornati dell'Unione Europa circa i fondi che verranno resi disponibili per la varie misure del Psr 2021-2027. Sicuramente particolare attenzione sarà rivolta all'innovazione, ai giovani, alla lotta fitosanitaria e all'aspetto della sburocratizzazione delle pratiche molto richiesta dagli agricoltori.