Con una crescita del 3,9% rispetto all'ultimo trimestre 2020, l'agricoltura è il comparto che nei primi tre mesi del 2021 ha fatto registrare il più alto incremento del Pil. Meglio dell'industria, cresciuta dell'1,8% e dei servizi che hanno chiuso con un calo dello 0,4%. In generale il Pil italiano è salito dello 0,1%. Lo ha reso noto l'Istat. Tra gennaio e marzo nei campi è cresciuta anche l'occupazione (+2,6%) e le ore lavorate (+2,8%). In calo invece del 2,7% il reddito da lavoro dipendente. Peggio in questo indicatore fanno solo le costruzioni con un -3,1%.
Nei primi tre mesi del 2021 il valore aggiunto dell'agricoltura è stato pari a 7,89 miliardi di euro, facendo segnare un +1,3% anche rispetto al primo trimestre 2020. Segno che il comparto è in salute. Le ore lavorate sono state 634.150 (+4,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa). Unica nota stonata nel report dell'istituto nazionale di statistica il reddito percepito dai lavoratori dipendenti, sceso a 5.315 euro, contro i 5.462 del periodo ottobre-dicembre 2020.
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Coldiretti: primario strategico, ora svolta green
«L'emergenza globale provocata dal Covid-19 ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza – ha commentato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – proprio per cogliere l'opportunità storica del Recovery Plan abbiamo elaborato progetti concreti e cantierabili per l'agroalimentare, dai settori produttivi a quello dei biocarburanti, con una decisa svolta verso la rivoluzione verde, la transizione ecologica e il digitale in grado di offrire un milione di posti di lavoro green entro i prossimi dieci anni».