Accordo trovato, quasi a tempo scaduto per il prezzo del pomodoro da industria nel bacino del Centro-Sud Italia. Dopo un lungo braccio di ferro tra parte agricola e industriale si è arrivati alla stretta di mano (virtuale) a 105 euro la tonnellata per il pomodoro tondo e a 115 per il lungo. Per entrambe le tipologie l'incremento è di 10 euro/t rispetto alla campagna 2019. Solo pochi giorni fa la parte industriale aveva proposto un prezzo di 100 euro/t per il tondo e di 110 per il lungo.
Rispetto al 2019 il prezzo pagato dai trasformatori aumenta del 10,5% per il tondo e del 9,5% per il lungo. Un passo avanti che in sostanza soddisfa la parte agricola. Queste quotazioni sono più alte di 17 euro a tonnellata rispetto al prezzo pagato nel bacino del Nord Italia e vanno a coprire i maggiori costi di produzione del Sud. Sentimenti contrari tra le associazioni di categoria. Abbastanza soddisfatta Cia, critica Coldiretti.
Pomodoro da industria, +2% degli ettari dedicati
Il telerilevamento satellitare sulle aree coltivate a pomodoro da industria eseguito dalla società Terrasystem per conto di Anicav ha calcolato che quest'anno sono stati 28.562,9 gli ettari messi a dimora. Un incremento del 2% rispetto al 2019.
Cia Puglia: «Meglio tardi che mai»
«Avevamo chiesto che si giungesse finalmente a un accordo − ha dichiarato il presidente di Cia Capitanata Michele Ferrandino − e salutiamo con cauta soddisfazione il raggiungimento di un’intesa che scongiura la legge della giungla. Questo accordo è una base affinché, nell’immediato futuro, si possa fare ancora meglio, poiché i prezzi di produzione per il Mezzogiorno sono più elevati rispetto a quelli sostenuti nel nord Italia. È prevalso il buon senso, evitando di salire sulle barricate. Al sistema agricolo pugliese e a quello del Sud più in generale ha dimostrato, anche nell’accordo sui prezzi, un impegno e una professionalità di grande rilievo, con aziende agricole capaci di produrre qualità e sicurezza alimentare in condizioni talvolta estremamente disagiate».
«L’emergenza Covid-19 − ha ricordato Ferrandino − ha reso molto più difficili le condizioni lavorative, la ricerca e la disponibilità della manodopera, mentre i cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e nubifragi ha elevato ai massimi livelli il rischio d’impresa e quello di perdere il raccolto in tutto o in parte».
Coldiretti: «Intesa arrivata in ritardo»
"È stato siglato in grande ritardo l'accordo sul prezzo per il pomodoro da industria del Centro-sud perché non consente un'adeguata programmazione alle imprese agricole − afferma in una nota l'associazione presieduta da Ettore Prandini − già dalla fine di maggio era stato stipulato un accordo di filiera tra Coldiretti e Princes la società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, che prevede una remunerazione di 121 euro a tonnellata per il tondo e 125 euro a tonnellata per il lungo. Una politica lungimirante − conclude la Coldiretti − che unisce gli sforzi per sostenere il Made in Italy della filiera del pomodoro, valorizzandone l'elevata qualità e l'identità nazionale".