Si attesta a 36.707 ettari la superficie coltivata a pomodoro da industria nell’Italia settentrionale nel 2017: il 7,5% in meno rispetto all’anno precedente. Le superfici effettive rispetto a quelle contrattate a inizio campagna sono poi calate del 2,5%. Nonostante ciò quelli coltivati a biologico sono passati dai 1.316 ettari del 2016 ai 2.310 ha di quest’anno, ovvero il 6,6% delle superfici effettive delle Op associate.
L’Emilia Romagna è la regione dove il pomodoro da industria è più diffuso, dal momento che interessa una superficie di 24.866 ettari a cui seguono i 7.494 della Lombardia, i 2.121 del Veneto e i 2.029 del Piemonte. Qualora si voglia vedere nel dettaglio i dati delle varie province la classifica è questa: Piacenza: 10.003 ettari; Ferrara: 6.177; Parma: 4.666; Mantova: 3.963; Cremona: 2.102; Ravenna 1.929; Alessandria: 1.821; Reggio Emilia: 993; Rovigo: 895; Verona: 780 e Modena: 729.
«L’aspetto positivo che emerge – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell’Oi Pomodoro da industria del Nord Italia – è il sostanziale rispetto della programmazione visto che lo scostamento in diminuzione del 2,5% delle superfici effettive rispetto a quelle contrattate è di portata molto contenuta e rappresenta in assoluto lo scostamento più basso degli ultimi anni. La sostanza ci dice che in campagna oggi troviamo il pomodoro effettivamente richiesto per la trasformazione, in linea quindi con quelli che sono gli equilibri di mercato del nostro settore».
Di seguito è possibile vedere i grafici con la ripartizione delle superfici per le principali regioni e provincie: