Prandini: «Più made in Italy? Cambiamo la Costituzione»

Il presidente della Coldiretti chiede meno potere alle Regioni e di modificare regole di carattere costituzionale per rimettere nelle mani del governo centrale la regia sulle strategie per l'internazionalizzazione. Tra le altre richieste: scegliere quattro poli fieristici sui quali fare eventi internazionali, trasformare Ismea in una cassa depositi e prestiti per l'agroalimentare, raddoppiare le risorse sui contratti di filiera. Annunciata la denuncia contro Lactalis per pratiche sleali all’Icqrf

«Noi riteniamo che la capacità di esportazione del nostro Paese sia ancora minima rispetto a quello che si potrebbe fare. Serve coraggio dobbiamo investire sotto questo punto di vista, anche modificando delle regole di carattere costituzionale, che oggi attribuiscono il potere alle Regioni. Noi invece vorremmo che le scelte tornino a essere di carattere nazionale, centrale, perché in questo modo possiamo valorizzare l’immagine dell'Italia nel mondo». È la bomba sganciata dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini a margine dell’assemblea nazionale della confederazione, svoltasi a Roma a Palazzo Rospigliosi, durante la quale ha spiegato che l’internazionalizzazione non può essere delegata alle Regioni perché: «Così siamo perdenti. All’estero tutti sanno cos’è l’Italia le Regioni non le conoscono, nemmeno sanno dove sono ubicate in termini geografici».

«Investire in poli fieristici»

L’internazionalizzazione è stato uno dei temi messi al centro dell’assemblea dal presidente come chiave strategica per rafforzare il nostro sistema agroalimentare. A riguardo, Prandini ha chiesto a gran voce che l’Italia prenda coraggio e scelga tre o quattro poli fieristici in cui fare eventi internazionali, «è arrivata la stagione di compiere delle scelte strategiche. L’Ice deve diventare un’agenzia che accompagna le nostre aziende. Nessuno è in grado di spiegarmi perché la prima fiera dell'ortofrutta si svolge in Germania e non viene fatta in Italia e perché la Spagna cresce così tanto ed investe in modo significativo sui propri poli e noi no?».

«Trasformare Ismea in una cassa depositi e prestiti»

Prandini ha anche proposto di trasformare Ismea in una cassa depositi e prestiti per sostenere l’agroindustria, anche dagli assalti delle multinazionali: «Altrimenti rischiamo che prima salta il sistema della trasformazione e poi ci pieghiamo alla standardizzazione della filiera».

«Pnrr si deve fare di più. Puntare sui contratti di filiera»

Quanto ai contratti di filiera Prandini ha affermato: «Siamo lontani dagli obiettivi che c’eravamo preposti. Occorre lavorare al Pnrr per favorire accordi tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni».

Il presidente Coldiretti ha inoltre chiesto di raddoppiare le risorse per i progetti di filiera. «Le richieste hanno superato di dieci volte il budget disponibile. Per poter soddisfare la domanda totale c’è bisogno di circa 4,5 miliardi di euro in più di dotazione pubblica, a partire dal rifinanziamento del V bando».

Per sostenere lo sforzo delle imprese è poi necessario «semplificare il più possibile i decreti attuativi delle diverse misure, tenendo conto di un grado di flessibilità per affrontare il continuo incremento dei costi – ha rilevato Prandini – che rischia di essere fortemente penalizzante rispetto alle domande presentate».

«Crediamo sia giusto aumentare le risorse per poter realizzare il maggior numero di progetti possibile ed investire sul futuro, sulla formazione, sulla sostenibilità, sull'innovazione, sulla ricerca e sulla qualità per tutto il sistema agroalimentare nazionale. Si tratta – ha puntualizzato – di un'occasione unica, che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore».

Ma per cogliere appieno le opportunità del Pnrr, serve dare anche risposte alle imprese in tempi certi. «Partecipare a un bando e avere risposte dopo mesi e mesi non è ammissibile – ha puntualizzato – e rischia di far venire meno la capacità delle aziende agricole di poter tenere fede agli impegni inserite nelle domande di aiuto. Da questo punto di vista è perciò decisivo potenziare le strutture amministrative competenti per le diverse misure, assicurando l’efficienza dell’azione della Pubblica amministrazione».

Fitto: «Agricoltura ha misure che possono essere rapide nella spesa»

Prandini
Raffaele Fitto

A riguardo il ministro per gli affari europei, politiche di coesione e Pnrr, Raffaele Fitto ha dichiarato: «Stiamo lavorando per definire complessivamente la modifica dell'intero piano nazionale di ripresa e resilienza. Il comparto agricolo ha misure di intervento che possono essere rapide ed efficaci nella spesa».

Coldiretti denuncia Lactalis

Quanto alle pratiche sleali, Prandini ha annunciato la denuncia al gruppo Lactalis all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Masaf per la violazione del contratto sul prezzo del latte.

«Abbiamo provato in tutti i modi a ragionare con un soggetto non italiano, che in Italia pensa di poter applicare le proprie regole come e quando vuole. Lactalis – ha spiegato Prandini – ha modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo tra l’altro un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani».

La multinazionale Lactalis ha acquisito i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori e Nuova Castelli e controlla circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario.

Gesmundo: «Non daremo tregua alle ideologie in Europa»

Vincenzo Gesmundo

Il segretario generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo, tornando nuovamente a sostenere una lotta senza sconti contro la carne sintetica e augurandosi l’approvazione della prima legge italiana entro luglio contro la produzione e commercializzazione di cibi ottenuti in laboratorio, ha detto di non accettare lezioni dai «cavalieri dell'apocalisse» e di non avere intenzione di «dare tregua» al vicepresidente della commissione europea Franz Timmermans citando in merito gli eccessi di impostazione ideologica sulle direttive ripristino natura e emissioni industriali.

Gesmundo ha quindi ringraziato, oltre i ministri dell'agricoltura Francesco Lollobrigida e della salute Orazio Schillaci, anche l’europarlamentare s&d Paolo De Castro, la cui «conoscenza dei regolamenti ha consentito di ottenere risultati che ora vanno mantenuti».

Sos clima, produzione grano -10%, frutteti in crisi

Frutta e verdura ustionate, i danni all’agricoltura superano già i sei miliardi. Dati Coldiretti, evidenziano un taglio del 10% della produzione di grano, sceso del 70% il raccolto di miele, in difficoltà anche i frutteti con le ciliegie in calo del 60% per l’alluvione che ha colpito la Romagna e per le piogge intense in Puglia e Campania. La grande ondata di calore sta tagliando del 10% la produzione di latte.

«I cambiamenti climatici – ha sottolineato Prandini – impongono una nuova sfida per le imprese agricole che richiede impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm alla quale la Commissione Europea sta finalmente aprendo le porte».

Climate change, il ruolo delle rinnovabili

«In questo momento di discussione sul ruolo delle rinnovabili per fronteggiare la crisi climatica è fondamentale non perdere l’occasione di mantenere vivo una parte del potenziale della produzione elettrica da biogas, che vede nelle nostre aziende agricole un esempio di eccellenza riconosciuto a livello europeo». Lo ha affermato il presidente del Consorzio italiano biogas Piero Gattoni, accogliendo con favore la norma che istituisce un meccanismo di prezzi minimi garantiti per la produzione di energia elettrica rinnovabile degli impianti biogas, approvata alla Camera con il dl rigassificatori: «è un segnale importante di attenzione del Parlamento verso il settore e verso quelle aziende agricole che per prime hanno investito nella digestione anaerobica, che rischiavano di dover interrompere la produzione per effetto della spinta inflazionistica in atto sul costo delle materie prime».

 

 

Prandini: «Più made in Italy? Cambiamo la Costituzione» - Ultima modifica: 2023-07-18T20:19:19+02:00 da Laura Saggio

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