Via libera finale oggi a Strasburgo alla Direttiva europea che vieta le pratiche commerciali sleali nella catena alimentare per salvaguardare agricoltori, produttori e cittadini.
Il Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza il testo. Hanno votato a favore 589 eurodeputati, 72 i contrari e 9 gli astenuti. Con questo voto si chiude l'iter decisionale europeo. Il testo verrà a breve pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, diventando così operativo per gli Stati membri. Che dovranno recepirlo e attivarlo.
Hogan: «Voto fondamentale»
«Un voto fondamentale per il trattamento equo degli agricoltori nella filiera alimentare», ma anche la dimostrazione che l'Unione europea «è capace di produrre risultati per i cittadini europei». Così il commissario Ue all'agricoltura Phil Hogan ha commentato l'approvazione della plenaria dell'Europarlamento della direttiva contro le pratiche sleali commerciali nel settore agroalimentare. La Commissione «ha presentato questa proposta nell'aprile 2018» per garantire una «protezione minima in tutta l'Ue» agli agricoltori ricorda Hogan in una nota, che sottolinea i risultati di un recente Eurobarometro secondo cui l'88% dei cittadini europei considera importante rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera.
De Castro: «Vittoria per l'Italia»
Ancora più soddisfatto Paolo De Castro, relatore del dossier e primo vicepresidente della Commissione agricoltura dell'Europarlamento. «È una grande vittoria per l'Europa e per l'Italia il voto finale dell'Assemblea europea, con una maggioranza di quasi il 90%, che mette fine dopo 10 anni di attesa alle pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare. Per l'Italia, la battaglia che siamo riusciti a vincere risulterebbe vana se non venisse rapidamente recepita nella legislazione nazionale, estendendo la protezione a tutti i produttori e integrando la lista di pratiche proibite con le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso».
«In appena undici mesi - afferma l'eurodeputato Pd - e nonostante l'opposizione delle lobby dei grandi distributori, portiamo a casa un risultato che dimostra come l'Europa per cui ci battiamo sa essere al fianco dei più deboli, agricoltori, produttori e consumatori. Abbiamo infatti raddoppiato da 8 a 16 le pratiche sleali con la possibilità di estenderle a livello nazionale, protetto il 100% degli agricoltori e il 97% delle aziende agroalimentari dell'Ue, compresi settori del floro-vivaismo e della mangimistica. Ma anche difeso la confidenzialità di chi denuncia e introdotto l'obbligo per l'autorità di contrasto di agire e porre fine a queste prassi, anche sanzionando i responsabili. Questa conquista - conclude De Castro - è stata possibile solo grazie a un gioco di squadra tra i grandi gruppi parlamentari europei, il Commissario Hogan e gli Stati membri».
Agrinsieme: «Agricoltori più tutelati»
«Finalmente gli agricoltori europei saranno più tutelati». Lo sottolinea il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, esprimendo soddisfazione per il via libera definitivo alla direttiva comunitaria contro le pratiche commerciali sleali. «Con il provvedimento, infatti, il numero di pratiche sleali riconosciute passa da 8 a 16, con l’aggiunta: del pagamento per servizi non resi; dell’obbligatorietà di un contratto scritto se richiesto dal fornitore; dell’abuso di informazioni confidenziali da parte dell’acquirente; delle ritorsioni commerciali; del pagamento per la gestione del prodotto alla consegna; del pagamento per la gestione dei reclami dei clienti; dell’estensione del pagamento a 30 giorni per i prodotti deperibile e a 60 per quelli non deperibili; del divieto di trasmettere al fornitore i costi di advertising».
«È particolarmente rilevante - rimarca il coordinamento - avere definito un quadro unionale di regole da rispettare che garantiscono anche la piena tutela della riservatezza di chi denuncia pratiche sleali anche per il tramite delle organizzazioni di rappresentanza che potranno avere un ruolo decisivo nella attuazione della direttiva».
C'è anche una piccola delusione. «Non possiamo non esprimere rammarico per la mancata aggiunta nell’elenco delle pratiche riconosciute della vendita sottocosto anche tramite il ricorso ad aste a doppio ribasso, pratica che da tempo Agrinsieme aveva segnalato come fortemente distorsiva», osserva il coordinamento, che si è sempre espresso a favore di una normativa europea che possa stabilire regole e procedure in grado di garantire una catena di approvvigionamento alimentare più equa, più trasparente e più sostenibile in tutta Europa.