I prodotti finanziari Esg (Environmental, Social e Governance) cominciano a trovare interesse nel mercato italiano. L’offerta di fondi, quindi strumenti finanziari di raccolta del risparmio a valere su iniziative imprenditoriali sostenibili o su investimenti compatibili con l’assetto di tutela ambientale, sociale e di gestione ottimale, classificabili con discrezionalità dell’emittente, inizia a essere significativa. Il potere discrezionale riguarda la possibilità di classificare un fondo o un bond, ovvero l’emissione di uno strumento finanziario da parte di una controparte qualificata, come idoneo o meno a divenire un prodotto Esg. Il tema si inserisce in un ampio contesto di adesione volontaria alla normativa internazionale, tra l’altro in divenire, dettata su standard Esg.
I regolatori nazionali a loro volta si avvalgono di direttive provenienti da Eba (European Banking Authority), Ue, Onu, Ilo (International Labour Organization) e altri organismi internazionali, per proporre impianti normativi a sostegno degli standard. L’offerta richiamata si basa sui cosiddetti green bond, strumenti emessi con finalizzazione sostenibile.
La valutazione
Dal lato dei finanziamenti disponibili, l’interesse e l’offerta del mercato sono altrettanto cospicue. In questo caso si parla di Sustainability Linked Loan, finanziamenti ancorati a iniziative di miglioramento ambientale con tutela di socialità e con politiche di governance altrettanto sostenibili e chiare. Quindi, non si tratta più di generica finalizzazione per l’emissione dello strumento finanziario o del finanziamento, ma deve essere realizzato un vero e proprio processo di valutazione al fine di discriminare certe attività rispetto ad altre.
Il processo deve trovare sostegno in una solida procedura di messa in evidenza degli aspetti di sostenibilità sia dal lato ambientale sia della socialità, fino alla corretta pianificazione delle attività di governo dell’azienda agricola.
Chi è in grado di dimostrare tali prerogative, in un processo di scalabilità, può ambire ad ottenere un finanziamento dedicato, a sua volta comunicabile al mercato nei termini corretti.
Il lavoro di Crédit Agricole Italia si basa proprio sul sostegno dei temi di rispetto ambientale, creazione del contesto ideale di lavoro nell’ambito sociale e quindi presenza qualificata nei territori, più una forte attenzione affinché le pratiche di gestione siano efficienti, efficaci ma soprattutto idonee a valorizzare tutti i dipendenti.
Produrre energia pulita
Su questi presupposti, meglio dire prescrizioni, sono stati progettati e messi sul mercato i primi due finanziamenti Esg compatibili per il settore agricolo in Italia.
Agri Energia Crédit Agricole ha le caratteristiche più basiche di un classico green loan. Ha infatti una finalizzazione esclusiva che lo rende idoneo a finanziare tutti gli interventi per la realizzazione, il miglioramento funzionale e la riattivazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Sempre a condizione che l’azienda sia agricola e l’impianto sia a servizio delle pratiche agricole, a monte o a valle del processo di coltivazione o allevamento. Nel caso del fotovoltaico saremmo in presenza di un impianto che prescinde dallo svolgimento del processo produttivo ma che comunque genera energia elettrica per il sostegno e l’avvio di quell’attività.
Se poi il regolatore nazionale permetterà anche la vendita di energia elettrica all’esterno dell’attività produttiva, la finalizzazione, è bene chiarirlo, rimarrà comunque eligibile come criterio Esg. Nel caso del biogas o biometano l’impianto si pone a valle del processo produttivo, dal quale non può prescindere, sfruttando le risorse di scarto o le coltivazioni dedicate.
Ambiente, lavoro e governance
Al finanziamento Agri Blu Crédit Agricole compete invece il sostegno a progetti di investimento che abbiano non solo una finalità esplicita, ma siano proposti da aziende agricole che rispettino le caratteristiche preponderanti di sostenibilità ambientale, sociale e di governo dell’azienda stessa.
Pertanto, il finanziamento potrà essere erogato solo al verificarsi del rispetto di presupposti di punteggio ottimale, rispetto alla classificazione proposta da un fornitore esterno della banca, sui temi del rispetto ambientale: pratiche colturali, gestione idrica, rispetto di uno o più ecoschemi della nuova Pac 2023-2027.
Per la dimensione sociale l’azienda agricola dovrà dimostrare l’uso di pratiche sostenibili per la gestione del rapporto di lavoro, nonché come e in quale ambito interviene a livello locale nella tutela dei beni pubblici collettivi. Questo è un aspetto molto importante, che misura l’efficace presenza a sostegno del territorio di appartenenza dell’azienda agricola in contesto rurale.
Per assolvere il terzo punto fondante dei criteri Esg l’azienda agricola dovrà poi dimostrare, durante una valutazione documentale, come il conduttore o i conduttori dell’attività siano stati formati e quanto siano idonei al compito che svolgono, nel rispetto dei criteri Esg.
Due prodotti di finanziamento che sono esclusivi e fortemente innovativi proprio perché dedicati solo all’agricoltura italiana, pur nella consapevolezza che questa da sola sia già in grado di assolvere i temi della sostenibilità ambientale e sociale con la massima efficienza, sulla scorta di quanto la ben nota nuova programmazione comunitaria dal 2023 al 2027 mette in evidenza.