A un passo dalla primavera 2019, dopo anni di tira e molla, la revisione delle macchine agricole rimane un’eterna incompiuta.
L’approvazione del decreto che istituiva la norma e indicava le macchine da sottoporre progressivamente alla revisione è di quasi quattro anni fa.
Poi, come in un enorme buco nero, tutto è sparito.
L'imminente decreto applicativo, che doveva dare un senso alla misura di controllo di un parco macchine fra i più vetusti del Vecchio Continente, si è via via smaterializzato diventando qualcosa d’impalpabile.
In una sorta di ‘Aspettando Godot’ della meccanizzazione agricola, si attende perennemente qualcosa, la revisione appunto, che pare destinato a non arrivare mai. Invero ad allontanarsi.
La successione dei governi non ha modificato le cose e anche le ultime rassicurazioni del ministro agricolo Centinaio (all’Eima 2018 dichiarò: «I decreti della revisione arriveranno entro l’anno») si sono sciolte come neve al sole (leggi qui)
Possibile? E per quali motivi?
Difficile cercare una spiegazione logica e plausibile a una qualcosa che di razionale pare avere poco. E a una gestione complessiva che sembra davvero sconcertante.
Senza entrare nel loop dell’individuazione delle colpe, delle promesse da marinaio e del pressapochismo che ha intriso la faccenda, vale la pena provare a ricostruire alcuni passaggi.
Agli albori della norma pareva che a giocare contro la revisione fosse qualche Professionale agricola, con una motivazione sostanzialmente forte: per effettuare gli interventi occorrevano soldi. E questi venivano ancora una volta chiesti agli agricoltori, già troppo penalizzati e in crisi di redditività.
Fatto capire che sulla sicurezza non si poteva derogare, che erano troppi i trattori davvero vecchi e in condizioni pietose e che almeno si doveva intervenire sulle dotazioni minime, tipo roll bar, freni in ordine e luci funzionanti, sembrava iniziata la discesa.
Niente. Ancora nessun decreto applicativo usciva dai due ministeri competenti, Agricoltura e Trasporti. Che per un po’ hanno giocato a ping pong.
Ora, detto che il Mipaaft pare abbia dato il suo assenso definitivo, lo stop sembra essere ai Trasporti. Per questioni tecniche (?!).
Ossia, anche dopo aver definito cosa effettivamente revisionare, molte officine non sarebbero in grado di controllare e intervenire adeguatamente. E dire che il progetto Roc - Rete Officine Certificate - di Unacma aveva già selezionato svariate realtà in grado di effettuare la revisione.
E altre in tempi rapidi potevano essere al passo.
Ancora niente. E c’è già chi parla di un altro slilttamento del decreto attuativo, ergo della revisione, di almeno un anno.
Almeno sembrano essersi interrotti i sequestri dei trattori non revisionati da parte della Polizia stradale.
È già qualcosa. Ma come consolazione è davvero modesta