Bottiglie di vino, spiriti e latte, fino ai vasi per piante e fiori, restano fuori dalle nuove norme sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggi che hanno passato lo scoglio degli Stati Ue con un ok all'unanimità dei 27 all'intesa raggiunta con il Parlamento europeo. Si
tratta di alcuni settori chiave del made in Italy, mette in evidenza la Coldiretti, come il vino e il florovivaismo, che hanno rischiato di essere penalizzati, e le cui vendite nel 2023
hanno raggiunto rispettivamente la quota record di otto miliardi di euro e di 1,25 miliardi di euro. Norme che invece dovrà rispettare il settore ortofrutticolo e in particolare l’utilizzo di imballaggi monouso per frutta e verdura fresca sotto gli 1,5 kg di peso. Ma sono previste deroghe generali (contro rischi microbiologici, perdita di acqua o commistione con prodotti biologici), e deroghe nazionali.
Il bilancio della battaglia condotta in Europa sulla Direttiva Ppwr (Packaging and packaging waste directive) è tutto sommato positivo da parte degli operatori dell'agroalimentare per il risultato ottenuto. Inoltre, l'entrata in vigore delle nuove norme slitta in avanti di cinque anni: dal 2025 al 2030.
Molto contraria invece Ortfrutta Italia, che parla di regole "prive di logica e supporto scientifico" che darebbero il via "ad un'insieme di norme controproducenti in termini di sostenibilità e ingiustamente discriminatorie nei confronti dei prodotti freschi". Ortofrutta Italia, a voce unanime tra produzione e distribuzione al proprio interno, esprime forte preoccupazione per le possibili conseguenze del provvedimento
L’accordo provvisorio raggiunto nel negoziato inter-istituzionale tra Consiglio e Parlamento europeo sul regolamento imballaggi dovrà essere approvato definitivamente in aprile.
