Costruire un nuovo progetto di sviluppo dell’Italia, da realizzare con gli strumenti messi in campo dall’Ue e dall’esecutivo anche con la prossima manovra di bilancio, mettendo al centro l’agricoltura 4.0 e i giovani. E’ il piano di rilancio post Covid-19, che non può non tenere conto delle sfide fissate dal Green Deal europeo, che la Cia-Agricoltori Italiani ha presentato in occasione dell’assemblea nazionale. Cinque gli ambiti di intervento: settori produttivi, territori, servizi alle imprese e alle persone, sviluppo e gestione, nuova Pac.
Il piano di rilancio del settore passa dall'Agricoltura 4.0
Il futuro agricolo per la Cia deve passare dalla modernizzazione e digitalizzazione dell’agricoltura italiana per incrementare produttività e sostenibilità del settore, mettendo in campo tecnologie innovative a supporto di tecniche culturali, razionalizzazione delle risorse, raccolta dati, tracciabilità delle filiere. Altrettanto necessario, per la Cia, rafforzare le grandi produzioni agricole, dal potenziamento della ricerca varietale e delle biotecnologie. E ancora, incentivare lo sviluppo delle aree rurali come argine contro lo spopolamento dei territori e il loro impoverimento ambientale e paesaggistico. Infine, lavorare nel costruire veri e propri sistemi imprenditoriali territoriali interconnessi, dove le attività economiche e le forze sociali possano fare rete per resistere meglio alle crisi. agricoltura 4.0 agricoltura 4.0
Scanavino: «Agricoltura 4.0, da gestione analogica a digitale»
«Smart city e smart land devono incontrarsi – afferma il presidente della Cia Dino Scanavino –. Per costruire questo nuovo scenario, agli agricoltori serve una formazione adeguata che li supporti nel passaggio dalla gestione analogica a quella digitale. È una rivoluzione, e devono farla gli agricoltori. La blockchain diventerà una realtà solo quando riusciremo a mette in pratica questo cambiamento. La filiera tradizionale non ha funzionato, serve cambio di rotta».
Green Deal, «Non vogliamo sussidi, ma un progetto di cui essere protagonisti»
Per quanto riguarda la transizione green, Scanavino sostiene che deve essere «un’opportunità per andare avanti, non indietro, con la prospettiva aperta di fare agricoltura moderna, produttiva, intensiva, mettendo al centro nuove tecnologie e ricerca scientifica applicata alla meccanica, robotica e genetica».
Quanto ai fondi previsti dal Next Generation Eu, Scanavino, rivolgendosi al vicepresidente esecutivo commissione europea, European Green Deal, Frans Timmermans, ha specificato: «non vogliamo sussidi, ma un progetto di cui essere protagonisti. All’Italia sono destinati oltre 200mld di euro in tre anni. Risorse ingenti che si collocano nel contesto delle politiche comunitarie definite dal Green Deal, in cui l’agricoltura, in sinergia con le altre forze economiche e sociali, deve essere moderno motore di sviluppo».
Timmermans: «Transizione verde enorme opportunità economica»
A riguardo, Frans Timmermans ha specificato: «la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile rappresenta un’enorme opportunità economica. Consentirà agli agricoltori europei di adottare la sostenibilità come marchio di fabbrica, può darci un vantaggio competitivo da pionieri». In linea con la posizione della Cia circa l’urgenza di mettere al centro di questo nuovo paradigma l’innovazione, Timmermans ha specificato che i traguardi prefissati nella transizione green «devono essere da stimolo. Dimezzare l’uso di pesticidi offre la possibilità di investire nell’agricoltura di precisione, nella difesa fitosanitaria integrata. Il settore agricolo deve essere più resiliente e rispettoso del clima ma allo stesso tempo deve sfruttare tutte le opportunità per incrementare il reddito, gli investimenti nel biogas serviranno proprio a questo, oltre a ridurre le emissioni di metano».
Per realizzare questo nuovo scenario, Timmermans ha ribadito che la Pac, «deve essere una autentica politica di Green Deal e deve aiutare gli agricoltori nel procedere verso l’utilizzo di pratiche più sostenibili e a cogliere nuove opportunità».
Bellanova: «Investimenti mirati»
«Il piano nazionale ripresa e resilienza - ha detto Bellanova - deve avere un cuore agricolo. Per progettare il futuro e governare le criticità dobbiamo investire dove necessario, difendendo i nostri settori strategici. Vanno in questa direzione gli oltre 4mld di euro messi a disposizione del settore in questi mesi. Adesso siamo al lavoro sulla Legge di bilancio con cui destiniamo al settore oltre 1mld di euro confermando le priorità su cui vogliamo continuare a scommettere. Parliamo di filiere, investimenti, infrastrutture. Di tutela dei lavoratori e delle imprese».
Conte: «L’agricoltura sostenibile tra i pilastri del Recovery Plan»
Per il premier Giuseppe Conte, intervenuto attraverso un video messaggio, «il settore si posiziona in maniera egregia rispetto agli obiettivi del Green Deal europeo. L’agricoltura sostenibile – ha spiegato – sarà anche uno dei pilastri del Recovery Plan italiano su cui il Governo è a lavoro, in particolare per quanto riguarda efficientamento energetico e nuovo piano di logistica e innovazione agroalimentare, che contribuiranno a rendere l’agricoltura un settore digitale e ancor più sostenibile».
Francia: «Agricoltura 4.0, lavorare su strategia a medio-lungo termine»
«Innovazione, ricerca, genetica e meccanizzazione». Sono le parole chiave per il futuro del settore secondo il presidente di Agia-Cia Stefano Francia. «Non possiamo più permetterci di avere una ricerca non adatta al nostro Paese - ha aggiunto -. Bisogna occuparci della formazione di chi applica la ricerca e l’innovazione in campo, partendo dalle scuole e università. Dobbiamo ricostituire una imprenditoria non solo attraverso i finanziamenti del primo insediamento, serve una visione di insieme per dare alle aree interne uguale dignità a quelle urbanizzate. Per realizzare tutto questo abbiamo bisogno di una strategia a medio-lungo termine, anche per indirizzare bene e velocemente le risorse, aspetto fondamentale per le aziende giovani».
Agricoltura +5,5% nel 2021-23 grazie ad export e Recovery
Lo shock economico del Covid accende i riflettori sull'importanza strategica dell'agricoltura, con una stima di crescita del 5,5% nel triennio 2021-2023, dopo aver perso il 2,9% nel 2020. La spinta verrà data dagli investimenti guidati dal Recovery Fund (95 miliardi nel 2021-23) e dall'export in crescita malgrado la crisi globale.
Secondo l'analisi realizzata da Cia in collaborazione con la Cgia di Mestre, nei nove mesi di crisi, l'agricoltura ha beneficiato della tenuta del commercio alimentare all'ingrosso delle materie prime (-3%) e dei prodotti alimentari (+0,1%) e di quello al dettaglio (+3,1%), registrando +3,9% nella Gdo (soprattutto nei discount, +6,6%) e un +3,5% nei piccoli negozi. Un settore che non si è mai fermato, trainando anche l'industria alimentare, unico comparto fra i manifatturieri ad aver avuto una limitata contrazione del valore produttivo (-2,3% a ottobre 2020).
L'agroalimentare ha mostrato gran dinamismo anche nei mercati esteri, sulla scia del saldo commerciale record dell'Italia (+42,5 miliardi nei 9 mesi del 2020). Le esportazioni di cibo e bevande sono, infatti, aumentate nei primi tre trimestri del 3% (oltre 1 miliardo di euro) mentre l'import ha subito un calo tale da collocare l'Italia, per la prima volta, nella posizione di esportatore netto nella bilancia commerciale.