Scongiurato per ora l’aumento dei dazi Usa

Donald Trump
Sospiro di sollievo per i vini italiani (ma non per i liquori). Rimangono in vigore i balzelli sui formaggi che ne hanno dimezzato l’export negli ultimi due mesi del 2019. Bellanova: «Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti»

Gli Usa confermano i dazi su formaggi, aperitivi e liquori. Ma senza aumentare l’importo del prelievo alla dogana. Restano fuori, ed è un grande sollievo per i produttori, i vini italiani, il cui export negli Usa vale circa 2 miliardi di dollari. Nella notte di San Valentino, l’Office of United State Trade Representative, guidato da Robert Lighthizer, ha come atteso (ne avevamo parlato qui) pubblicato la lista delle tariffe doganali, riviste dopo il primo elenco adottato il 18 ottobre 2019, a titolo di risarcimento per i finanziamenti Ue ad Airbus. Il carico per l’Italia rimane invariato.

Robert Lightnzer, negoziatore americano, è l'uomo scelto da Trum per guidare lo Us Trade Rapresentative office

Il conto per l’Italia rimane comunque pesante

Nelle scorse settimane si erano diffuse sensazioni allarmanti. Lighthizer sembrava orientato a estendere le tariffe ad altri prodotti e ad aumentarne la percentuale, pari al 25%, sulle merci già penalizzate con un meccanismo “a carosello”. Invece per il momento non cambia nulla. Su un pacchetto da 7,5 miliardi di dollari, il conto italiano resta pari a circa 450 milioni di dollari e tocca soprattutto le eccellenze agroindustriali, con un dazio del 25%: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Pecorino (i formaggi valgono 312 milioni di dollari di export); il comparto degli aperitivi e dei liquori (163 milioni di dollari), i salumi (circa 50 milioni di dollari). Certo, i produttori chiedono la totale cancellazione dei prelievi. Ma almeno il governo di Roma e la diplomazia italiana a Washington sono riusciti a contenere il pericolo di un’escalation. Perché questo era il problema. Si è puntato sulle alleanze con gli importatori e con i distributori Usa.

Tra sei mesi le prossime mosse di Trump

Non è finita, però. Il processo di aggiustamento dei dazi andrà avanti con scadenze di 180 giorni. Il governo Trump, dunque, può ancora modificare l’elenco delle merci penalizzate. Il 14 febbraio, sostanzialmente, ha deciso soltanto di inasprire i dazi, dal 10 al 15%, sugli Airbus acquistati dalle compagnie aeree statunitensi.


Bellanova: «Il lavoro fatto da Italia
ed Europa ha dato suoi frutti»

Teresa Bellanova

«Il lavoro fatto in questi mesi ha dato i suoi frutti. L'agroalimentare italiano non compare nella lista dell'Ustr americana appena pubblicata dei prodotti soggetti a dazi. Abbiamo scongiurato il rischio che le nostre eccellenze subissero danni irreparabili». Commenta così la ministra delle politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. «Nell'incontro avuto con il Segretario all'Agricoltura Usa Perdue il 30 gennaio scorso - sottolinea Bellanova - lo avevo ribadito a chiare lettere: tenere l'agroalimentare italiano fuori dalla vicenda Airbus. E avevo registrato condivisione e disponibilità. Oggi raccogliamo i risultati dell'impegno messo in campo e di un grande lavoro di squadra. In Italia e in Europa. Il che ci conferma in quello che affermiamo da mesi: azione di sistema vuol dire anche capacità e autorevolezza in Europa e presidio costante dei tavoli europei».


Consorzio Parmigiano Reggiano: «Nervi saldi e fiducia nelle istituzioni Ue»

Nicola Bertinelli.

«Il Consorzio del Parmigiano Reggiano accoglie con entusiasmo la notizia che gli Usa hanno deciso di non alzare i dazi al 25% imposti lo scorso ottobre a vari prodotti europei. Abbiamo lavorato nella direzione giusta, facendo squadra con le altre Indicazioni Geografiche, credendo fermamente che la Commissione Europea fosse l'unico tavolo al quale portare avanti la negoziazione, evitando di disperdere energie portando avanti diversi interessi da parte delle singole classi di rappresentanza». è il commento di Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano che sottolinea la necessità di mantenere "nervi saldi e credere di più nell'Europa come Istituzione: è questo l'approccio giusto per combattere una battaglia che è solo all'inizio e che vedrà il Parmigiano Reggiano in prima linea, considerando che il mercato americano rappresenta per noi il secondo mercato estero, con ben 10 mila tonnellate di prodotto esportato ogni anno ed enormi capacità di crescita". Il fatto che gli Usa abbiano deciso di non incrementare ulteriormente i dazi «porterà sicuramente un clima più disteso e oggettivo e - ci auguriamo - un riequilibrio del mercato con un prezzo all'origine più alto».


Consorzio Vino Chianti: «Sospiro di sollievo dagli Usa»

«La notizia più bella che potesse arrivare alla vigilia della nostra anteprima Chianti Lovers. Possiamo tirare un sospiro di sollievo dopo mesi di apprensione. Siamo grati al governo americano e alle nostre istituzioni per il gioco di squadra che ha permesso di escludere l'Italia dai Paesi colpiti dai dazi". E' quanto dichiarato da Giovanni Busi, presidente Consorzio Vino Chianti, sulla revisione dei dazi Usa che non colpisce i prodotti italiani. "Il mercato americano resta per noi punto di riferimento e asset fondamentale per il nostro export - aggiunge Busi -. Un Paese che negli ultimi decenni ha incrementato l'interesse e l'apprezzamento verso i nostri prodotti. Questa notizia ci fa riprendere la nostra attività con maggiore serenità, pronti a investire ancora di più».


Coldiretti: «Ma intanto è già dimezzato l'export di Parmigiano in Usa»

insetti alieni
Ettore Prandini

Le esportazioni di Parmigiano Reggiano e Grana Padano negli Stati Uniti "sono praticamente dimezzate nei due mesi successi all'entrata in vigore dei dazi il 18 Ottobre 2019". E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti divulgata in occasione della nota del dipartimento del Commercio Statunitense che conferma per l'Italia l'applicazione di tariffe aggiuntive del 25% su circa mezzo miliardo di euro di esportazioni di prodotti agroalimentari nazionali come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Provolone, Asiago, Fontina, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello. Le esportazioni di Parmigiano reggiano e Grana Padano negli Usa dopo i dazi, afferma Coldiretti, "sono crollate rispetto all'anno precedente del 54% a novembre e del 43% in dicembre" ma effetti negativi si sono verificati anche negli altri settori interessati, secondo l'analisi dalla quale emerge che ad avvantaggiarsene è stato il falso made in Italy, dal Parmesan al Provolone fino al Borgonzola. "Un impatto pesante anche se almeno per i prossimi 120 giorni l'importante lavoro diplomatico che è stato svolto ha scongiurato la minaccia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dal vino all'olio fino alla pasta, che erano inizialmente ricompresi nella black list messa sotto osservazione dall'Amministrazione Trump", ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini impegnato in un lavoro di squadra con il commissario Ue al commercio Phil Hogan e con il Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova. "Occorre riprendere la via del dialogo con gli Usa ma anche attivare al piu' presto aiuti compensativi ai settori che restano colpiti e che per l'Italia rappresentano in valore piu' del 10% del totale delle esportazioni in Usa", ha concluso.


Confagricoltura: «Ora negoziato per nuovo accordo»

Massimiliano Giansanti

«Non ci saranno nuovi dazi sui prodotti agroalimentari italiani destinati al mercato USA. E' un'ottima notizia per i nostri agricoltori e ringraziamo il governo per l'efficace azione svolta a tutela del settore". Così il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha commentato la decisione assunta nella tarda serata di ieri dall'amministrazione Usa di lasciare invariati i dazi già in vigore - pari al 25% del valore - sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus. Dal 18 marzo, invece, saliranno dal 10 al 15% i dazi aggiuntivi sul settore aeronautico. "Abbiamo evitato ulteriori e gravi problemi per le nostre produzioni. Va ricordato che è stata in discussione nelle scorse settimane la possibilità di applicare i dazi su circa 2 miliardi di euro di prodotti agroalimentari in arrivo dall'Italia, vini compresi. Scampato pericolo, dunque, ma solo per il momento - ha aggiunto Giansanti - L'amministrazione Usa ha infatti precisato che la decisione presa ieri potrà essere rivista, in funzione degli sviluppi del contenzioso con la UE sui sussidi pubblici ai gruppi Airbus e Boeing". Al riguardo, l'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha autorizzato gli Stati Uniti a imporre tariffe aggiuntive sulle importazioni dalla UE per un controvalore di 7,5 miliardi di dollari. "Inoltre - ha sottolineato il presidente di Confagricoltura - restano tutte le difficoltà determinate dai dazi Usa, pari al 25% del valore, applicati sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori". "Come sosteniamo da tempo, occorre avviare un negoziato diretto con gli USA per raggiungere un nuovo accordo commerciale, che metta fine alle tensioni in atto". Le esportazioni del "Made in Italy" agroalimentare sul mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l'anno. Si tratta del primo mercato di sbocco fuori dalla UE e il terzo in assoluto. Circa la metà dell'export di settore è assicurata da vini, pasta e olio d'oliva. Per i vini, in particolare, le esportazioni verso gli USA si sono attestate a 1,3 miliardi di euro nel periodo gennaio-ottobre 2019, con una crescita di oltre il 4% sullo stesso periodo del 2018.


Alleanza cooperative: «Grande merito va a lavoro diplomatico del nostro Governo»

Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza delle Cooperative agroalimentari

«Quella che arriva dagli Stati Uniti è un'ottima notizia: i dazi introdotti ad ottobre sui prodotti italiani, a partire dai formaggi, non hanno subito aumenti e inoltre non ci sono altri prodotti italiani nell'elenco". Così Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza cooperative Agroalimentare commenta la pubblicazione della nuova lista dei prodotti soggetti a dazi pubblicata dall'amministrazione americana, come conseguenza della sentenza del Wto sulla vicenda Airbus. "Uno dei timori più grandi - prosegue Mercuri - riguardava l'ipotesi che anche i vini italiani venissero colpiti dai dazi. Abbiamo scongiurato questo rischio che avrebbe creato non poche ripercussioni sulle nostre imprese vitivinicole, come sta invece accadendo per i cugini francesi, i cui vini sono stati inseriti a ottobre nella lista". "Un grande merito va dato - conclude il presidente di Alleanza cooperative agroalimentari - al lavoro diplomatico portato avanti dal nostro governo, che si è mosso compatto per evitare inasprimenti ai dazi, così come alle iniziative portate avanti dall'Europa e in particolare dal commissario al Commercio Phil Hogan».


Federvini: «Salvi vini italiani, ma mannaia su liquori»

«Per noi italiani 'Carosello' significa una televisione in bianco e nero, un po' nostalgica, ma di qualità. Da qualche mese, e da oggi ancora di più, carosello vuol dire aumento dei dazi sui prodotti italiani. Dopo i liquori 'Made in Italy', colpiti dai dazi dal 18 ottobre 2019, anche i vini esportati negli Stati Uniti potevano da oggi rischiare pesanti rincari. Le trattative serrate tra il presidente della Commissione EU Ursula von der Leyen e l'amministrazione Trump hanno per il momento scongiurato il pericolo. Fino al prossimo carosello. Nell'occhio del ciclone rimangono sempre i nostri aperitivi e liquori". Cosi' Micaela Pallini, Presidente del Gruppo Spiriti di Federvini, ha commentato la decisione dell'amministrazione Usa di lasciare invariati i dazi già in vigore, pari al 25% del valore, sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla Ue. "Dall'entrata in vigore dei dazi - ha aggiunto - il fatturato nel mercato USA, è diminuito in media del 35%. Stiamo assistendo ad un progressivo calo della marginalità delle vendite poiché le Aziende si sono dovute far carico di riassorbire parte dei dazi senza incidere sul mercato, a discapito soprattutto delle imprese medio-piccole che costituiscono buona parte del tessuto produttivo". Diverso l'umore di Piero Mastroberardino, Presidente del Gruppo Vini di Federvini che ha dichiarato: "Il mercato americano rappresenta il primo sbocco per il nostro vino. Secondo gli ultimi dati, l'export complessivo in valore, nel 2019, ha raggiunto 1 miliardo 750 milioni di euro ed una crescita su base annua del 4,2% Ma questo trend potenzialmente rischia di rallentare. La spada di Damocle dei dazi rimane, comunque sui nostri prodotti: tra 6 mesi, con il nuovo round del carosello, le nostre aziende, saranno di nuovo in ansia, perché non hanno modo di prevedere con esattezza come programmare investimenti e pianificare l'attività».

Scongiurato per ora l’aumento dei dazi Usa - Ultima modifica: 2020-02-15T09:28:24+01:00 da Lorenzo Tosi

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