«L'Umbria deve darsi innanzitutto una strategia e degli obiettivi precisi. Al primo posto ci deve essere il reddito delle aziende che operano nel comparto. Sosterremo le imprese che creano ricchezza e lavoro. Si terrà conto anche delle tante sfaccettature settoriali e localiste. Ma senza venir mai meno al principio che agli aiuti pubblici corrisponda un reale aumento di competitività delle aziende e di crescita del territorio nel suo complesso».
Psr, stop ai contributi a pioggia
Roberto Morroni, da qualche settimana assessore alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione Umbria, ritiene prematuro esprimersi su situazioni specifiche, ma un'idea sulle direzioni da imprimere al nuovo corso se l'è già fatta. «Niente più contributi "a pioggia" – spiega l'assessore – sottolineando come negli ultimi 15 anni la Regione abbia perso terreno in tutti i comparti e che, se non si inverte la rotta, l'attuale livello di benessere non potrà essere garantito».
Originario di Gualdo Tadino, dove è stato sindaco dal 2009 al 2013, Morroni è laureato in Scienze Politiche e svolge l'attività di consulente finanziario. Consigliere regionale nell'ultimo anno e mezzo di legislatura, è stato indicato in Giunta dalla presidente Tesei come suo vice. Non può vantare esperienze personali dirette in ambito agroalimentare, alle quali intende supplire con una «lettura attenta del passato e con nuove idee per il futuro».
Riguardo al primo aspetto, ad esempio, si è già espresso per porre fine ai bandi perennemente aperti, agli avvisi con scadenze prorogate di continuo. «I bandi del Psr – spiega – dovranno subire prima uno stress test interno e diventare pubblici con elementi e date certe. Un aspetto fondamentale per garantire la necessaria programmazione operativa e finanziaria delle imprese, che, altrimenti, rischiano di essere messe in difficoltà e non aiutate».
Incentivi per innovazione e aggregazione
Tre le parole d'ordine della nuova politica agricola regionale: aggregazione, innovazione e sostenibilità. «L'azienda che produce la stessa cosa non deve essere più vista come rivale ma come possibile alleato – evidenzia Morroni – non mi interessa la formula con la quale si fa sistema. Mi interessa che le risorse sostengano questo processo che è, innanzitutto, culturale e politico».
In merito all'innovazione, l'assessore fa riferimento in particolare a quella tecnologica. «Favoriremo con ogni mezzo la ricerca. Promuoveremo il cambiamento come opportunità. Vanno vinte le resistenze per non perdere l'appuntamento con il futuro». Riguardo alla sostenibilità ambientale, Morroni sottolinea come si tratti di «un aspetto sempre più socialmente rilevante e che si incrocia in maniera virtuosa con l'agricoltura. Anche in questo caso si tratta di un'ulteriore freccia all'arco regionale e non di un freno».
Stop alle rendite di posizione e un brand "Umbria"
All'assemblea di fine anno della Federazione regionale degli agronomi, presieduta da Francesco Martella, il neo assessore ha ribadito i temi. «Con l'ultima programmazione, forte di 928 milioni di euro, appena 300 in meno della Lombardia, sono state consolidate solo le posizioni di rendita, senza cambiare nulla in profondità. Si è tentato solo di difendere un sistema che sta crollando invece che guardare al futuro. Governare significa fare delle scelte di campo e, come Giunta, le faremo».
Altra questione rilanciata quella di un brand Umbria che possa promuovere unitariamente le produzioni regionali. «Basta lentezze – ha tuonato Morroni – basta ritardi nell'adattarsi ai nuovi contesti, basta essere dinosauri. Anche in agricoltura serve essere attori sistemici e un po' cinesi».
Psr 2014-2020, impegni di spesa all'85%
Intanto, a metà dicembre, si è tenuto il Comitato di Sorveglianza del Psr 2014-2020 con all’ordine del giorno, tra l’altro, lo stato di avanzamento del Psr. A oggi, spiega la relazione, sono stati avviati quasi tutti gli interventi secondo le modalità attuative previste dal Programma.
Per quanto riguarda le risorse impegnate, il Psr registra un avanzamento in linea con quanto previsto. Sotto impegno ci sono 795 milioni, cioè l'85% delle risorse programmate.
I livelli maggiori di impegno riguardano la Misura 3 (“Regimi di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari”) che ha raggiunto il completo utilizzo delle risorse. Segue la Misura 10 (“Pagamenti agro–climatico–ambientali”) con oltre il 97% delle risorse utilizzate. Poi la Misura 13 (“Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici”) con il 96%. La Misura 4 (“Preservare, rispristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura”) è quella che ha impegnato il maggior numero di risorse, con oltre 260 milioni (95% del totale).
Pagamenti, in testa le misure a superficie
Dei 386 milioni di spesa sostenuta dalla Regione Umbria, 199 sono riferiti alle misure di superficie (10, 11, 13, 14 e 15) pari al 52% del totale. Il restante 48% (183 milioni) alle misure strutturali. Inoltre, dall’avvio dei primi bandi, oltre 76mila domande sono state pagate da Agea.
Nel 2020, ultimo anno di programmazione del periodo 2014-2020, saranno ancora disponibili 108 milioni di euro. La Regione prevede di impegnare circa 87 milioni nel 2020, mantenendo circa 21 milioni per l’anno successivo (risorse per la banda larga).
«I macro dati che emergono – ha commentato l'assessore – attestano che stiamo mantenendo una tabella di marcia in linea con gli obiettivi del programma. La riunione del Comitato di sorveglianza è stata anche l’occasione per sottolineare aspetti che affronteremo nei prossimi mesi con l’attenzione necessaria anche in riferimento alla riallocazione di alcune risorse da una misura all'altra».
Agricoltura come asse portante dell'economia dell'Umbria
«Siamo alla vigilia della nuova programmazione comunitaria – ha concluso Morroni – e cambieranno parecchie cose. L’esperienza di questi anni ci ha dato qualche indicazione: una è la riallocazione delle risorse, l’altra riguarda la vischiosità nei processi di pagamento. Sono tematiche dove l’Umbria ha maturato un’esperienza di valore e credo che con questo bagaglio affronteremo le sfide dei prossimi anni con la determinazione necessaria e con un obiettivo. La nostra agricoltura, intesa in tutta la sua filiera, dovrà essere in misura sempre più rilevante uno degli assi portanti della struttura economica della regione».