Soccombe il registro di carico e scarico delle sostanze zuccherine sotto le forbici della semplificazione. Il D.L. 135/2018, approvato definitivamente il 7 febbraio scorso dalla Camera dei deputati per la sua conversione in legge, sancisce infatti l’abolizione del registro per i grossisti, lasciando l’obbligo solo per produttori e importatori.
Una novità che interviene quindi sulla legge 12 dicembre 2016, n. 238, il cd. Testo unico del vino, e che tra l’altro sopprime l’obbligo del registro anche per gli utilizzatori delle sostanze zuccherine (articolo 60).
Registri sì, anzi no
La legge 20 febbraio 2006, n. 82, ancor prima del Testo unico del vino, prevedeva l’obbligo, appunto per produttori, importatori e grossisti, di rendicontare le movimentazioni di sostanze zuccherine, cioè saccarosio, glucosio e di isoglucosio, anche in soluzione.
E, contestualmente ai lavori parlamentari che portarono poi alla definizione della legge 12 dicembre 2016, n. 238, il D.L. Campolibero, convertito dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, ha istituito, in sostituzione del tradizionale registro di “carta”, la dematerializzazione del registro di carico e scarico, telematico e consultabile da remoto sul portale SIAN, entrato a regime il 1° ottobre 2015.
In altri termini il registro online è stato eliminato dopo poco più di tre anni, insieme a quello previsto per i produttori e i confezionatori di burro nonché per i produttori di sfarinati e paste alimentari destinate all’esportazione, anch’essi introdotti dal D.L. Campolibero.
Un alto profilo di rischio
Si tratta di una questione delicata, considerando il potenziale illecito utilizzo delle sostanze zuccherine nella sofisticazione di vini e bevande alcoliche.
Basta citare il report ICQRF 2018, pubblicato sul sito MIPAAFT pochi giorni fa, che riporta per ciascun settore merceologico le principali violazioni accertate: nella scheda relativa al settore vitivinicolo è indicata, tra le irregolarità più diffuse, l’illecita detenzione in cantina di sostanze zuccherine atte a sofisticare mosti d’uva e vini mentre, nella scheda relativa agli zuccheri, la principale violazione accertata è proprio la mancata o irregolare tenuta dei registri di carico e scarico.
D’altra parte l’imponente operazione “Dulcis in Fundo”, portata a termine pochi mesi fa dall’ICQRF e dalla Guardia di Finanza di Caserta, è proprio significativa dell’alto livello di rischio che deriva dall’illecito utilizzo delle sostanze zuccherine. Lo stesso report ICQRF riporta i numeri dell’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord: 36 persone indagate per reati diversi tra i quali associazione per delinquere, frode in commercio e vendita di sostanze alimentari non genuine, 9 misure cautelari personali e sequestri per 12 milioni di euro.
La frode ipotizzata? Lo zucchero – si legge nel report – era venduto in nero a numerosi operatori nazionali del settore vitivinicolo per la sofisticazione dei loro prodotti. Una condotta, si ipotizza certamente articolata, ma messa in atto nonostante l’obbligo della tenuta del registro telematico per tutti gli operatori del settore.
Troppa semplificazione?
Il report ICQRF offre un ulteriore spunto di riflessione: il registro telematico di carico e scarico delle sostanze zuccherine, consultabile da remoto dagli organi di controllo, ha consentito di poter confrontare le scritture contabili con i fatti accertati nel corso delle indagini. Uno strumento che in sintesi ha quindi consentito di paragonare in tempo reale la forma con la sostanza, e che in generale consente di svelare, a fronte di una ineccepibile formalità dei numeri, una realtà invece artefatta, potenzialmente confezionata su misura per illudere organi di controllo e clienti
Il fondato rischio è che l’eliminazione del registro vada a generare dei vuoti di tracciabilità lungo la filiera degli utilizzatori delle sostanze zuccherine. E che riduca, oltre agli oneri burocratici per alcune categorie di operatori, anche la concreta capacità di contrastare fenomeni di frode e irregolarità.