Molti agricoltori in Sicilia ci avevano sperato. Ma neanche il coronavirus li esenterà dal pagamento dei ruoli istituzionali e irrigui dei consorzi di bonifica. La stangata delle cartelle esattoriali è stata solo rinviata. Nella manovra economica della Regione votata in Aula qualche giorno fa, infatti, nessun colpo di spugna, nessuna cancellazione, ma solo la sospensione. Uno stop che riguarda ben otto anni, dal 2012 al 2019. Per l’anno in corso, poi, è stata sospesa l’emissione dei ruoli.
Boccata d'ossigeno e somme da ricalcolare
Nel frattempo gli agricoltori siciliani sperano che le somme dovute vengano ricalcolate, visto che in moltissime cartelle di pagamento in scadenza proprio in questi giorni, ci sono vistosi errori di calcolo. Ma anche aumenti che non sono stati mai ben digeriti dagli imprenditori agricoli. Ad Agrigento, per esempio, i produttori denunciano che «le cartelle esattoriali sono state inviate con data retroattiva, risalgono agli anni 2013, 2014 e 2015 e contengono anche aumenti spropositati: il costo dell’acqua passa gradualmente da 15 a 23 centesimi a metro cubo e anche il costo del beneficio irriguo passa da 20 a 85 euro ad ettaro».
«La norma va incontro alle richieste di migliaia di agricoltori siciliani che altrimenti avrebbero ricevuto le cartelle relative ai canoni arretrati proprio in questo momento di grande difficoltà legato all’emergenza coronavirus», dichiarano i deputati regionali Catanzaro, Lupo, Gucciardi e Di Pasquale (tutti Pd) artefici dell’emendamento che approvato in Commissione Bilancio è stato poi votato favorevolmente dall’Aula. Ma la loro battaglia politica non si ferma a questo e adesso promettono: «Chiederemo in futuro di ricalcolare le tariffe e riportarle agli importi iniziali».
La svolta è una riforma della legge che regola i consorzi di bonifica
Dal canto suo l’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera, sostiene che il problema dovrebbe essere risolto alla radice e si augura che «possa finalmente giungere in Parlamento ed essere approvata la legge di riforma dei Consorzi di bonifica».
Consorzi di bonifica che sono gestiti da oltre vent’anni dai commissari e che scontano la promessa mai mantenuta dalla classe politica siciliana di una radicale riforma del sistema che ormai è vicino all’implosione. Anche il governatore Musumeci ha predisposto un disegno di legge di riforma degli enti di bonifica dell’Isola ma per ora è rimasto fermo al palo.
«Ci troviamo in una situazione impantanata da cui si deve uscire aumentando i servizi per garantire più incassi e riducendo i costi», dichiara Giosuè Catania, per la Cia-Agricoltori italiani responsabile regionale dei Consorzi di Bonifica. E continua: «È necessario che l’Ars approvi il Ddl sulla riforma dei Consorzi di bonifica, ma con le opportune modifiche, da noi più volte invocate, e non prima che si sia trovato il meccanismo per “liberare” i nuovi consorzi e le future governance dal debito pregresso, causato da una cattiva gestione del passato, in modo da poter affidare gli enti ai veri titolari, cioè gli agricoltori, e chiudere definitivamente l’era dei commissari».