La crisi alimentare globale, innescata dall'aggressione russa all’Ucraina, ha acceso in Germania il dibattito sui biocarburanti di derivazione agricola come il biodiesel e il bioetanolo.
Ne dà notizia la rete di informazione digitale Euractiv che descrive un vero e proprio scontro tra il ministero dei Trasporti da una parte e i dicasteri dell’ambiente e dell’agricoltura dall’altro.
Un progetto di legge proibizionista
Steffi Lemke, l’esponente del partito dei Verdi al vertice del ministero dell’Ambiente, ha infatti annunciato un progetto di legge per eliminare dalla produzione di biocarburanti tutte le materie prime che possono essere utilizzate come alimenti e mangimi entro il 2030 e di non considerarli da subito nel conteggio degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
Servirebbe un quinto della Sau tedesca
«Se riuscissimo – ha detto la Ministra – a raggiungere l’obiettivo di sostituire il 4% dei carburanti fossili impiegati per il trasporto su strada in Germania con gli agrocombustibili avremmo bisogno di destinare a queste produzioni una superficie pari al 20% della terra arabile tedesca». Decisamente troppo per Lemke che consiglia di concentrarsi sulla sicurezza alimentare e sulla necessità di produrre cibo per tutti.
Il rischio di fallire sugli obiettivi climatici
Fortemente contrario a questa visione Oliver Luksic, segretario di Stato del Governo federale di Berlino con delega ai trasporti e alla logistica ed esponente del partito liberale Fdp.
«I biocarburanti – ha affermato - sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi climatici del settore della mobilità».
«Auspichiamo un uso sostenibile delle risorse sostenuto da meccanismi di libero mercato e per riuscirci non possiamo fare a meno di alcuna fonte energetica».