Biocarburanti: se l’Unione europea chiude la porta, il G7 Ambiente apre un portone.
Nel documento conclusivo dell’incontro che si è tenuto a Sapporo (Giappone), controfirmato dai sette ministri dell’Ambiente delle Nazioni più sviluppate economicamente, si sottolinea infatti l’importanza del ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione del settore auto, in vista dell’ambizioso appuntamento del 2035 con l’elettrificazione del settore trasporti e il superamento dei motori a diesel e benzina.
Si riapre il fronte europeo?
Un risultato diametralmente opposto rispetto al recente negoziato in sede di Consiglio Ue, quando l’Italia non era riuscita a farli inserire nell’elenco dei combustibili climaticamente neutri.
Un riconoscimento che consente di riaprire il confronto tra Italia (produttrice di biocarburanti anche di origine agricola) e l’Ue (la Germania invece è portabandiera degli e-fuel, carburanti sintetici ottenuti dall’idrogeno).
«L’Italia – ha affermato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica - esprime forte apprezzamento per l’eccellente lavoro svolto dalla Presidenza giapponese, che con dedizione e perseveranza ha facilitato la definizione del documento finale, in particolare l’attenzione posta sulle questioni ambientali e di salvaguardia della biodiversità».
Obiettivo decarbonizzazione
«L’ obiettivo è quello di perseguire politiche e investimenti per garantire che lo sforzo per decarbonizzare il settore dei trasporti sia in linea con le traiettorie necessarie per mantenere un aumento della temperatura di 1,5°C a portata di mano e sia coerente con la sostenibilità ambientale e climatica».
Positiva la reazione del comparto bioenergetico italiano. «Come richiesto dal Governo Italiano - ha evidenziato Luigi Scordamaglia, Consigliere delegato di Filiera Italia - la presa d'atto del G7 rende ora necessario riaprire anche in sede Ue la riflessione sui bio-fuels, incomprensibilmente esclusi dalle nuove tecnologie carbon neutral a seguito dell'accordo tra Commissione europea e Germania che aveva previsto solo i carburanti sintetici in alternativa alle auto elettriche per ridurre le emissioni inquinanti».
Italia dalla parte dei biocarburanti
La filiera agroalimentare italiana, forte sostenitrice dei biocarburanti, aveva denunciato da subito questa assurda esclusione. «I biocarburanti possono invece rappresentare uno strumento importante nella strada verso l'obiettivo zero emissioni, sostituendo progressivamente benzina e diesel senza distruggere l'industria automobilistica e della componentistica italiana, come avverrebbe invece con i soli motori elettrici».
In Germania c’è un forte dibattito alimentato da chi ritiene che la produzione dei biocarburanti sia in competizione con quella del cibo (ne avevamo scritto QUI).
«È piuttosto – ha obiettato Scordamaglia - uno strumento di valorizzazione ed ottimizzazione anche per la filiera agroalimentare».
Nessuna competizione
«La coltivazione di biomasse vegetali dalla cui spremitura si ottiene l'olio da raffinare per i biocarburanti può infatti essere effettuata in terreni inidonei alla produzione alimentare perché impoveriti, resi inidonei dalla siccità o inquinati, con effetti positivi sul terreno per le coltivazioni alimentari future».
«Inoltre, gli avanzi delle operazioni di spremitura possono essere utilizzati come compost e fertilizzanti naturali e tali colture, usate anche come secondo raccolto, possono ottimizzare la resa della produzione agricola e quindi la competitività delle imprese agricole».
All’Italia la presidenza 2024
A conclusione del vertice di Sapporo, il ministro Pichetto Fratin ha formalmente assunto la presidenza del G7 che sarà a guida italiana dal 2024.
Leggi anche:
Bioetanolo, AssoDistil: trentamila nuovi posti di lavoro nella filiera agricola