La pronuncia della Corte Costituzionale sulla legge n 3 del 2012. in merito alle autorizzazioni riguardanti le centrali a biogas e a biomasse rilasciate dalla Regione Marche, va considerata una sentenza di incostituzionalità parziale della legge regionale sulla VIA (Valutazione Impatto Ambientale) che provoca l’annullamento dei limiti precauzionali regionali di potenza per l’assoggettabilità degli impianti e l’applicazione sul territorio regionale dei limiti nazionali (50 Mw) previsti dal D. n. 152/2006, circa 20 volte più elevati rispetto a quelli regionali.
In attesa che l’Avvocatura regionale esprima un proprio parere sulle sentenze, la Giunta regionale, come suggerito dalla Corte Costituzionale, formulerà una nuova proposta di legge da trasmettere all’Assemblea legislativa, confermando le linee del pieno rispetto del principio di legalità che ha sempre contraddistinto il Governo regionale.
La sentenza è di difficile lettura per l’oggettiva complessità della materia che coinvolge anche lo Stato non solo per gli impianti a biogas e a biomasse, ma per tutte le opere che incidono sull’assetto del territorio.
Una sentenza che nasce da un lungo iter temporale dato che l’udienza è avvenuta il 27 febbraio e il suo deposito il 22 maggio scorso.
AMBIENTE
La legge marchigiana sulla Via è incostituzionale
Una sentenza della Corte Costituzionale che interessa anche le autorizzazioni riguardanti le centrali a biogas e a biomasse rilasciate dalla Regione Marcheincostituzionalità parziale della legge