Torna la bufera sugli incentivi alle rinnovabili dopo le dichiarazioni del ministro Flavio Zanonato che ha annunciato, a brevissimo, un provvedimento di riordino che prevedrebbe una dilazione degli incentivi dagli attuali venti a trent’anni.
Di «intervento molto grave» ha parlato il presidente Anie/Gifi (Gruppo imprese fotovoltaiche italiane) Emilio Cremona, che ha sottolineato come «centinaia di migliaia di impianti fotovoltaici siano stati costruiti in Italia a fronte di un impegno dello Stato, ovvero il Conto energia, e di business plan calibrati su 20 anni. Gli errori fatti nella strutturazione del debito non sono da attribuire ai cittadini e alle imprese ma alla legislazione che non ha saputo gestire adeguatamente la distribuzione degli incentivi. Ogni intervento mirato ad una gestione ottimizzata del debito deve essere strutturato in modo da tutelare, e non affossare, i cittadini, le imprese e la filiera industriale generata dal fotovoltaico, circa 100mila occupati finora rimasti attivi, per non danneggiare la credibilità del Sistema Paese per gli investimenti in tecnologie per le rinnovabili». Contraria anche assoRinnovabili (Associazione dei produttori) che ha fatto sapere come «tale norma, agendo in modo retroattivo, introdurrebbe di fatto pesanti modifiche nel sistema di remunerazione che, insieme alle altre misure penalizzanti già emanate recentemente (come la Robin Tax a grandi e piccoli impianti), porterebbe ad aggravare la crisi del settore». Sconcerto e scetticismo sulla dilazione è stata espressa anche da Alessandro Cremonesi, presidente del Comitato Ifi, associazione che riunisce circa il 90% dei produttori nazionali di celle e moduli, che auspica «che il Ministro Zanonato inizi un confronto aperto con le Associazioni di settore e con gli operatori, per illustrare il percorso tecnico-finanziario che intende intraprendere per una riorganizzazione ottimale del debito».
«Gli incentivi vanno rimodulati a partire soprattutto dall’efficienza produttiva degli impianti» secondo la Fiper (Federazione italiana produttori da Fer) che ricorda come «nel caso della produzione di energia da biomassa legnosa sia ancora aperta la “disuguaglianza di trattamento” tra produzione termica ed elettrica. Bisogna intervenire su recupero e utilizzo del calore armonizzando il divario tra i due vettori energetici, alleggerendo così anche la bolletta degli italiani».
Du.B.