Agea-Caa, «Periti rigorosi nell’erogare servizi. Convenzione scellerata»

Agea
Bernardino Lattarulo, Coordinatore della Gestione Separata Periti Agrari
Lo afferma il Coordinatore della Gestione Separata Periti Agrari Bernardino Lattarulo, in merito alla decisione di Agea di escludere dal 2021 agronomi, periti agrari e agrotecnici liberi professionisti dai centri di assistenza agricola. «Il calo degli iscritti alle gestioni separate, che questa nuova convenzione determinerà, causerà un danno alla sostenibilità economica delle casse»

Non si arresta il malcontento tra Agea e gli ordini professionali. Nell’occhio del ciclone il direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini per aver chiesto che dal 2021 gli operatori abilitati ad accedere al Sian che prestano servizio nei Caa siano inquadrati come dipendenti.

Secondo il coordinatore della Gestione Separata Periti Agrari Bernardino Lattarulo l’indicazione proposta dal direttore dei Agea Pagliardini è «scellerata. La bozza della nuova convenzione tra Agea e Caa, che dal primo aprile 2021 comincerà ad escludere agronomi, periti agrari e agrotecnici liberi professionisti dai centri di assistenza agricola, è un danno enorme per le casse in termini di iscrizioni dei professionisti alle gestioni separate, nel nostro caso dei periti agrari».

«E’ una decisione che prospetta uno scenario fortemente penalizzante che reca un danno professionale profondo alla categoria, tra l’altro già molto provata dalla crisi sanitaria ed economica. Agea non ha minimamente tenuto conto di questa situazione delicata, aggravando, di fatto, la posizione di svantaggio che stanno vivendo tutte le categorie professionali».

«Il calo degli iscritti alle gestioni separate, che questa nuova convenzione di Agea determinerà, causerà un danno alla sostenibilità economica delle casse»

L’obbligo di vincolare la sottoscrizione della convenzione solo ed esclusivamente ai Caa che hanno dei dipendenti, determina, ribadisce Lattarulo, «una condizione di disagio nei confronti di tutti i professionisti che con grande sacrificio hanno costruito intorno al loro studio dei servizi tecnici e di gestione dei fascicoli. Inoltre, il passaggio per un perito agrario dalla libera professione a una condizione di dipendenza contrattuale all’interno di un Caa, oltre ad essere sacrificata e mortificante, comporterà il mancato versamento in Enpaia, alle gestioni separate, e questo potrà determinare un danno notevole nei confronti della sostenibilità economica di queste casse. Sarebbero molte le cancellazioni per transitare verso l’Inps.

Questa emorragia di iscritti a danno delle gestioni separate e dell’Epap (l’Ente di Previdenza e Assistenza Pluricategoriale) potrebbe generare un danno di carattere strutturale di cui il Governo deve essere a conoscenza e di cui dovrebbe anche farsene carico. Perché non si può chiedere una certa sostenibilità economica alle casse e contemporaneamente voltare lo sguardo nella direzione opposta. Bisogna affrontare queste tematiche seriamente mettendoci tutti intorno a un tavolo. L’assenza del Governo su questo tema ci lascia molto perplessi».

«Liberi professionisti formati, rigorosi e trasparenti nell’erogazione dei servizi»

Lattarulo aggiunge che la questione sollevata da Pagliardini relativa all’evoluzione dei sistemi tecnologici di rilevazione dei dati è fuori luogo. «Un professionista come il perito agrario - spiega - è obbligato ad esercitare delle funzioni di accrescimento professionale legate alla formazione obbligatoria prevista dall’ordinamento. Quindi, se c’è una figura adatta a gestire i sistemi tecnologici di rilevazione dati, ai quali il direttore di Agea fa riferimento, quella figura è esclusivamente il professionista. Non un qualsiasi impiegato di un qualsiasi Caa italiano».

In una lunga nota Agea ribadisce i motivi che hanno portato alla decisione di modificare i rapporti con i Caa per lo svolgimento dei servizi pubblici delegati (leggi qui). E, come affermato dallo stesso Papa Pagliardini a Terra e Vita, le novità della nuova convezione sono dettate dall’esigenza di maggior trasparenza ed efficienza nell’erogazione del servizio.

Su questo punto, relativo alla rigorosa disciplina degli accessi al sistema informatico Sian, Lattarulo sottolinea che «quel rigore viene sicuramente garantito in primis dai liberi professionisti tecnici agrari. Uno studio professionale - specifica - è legato a un codice deontologico. Noi siamo tenuti obbligatoriamente a rispettarlo, e questo determina una assoluta garanzia di riservatezza, di disciplina, nell’utilizzo del sistema informatico nazionale. Non so quanto questo rigore possa essere in egual modo garantito dalle organizzazioni professionali».

«Agea ha sbagliato a scaricare la responsabilità su ordini e collegi professionali di eventuali utilizzi distorti degli accessi al Sian»

«Rimando dunque al mittente - incalza Lattarulo - le illazioni subdole di richiamo a un mancato rispetto di disciplina degli accessi che andrebbe a violare la riservatezza dei dati. Il direttore di Agea dovrebbe ben sapere che tutti gli ordini e i collegi professionali hanno per legge l’obbligo di costituire al loro interno, e noi  l’abbiamo, i consigli di disciplina che svolgono una funzione preziosa di controllo in caso di una violazione di qualsiasi natura dell’ordinamento professionale. Laddove un professionista dovesse commettere dei reati il consiglio di disciplina interviene per adottare procedimenti idonei a quel caso specifico, sospendendo il professionista dal suo incarico, o addirittura radiandolo dall’albo. Sono sistemi organizzati, gestiti, regolamentati, approvati dal Ministero di Grazia e Giustizia. Quindi - specifica - è assolutamente falso, e alquanto offensivo, quello che viene affermato in merito a un eventuale utilizzo distorto degli accessi al Sian da parte dei professionisti».

Tra l’altro, ricorda Lattarulo, laddove ci fossero state delle violazioni il direttore di Agea poteva e può tramite i suoi uffici segnalare il caso specifico di violazione; «ad oggi non ci risulta che sia pervenuta una sola segnalazione. A dimostrazione del fatto che il lavoro dei nostri professionisti è integro e rispettoso della legge nella gestione delle informazioni».

«Il Ministero in linea con Agea e distante dai tecnici che operano nel mondo agricolo»

Sulla posizione del Mipaaf in merito alla nuova convenzione Agea-Caa Lattarulo esprime tutto il suo sgomento, in quanto la risposta alle interrogazioni lasciate dal sottosegretario Giuseppe L’Abbate, totalmente in linea con l’operato di Agea, «fa intendere - afferma - che ci sia una condivisione molto discutibile da parte del Governo che non ha affrontato seriamente la questione delle professioni dei tecnici che operano nel mondo dell’agricoltura. Chiedo al Governo di tutelare la categoria, anche mediante azioni concrete nei centri di gestione proprio come Agea. A tal riguardo mi preme formulare i migliori auguri di buon lavoro al neo nominato presidente anche Ad di Sin SpA in Agea, Edoardo Fanucci, il quale sono certo darà trasparente attenzione alla nostra vicenda».

«Il nostro ordine professionale farà sentire la sua voce e le sue ragioni. A riguardo per noi è fondamentale il sostegno del nostro presidente della fondazione Enpaia Giorgio Piazza, a cui abbiamo delineato la gravità della nuova convenzione. Se sarà necessario, chiederemo al nostro presidente di interessare anche  l’Adep (Associazione degli Enti Previdenziali Privati) per scongiurare l’attuazione di questa norma discutibile sotto l’aspetto gestionale e anche legale».

«I Caa degli agricoltori saranno gestiti da personale che non ha titolo per poterlo fare»

Lattarulo evidenzia come questa decisione di Agea rischi di portare ad un appiattimento verso il basso della qualità dei servizi. «I Caa degli agricoltori saranno gestiti da personale che non ha titolo per poterlo fare, se non a livello di formazione agraria. Il titolo di studio non significa essere un professionista. Il titolo da professionista implica una serie di condizioni quali, codice deontologico, polizza professionale, formazione continua, iscrizione a un albo, versamento alla cassa, regolarità contributiva, in grado di garantire una qualità e una tutela di quella utenza che si è rivolta a strutture diverse dalle organizzazioni professionali, aspetti fondamentali che domani verranno meno».

Organizzazioni Professionali, «Con il loro silenzio hanno condiviso una linea di direzione che penalizza una minoranza»

Inaspettata, per Lattarulo, anche la reazione di alcune categorie professionali che in questa situazione «non prendono una posizione chiara. O una parte delle organizzazioni professionali continuano a tenere fede al rispetto reciproco che da anni ci lega e quindi si  fanno carico di tutelare anche quegli aspetti legati a una minoranza di fascicoli gestiti da autonomi, oppure penseremo che la spinta, più o meno tacita, verso questa direzione venga proprio dalle organizzazioni professionali maggiormente rappresentate. Infatti - specifica Lattarulo - escluse alcune professionali che hanno manifestato la loro solidarietà, altre non hanno palesato alcuna indicazione a riguardo e con il loro silenzio hanno indicato o condiviso una linea di direzione che penalizza una minoranza.

«Anche perché se è vero come dice il direttore di Agea che i Caa non gestiti dalle maggiori organizzazioni professionali sono appena il 6%, questo dato rappresenta ad ogni modo 2.500 studi professionali, che pochi non sono, che domani devono decidere se continuare a fare la libera professione o diventare dipendenti delle organizzazioni maggiormente rappresentative. Questo in uno stato di diritto non dovrebbe essere consentito».

«Rapporti tra organizzazioni professionali e ordini e collegi professionali da ridefinire»

«L’obiettivo di questa nuova convenzione - incalza Lattarulo - qual è? Gestire i Psr? Fare man bassa di tutto quello che è sul tavolo verde da parte delle grandi organizzazioni? Quindi inglobare al nostro interno professionisti che vengono a mettere i timbri? Si aprirebbe uno scenario pieno di criticità, relative non solo ai termini dei nuovi contratti di lavoro, ma anche dei rapporti professionali tra organizzazioni professionali e ordini e collegi professionali. I professionisti che fino a oggi hanno collaborato con le organizzazioni professionali anche in maniera proficua non potranno più rendere alle stesse organizzazioni gli stessi servizi. Ribadisco - conclude Lattarulo - che in questo momento di emergenza era l’ultima cosa che doveva pensare di fare Agea. Il rifiuto del direttore Pagliardini di ascoltare le ragioni degli organismi istituzionali come quello degli organi e dei collegi professionali ci lascia molto perplessi».

Per approfondimento:

Il testo integrale dei paragrafi 3 e 4 dell'articolo 4 della convenzione, che, in due tempi, esclude i liberi professionisti dai Caa e stabilisce le sanzioni in caso di mancata ottemperanza.

  1. Entro il 31 marzo 2021 almeno il 50 per cento degli operatori titolari abilitati ad accedere ed operare nei sistemi informativi dell’Organismo pagatore devono essere lavoratori dipendenti del Caa o delle società con esso convenzionate. A far data dal 30 settembre 2021 tutti gli operatori titolari abilitati ad accedere ed operare nei sistemi informativi dell’Organismo pagatore devono essere lavoratori dipendenti del Caa o delle società con esso convenzionate.
  2. La mancata ottemperanza agli obblighi assunti con scadenza 31 marzo 2021 di cui al comma 3 comporta la riduzione del 20 per cento dei compensi spettanti al Caa per l’anno 2021. La mancata ottemperanza agli obblighi assunti con scadenza 30 settembre 2021 di cui al comma 3 comporta la disabilitazione delle credenziali di accesso al Sian degli operatori interessati dalla medesima decorrenza

 

Agea-Caa, «Periti rigorosi nell’erogare servizi. Convenzione scellerata» - Ultima modifica: 2020-11-26T15:50:32+01:00 da Laura Saggio

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